Negli ultimi anni, il settore legale è stato profondamente trasformato dall’introduzione di nuove tecnologie, in particolare dall’emergere del legal tech e dell’Intelligenza Artificiale (IA). Questi strumenti, insieme ad altre competenze digitali, stanno ridefinendo l’intero ecosistema giuridico, non solo semplificando alcune pratiche quotidiane, ma introducendo anche nuovi modelli di lavoro e un diverso approccio alla gestione dei processi e alle attività legate alla giurisprudenza. L’impatto è tale da coinvolgere non solo gli studi legali, ma anche il sistema giudiziario e la formazione accademica, aprendo la strada a un nuovo paradigma del diritto, più digitale, veloce e data-driven. Ecco una panoramica sulle ultime novità digitali nel settore del diritto.
L’evoluzione tecnologica nel settore legale
Il concetto di legal tech include tutte quelle soluzioni tecnologiche pensate per supportare e ottimizzare le attività degli operatori del diritto. In questo contesto rientrano piattaforme di gestione documentale, software per l’automazione dei contratti, strumenti di analisi predittiva dei risultati processuali e sistemi di consulenza legale automatizzata. Si tratta di strumenti che stanno progressivamente sostituendo le operazioni più ripetitive e time-consuming, liberando tempo e risorse per attività a maggior valore aggiunto. Un esempio concreto è rappresentato dalle piattaforme che sfruttano l’intelligenza artificiale per il contract management: queste sono in grado di scansionare rapidamente centinaia di documenti, estrarne clausole, evidenziare incongruenze e suggerire modifiche. Allo stesso modo, i software di legal analytics sono utilizzati per prevedere l’esito di una causa sulla base dell’analisi di dati storici, offrendo agli avvocati uno strumento decisionale prezioso nella fase di consulenza. Tra le tecnologie emergenti, l’intelligenza artificiale generativa permette oggi di redigere bozze di contratti o atti legali partendo da semplici input testuali, con un grado di accuratezza sempre maggiore. Secondo il rapporto Future Ready Lawyer 2024, 3 professionisti legali su 4 utilizzano l’AI generativa almeno una volta a settimana (su 700 intervistati) e questo apre numerosi dibattiti, sia sulle modalità di utilizzo sia sull’aspetto etico. Nel contesto italiano è infatti necessario considerare che le fonti che alimentano i sistemi AI si basano su contesti internazionali che hanno una rappresentanza minima del diritto italiano. Bisogna dunque stare attenti a selezionare le fonti e i futuri avvocati dovranno imparare a realizzare prompt efficaci.
Il mondo accademico si adegua al digitale
In questo scenario in continua evoluzione, anche la formazione universitaria si sta adeguando, riconoscendo l'importanza di integrare nei percorsi di studio tradizionali competenze digitali e tecnologiche. La figura dell’avvocato digitale, infatti, inizia a prendere forma già tra i banchi universitari, dove si studiano gli impatti del diritto nell’era della trasformazione digitale. Guardando all'offerta formativa attuale, si può notare come un corso di laurea in giurisprudenza disponibile online viene concepito per formare professionisti consapevoli delle sfide del presente. Questo nuovo approccio formativo, che si può constatare sia nelle università tradizionali sia in quelle telematiche come l'Università "Niccolò Cusano", risponde alla crescente esigenza di avvocati capaci di operare in ambienti digitali, comprendere le logiche di funzionamento dei software giuridici e interfacciarsi con strumenti di IA, contribuendo così a colmare il divario tra diritto e tecnologia. Sono disponibili inoltre anche master e corsi specializzati che approfondiscono tematiche come il diritto digitale, la privacy e la gestione dei processi legali digitali. Ad esempio, il Master in Diritto Digitale, che si propone di formare professionisti in grado di affrontare le sfide legali legate all'automazione delle pubbliche amministrazioni e alla gestione dei dati personali o il percorso del diritto delle nuove tecnologie, che si focalizza su tematiche come la gestione dei dati personali e dei servizi digitali.
Nuove competenze e opportunità per i professionisti del diritto
La trasformazione digitale degli studi legali ha inevitabilmente modificato anche il profilo del giurista moderno, nonché le sue mansioni. Non basta più conoscere codici, norme e sentenze: oggi un avvocato deve saper gestire un processo interamente digitalizzato, interagire con database giuridici avanzati, comprendere l’output di un algoritmo o configurare strumenti di automazione legale. Questa evoluzione comporta una ridefinizione delle competenze tecniche e trasversali richieste ai professionisti del diritto. Le soft skill, come il pensiero critico e l’adattabilità, diventano fondamentali per lavorare in sinergia con le tecnologie e interpretare i risultati generati da sistemi intelligenti. Cresce inoltre la richiesta di figure ibride, in grado di combinare conoscenze giuridiche e competenze digitali, come ad esempio nel campo della data governance, del diritto dell’intelligenza artificiale o della cybersecurity. A proposito di IA, sarà interessante capire come evolverà l'applicazione della prima normativa al mondo sull'Intelligenza Artificiale, lanciata dall'Unione Europea e in fase di attivazione. Questo strumento richiederà l'intervento di molteplici esperti in materia per controllare l'efficacia della legge e la sua applicazione, aprendo le porte a nuove professioni.