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Napoli: Ermione di Rossini in scena al San Carlo

Ermione è una delle opere più difficili di Gioachino Rossini, il cui intento era quello di portare in scena una proposta teatrale drammatica e caratterizzata da un forte realismo. Dopo ben 31 di assenza, era il il 1988, Ermione ritorna in scena al teatro San Carlo di Napoli.

Il 27 maggio del 1819, sempre al San Carlo di Napoli, ci fu il debutto dell’opera di Rossini, che fu un fiasco per l’eccessiva tragicità dell’opera, cui il pubblico non era abituato. Da quel momento Ermione non venne più ripresa in nessun teatro fino al 1977 quando, sotto forma di concerto, la tragedia venne ripresentata dinnanzi al pubblico nella Chiesa dell’Annunziata a Siena.

Dal 7 al 10 novembre Ermione ritorna a Napoli con la regia di Jacopo Spirei e viene ripresentata in occasione dei 200 anni dalla sua prima assoluta.

Jacopo Spirei

Jacopo Spirei

Come afferma lo stesso Jacopo Spirei:

Ermione è un’opera di scelte: amore, dovere, potere e follia. A che cosa si è disposti a rinunciare pur di ottenere quello che si vuole? Si può sacrificare il bene di una nazione per un interesse privato? E per amore? In quest’opera tutti sacrificano tutto e sono disposti a pagare un prezzo altissimo per le proprie scelte.

Rossini, attraverso Ermione, cerca di mettere in rilievo e interpretare le debolezze dell’uomo, quelle stesse che esasperandolo lo conducono a fare scelte estreme. Protagonista, contrariamente ai classici stereotipi della tragedia classica greca, non è un vincitore ma un perdente sconfitto.

Teatro San Carlo

Teatro San Carlo

Ermione: l’opera teatrale

Troia è stata sconfitta da Pirro, principe degli Achei, che decide di portare con sé alcuni prigionieri troiani tra cui Andromaca, vedova di Ettore, di cui lui è follemente innamorato. Pirro vuole che Andromaca diventi sua moglie anche se, questi, ha promesso di sposare Ermione, figlia di Menelao, che venuta a conoscenza delle intenzioni del suo promesso sposo viene colta da sdegno e implacabile gelosia.

La tragedia è divisa in due atti.

Il primo atto si apre con un coro di prigionieri troiani che lamentano la sconfitta e la distruzione della loro città. Nel coro c’è Andromaca disperata e inconsolabile per la morte del marito Ettore, di cui rivede continuamente il volto. A tormentarla c’è Attalo, confidente di Piro, che continua ad insinuarle le intenzioni amorose del principe che, in cambio del suo amore, le promettere di salvare la vita a suo figlio Astianatte, accettandolo come figlio, qualora dicesse di sì alle nozze. Se Andromaca dovesse accettare le nozze come la prenderebbero gli Achei nel sapere che il successore al trono diventerebbe il figlio di Ettore, acerrimo nemico dei Greci? La possibilità di una nuova guerra, sarebbe un’ipotesi da tenere in considerazione.

Ermione incontra finalmente Pirro, che la umilia e proprio in quello stesso momento viene annunciato l’arrivo di Oreste, capo dei condottieri greci e innamorato di Ermione ma non corrisposto dalla donna, che vuole far ragionare il principe acheo, ricordandogli di rispettare i patti.

Pirro afferma con veemenza le sue intenzioni anche ad Oreste e annuncia il suo matrimonio con Andromaca, che però rifiuta la mano del principe. Pirro infuriato ritorna sui suoi passi, decidendo di sposare Ermione e di consegnare Astianatte ai condottieri greci.

Nel momento stesso in cui Pirro sta per consegnare il bambino, Andromaca gli supplica di darle del tempo per cambiare idea. Pirro si rallegra mentre l’ira pervade Ermione, che ha come unico sentimento quello di vendicarsi dell’affronto subìto.

Il secondo atto si apre con Attalo che comunica a Pirro che Andromaca ha deciso di sposarlo. La notizia giunge anche ad Ermione che, in preda al delirio e alla rabbia, approfittando dell’amore che Oreste nutre per lei gli chiede giustizia per il torto infertole da Pirro. Ermione vuole che Oreste uccida Pirro e che le porti, come prova dell’uccisione, il pugnale intriso del sangue della vittima.

Il giovane innamorato segue alla lettera le parole di Ermione, uccidendo il principe. Pilade, infuriato per la morte di Pirro, minaccia il linciaggio per vendicare l’omicidio. Ermione maledice Oreste mentre viene portato via in preda al delirio.

Ermione: direzione e interpreti

La tragedia che verrà presentata al Teatro San Carlo di Napoli si avvale della seguenti figure direttive:

Direttore: Alessandro De Marchi

Maestro del Coro: Gea Garatti Ansini

Regia: Jacopo Spirei

Scene: Nikolaus Webern

Costumi: Giusi Giustino

Luci: Giuseppe Di Iorio

Assistente alla Regia: João Carvalho Aboim

 

Per quanto concerne l’interpretazione teatrale

Ermione, Angela Meade / Arianna Vendittelli (10 novembre)
Andromaca, Teresa Iervolino
Pirro, John Irvin 
Oreste, Antonino Siragusa
Pilade, Filippo Adami  / Julian Henao (10 novembre)
Fenicio, Guido Loconsolo / Ugo Guagliardo (10 novembre)
Cleone, Gaia Petrone
Cefisa, Chiara Tirotta
Attalo, Cristiano Olivieri

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo.

 

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