Roberto Pellecchia

100 Castelli da conoscere in Campania

100 Castelli da conoscere in Campania è un viaggio fotografico e narrativo tra grandi e piccole fortificazioni, da quelle più conosciute alle più nascoste, disseminate nella regione.
Cento castelli per sognare, per ritornare bambini, quando i castelli erano nelle fiabe e nei giochi d’infanzia, ma anche occasione per rivivere e immaginare le vicende medievali che portarono alla loro costruzione e che li videro testimoni di guerre, distruzioni, invasioni di popolazioni che si succedettero, storie di nobili dinastie.

In questo suo ottavo libro Roberto Pellecchia ha scelto i castelli medievali della Campania che, per il loro aspetto, stato di conservazione o particolare storia, maggiormente emozionano e riportano la mente a quelle epoche lontane.

Racconta l’autore:

I castelli della Campania erano in realtà molti di più ma una parte venne distrutta già in epoche remote, andando talvolta persa anche la memoria storica, e quelli che sono rimasti non hanno avuto vita facile.

Il continuo mutare delle dominazioni nell’Italia meridionale, nonché il verificarsi di frequenti terremoti, mise a dura prova la sopravvivenza di quasi tutti i castelli che, nel corso dei secoli, vennero distrutti, ricostruiti, rimaneggiati o abbandonati del tutto, a seconda delle necessità e delle risorse economiche dei feudatari e della popolazione.

In origine i castelli medievali avevano una funzione prevalentemente militare, difesi da mura e torri, con un mastio che rappresentava il luogo di difesa estrema.

Con la comparsa delle armi da fuoco molti castelli divennero inadatti a resistere ai colpi delle bombarde, per cui furono oggetto di importanti ristrutturazioni per opera di ingegneri militari che si prodigarono nel progettare strutture sempre più resistenti.
Gradualmente, tuttavia, i castelli non riuscivano più a soddisfare le esigenze militari dei secoli precedenti e nella gran parte dei casi vennero adattati a dimore gentilizie o semplicemente abbandonati perché i nobili preferirono andare ad abitare in nuovi palazzi baronali a valle, meno spartani e di più moderna concezione.

Spiega Pellecchia:
Tutto questo si traduce nella condizione estremamente eterogenea dei castelli al giorno d’oggi, aggravata spesso dallo scarso interesse per la tutela del patrimonio storico manifestata da molte amministrazioni locali o, semplicemente, dalla mancanza di fondi pubblici per i necessari interventi.

Oggi il panorama spazia da castelli del tutto scomparsi o ridotti a ruderi evanescenti, a castelli diroccati, trasformati e riutilizzati per nuove funzioni o restaurati in epoca recente. Dal punto di vista della fruizione turistica la situazione è altrettanto variegata perché, purtroppo, non tutti i castelli sono accessibili.

In alcuni casi lo stato di conservazione è talmente precario che la visita è interdetta per motivi di sicurezza, in altri si tratta di beni privati e i proprietari non consentono l’accesso, oppure appartengono alle amministrazioni locali che talvolta non dispongono delle risorse per renderli fruibili.
100 Castelli da conoscere in Campania
Nonostante queste considerazioni, anche attraverso il patrimonio castellare, la Campania si rivela ancora una volta una regione ricca di sorprese e densa di beni monumentali, da tutelare senz’altro meglio, ma allo stesso tempo da meritare una giusta ed entusiastica attenzione.

Conclude:

Scegliere cento castelli tra tutti quelli presenti nella regione non è stato semplice. La selezione è stata condotta in ragione di alcuni criteri oggettivi e anche di alcuni criteri soggettivi spiegati nell’introduzione del testo.

Alla fine, il volume è stato realizzato per chi ancora si emoziona nel vedere un castello, per chi a tale visione si abbandona ai ricordi e alla fantasia, per chi magari ha voglia di conoscere, attraverso le immagini e qualche breve nota storica, la parte più corposa e più rappresentativa di questo grande patrimonio campano, i cento castelli che sono l’oggetto di questa pubblicazione.

100 castelli da conoscere in Campania, volume di ben 208 pagine con oltre 300 immagini tutte realizzate dall’autore, sarà in edicola al costo di 10 euro a partire da giovedì 6 aprile.

I 100 castelli del libro di Roberto Pellecchia

Provincia di Napoli
1 Napoli – Castel dell’Ovo
2 Napoli – Castel Capuano
3 Napoli – Castel Nuovo
4 Napoli – Castel Sant’Elmo
5 Acerra
6 Anacapri – Castello Barbarossa
7 Bacoli – Castello di Baia
8 Capri – Castello di Castiglione
9 Castellammare di Stabia – Castrum ad mare
10 Ischia
11 Lettere
12 Massa Lubrense – Castello dell’Annunziata
13 Nola – Castel Cicala

Provincia di Avellino
14 Ariano Irpino
15 Avella – Castello di San Michele
16 Bagnoli Irpino – Castello di Cavaniglia
17 Bisaccia
18 Calabritto – Borgo Castello di Quaglietta
19 Calitri
20 Cervinara – ’O Castellone
21 Gesualdo
22 Grottolella – Castello Macedonio
23 Lauro – Castello Lancellotti
24 Manocalzati – Castello di San Barbato
25 Melito Irpino – Castello di Melito Vecchia
26 Monteforte Irpino
27 Montella – Castello del Monte
28 Montemiletto – Castello della Leonessa
29 Monteverde – Castello Sangermano
30 Montoro Inferiore
31 Rocca San Felice
32 S. Martino Valle Caudina – Castello Pignatelli
33 Summonte
34 Taurasi
35 Torella dei Lombardi – Castello Ruspoli
36 Volturara Irpina – Castello di San Michele
37 Zungoli – Castello dei Susanna

Provincia di Benevento
38 Benevento – Rocca dei Rettori
39 Airola
40 Apice vecchio – Castello dell’Ettore
41 Casalduni
42 Ceppaloni – Castello Pignatelli
43 Circello
44 Faicchio
45 Gioia Sannitica
46 Guardia Sanframondi
47 Limatola
48 Montesarchio
49 Morcone
50 Pontelandolfo
51 Puglianello
52 S. Salvatore Telesino – Castello Sanframondo

Provincia di Caserta
53 Caserta – Castello di Caserta Vecchia
54 Alvignano
55 Arienzo
56 Caiazzo
57 Calvi Risorta – Castello di Calvi Vecchia
58 Capua – Castello delle Pietre
59 Castel Morrone
60 Francolise
61 Letino – Santuario della Madonna del Castello
62 Maddaloni
63 Mignano Montelungo – Castello Fieramosca
64 Mondragone – Rocca Dragonis
65 Pietravairano
66 Prata Sannita – Castello Pandone
67 Riardo
68 Rocca d’Evandro
69 San Felice a Cancello – Castello del Matinale
70 Sant’Angelo di Alife – Castello di Rupecanina
71 Sessa Aurunca
72 Vairano Patenora – Castello d’Avalos

Provincia di Salerno
73 Salerno – Castello di Arechi
74 Agropoli
75 Battipaglia – La Castelluccia
76 Buccino
77 Caggiano
78 Camerota
79 Camerota – Castel Montelmo
80 Campagna – Castello Gerione
81 Capaccio – Castello di Capaccio Vecchia
82 Castelnuovo Cilento
83 Castellabate
84 Cava de’ Tirreni – Castello di Sant’Adiutore
85 Eboli – Castello Colonna
86 Laviano
87 Lustra – Castello di Rocca Cilento
88 Maiori – Castello di San Nicola di Thoro Plano
89 Mercato San Severino
90 Nocera Inferiore
91 Olevano sul Tusciano – Castrum Olibani
92 Oliveto Citra – Castello Guerritore
93 Perdifumo – Palazzo Vargas di Vatolla
94 Roccadaspide
95 Sala Consilina
96 S. Cipriano Picentino – Castello di Montevetrano
97 S. Marina – Castello di Policastro Bussentino
98 Sicignano degli Alburni – Castello Giusso
99 Teggiano – Castello Macchiaroli
100 Valva – Villa D’Ayala

Al momento 100 Castelli da conoscere in Campania sarà distribuito in provincia di Salerno e, nei prossimi mesi, anche nelle altre province della Campania.

Borghi e centri storici abbandonati in Campania

43 storie, 30 paesi, 13 centri storici, cinque province, 225 immagini. Sono questi i numeri che compongono l’ultimo libro firmato da Roberto Pellecchia.
Di origini austriache, l’autore vive e lavora a Salerno, dove esercita da 35 anni la professione di medico. Fotografo e instancabile viaggiatore, ha all’attivo 6 pubblicazioni di successo legate ai territori.
Borghi e centri storici abbandonati in Campania” prende in esame quei luoghi che sono stati abbandonati nel corso degli ultimi mille anni e di cui esistono ancora rovine ben leggibili: ruderi, paesi o nuclei storici interi.
Il tema centrale si sviluppa intorno al momento dell’abbandono e ai motivi dello stesso. In taluni casi si tratta di catastrofi naturali, eventi bellici, pestilenze, ma anche abbandoni spontanei e progressivi, causati dalle condizioni disagevoli che le piccole comunità dovevano affrontare per viverci, non più compatibili con gli standard di vita contemporanei.
Numerosi sono gli aneddoti riguardanti sia gli ultimi abitanti che vi vissero, sia l’epoca in cui questi paesi erano vitali.
Mentre alcuni di questi, come Roscigno Vecchia, Romagnano al Monte, San Severino di Centola, Apice Vecchio, sono ben conosciuti e meta di visitatori e curiosi, altri stanno scomparendo dalla memoria o dalla sfera del patrimonio storico e culturale.
Eppure, si tratta di luoghi della memoria meritevoli di una valorizzazione turistica con dignità di veri e propri santuari delle comunità, le cui generazioni li popolarono nei secoli.
Spiega Roberto Pellecchia nell’intensa prefazione del libro.
Il luogo in cui si nasce crea delle radici talmente profonde da tenere legate le persone per tutta la vita e, anche quando se ne vanno, prima o poi sentono il bisogno di tornarci. Per questo motivo ho sempre pensato che in ogni paese abbandonato vi sia il segno della sconfitta dell’uomo da parte di un nemico molto potente, talmente potente da soffocare per sempre quella tenacia che ha spinto ogni popolazione a costruire insediamenti in ogni parte del mondo, anche nelle aree più estreme e inospitali. (…) Perché un paese non è solo un insieme di case, un luogo dove le persone vivono. È, piuttosto, la radice profonda a cui sentiamo di appartenere, che ci accomuna per vicende storiche, per legami di parentela e vincoli di amicizia, che ci identifica grazie a una determinata inflessione dialettale e per modi di dire legati alla storia e al paesaggio. Sono le basi di quel senso di comunità che permette di percepire il posto in cui si è nati, o in cui si abita da tanto tempo, come un rifugio unico e un luogo da amare.
Le 43 storie narrano le vicende di 30 paesi e 13 centri storici completamente disabitati sparsi tra le cinque province della Campania, con l’intento di attirare sempre di più l’interesse verso queste realtà abbandonate ricche di fascino, ma implicitamente anche verso numerosi piccoli centri che rischiano lo spopolamento totale nel nostro presente.

La pubblicazione raggiungerà le edicole di tutta la Campania in diverse date. Dal 18 marzo sarà disponibile in tutte le edicole della provincia di Salerno, in abbinamento al quotidiano La Città di Salerno, e lo resterà fino a fine aprile.
Per il resto d’Italia è possibile ordinare il libro e richiedere informazioni sulla distribuzione scrivendo una e-mail a borghiabbandonati@libero.it

Borghi e centri storici abbandonati in Campania

Borghi e centri storici abbandonati in Campania

Le località di “Borghi e centri storici abbandonati in Campania”

Provincia di Napoli: Rione Terra – Pozzuoli.
Provincia di Salerno: Casale Pamponii (Olevano sul Tusciano), Castellammare della Bruca (Ascea), Marina di Furore, Romagnano al Monte, Roscigno Vecchia, Sacco Vecchio, San Giovanni del Tresino, San Nicola di Centola, San Severino di Centola vecchio, Sorbo (Montecorvino Pugliano).
Provincia di Caserta: Caianello Vecchio, Calvi Vecchia, Casignano (Carinaro), Centora (Trentola-Ducenta), Cerquarola (Roccamonfina), Cese Vecchio (Roccamonfina), Croce (Rocchetta e Croce), Formicola di Mastrati (Pratella), Friano (Aversa), Marzanello Vecchio (Vairano Patenora), Matteoli (Sessa Aurunca), Pietramelara, Rocciano (Giano Vetusto), San Felice Vecchio (Pietravairano), San Pietro Infine, Vairano Patenora.
Provincia di Avellino: Aquilonia Vecchia, Borgo-castello di Calitri, Civita di Ogliara (Serino), Conza della Campania, Melito Vecchia (Melito Irpino), Montecalvo Irpino, Quaglietta (Calabritto), Roccabascerana, Senerchia
Provincia di Benevento: Apice Vecchio, Castelpoto Vecchio, Cerreto Antica (Cerreto Sannita), Circello, Limata (San Lorenzo Maggiore), Paduli, Tocco Vecchio (Tocco Caudio).
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