repressione

Sicurezza, Pignataro (Aicis):
«Linea dura contro l’accattonaggio»

Resta alta l’attenzione sulla sicurezza ad Avellino che non è immune da fenomeni delinquenziali diffusi.

Non solo reati predatori ma anche fenomeni di accattonaggio che vengono segnalati dal segretario regionale dell’Aicis, Salvatore Pignataro, che si mostra sensibile agli allarmi lanciati dai residenti ed esercenti e indica alcune iniziative da adottare per gestire al meglio la sicurezza pubblica.

«Anche nella città di Avellino – spiega Pignataro- il fenomeno dell’accattonaggio e dei mendicanti è in costante aumento. Si tratta di persone che infastidiscono famiglie, anziani, giovani e cittadini che circolano tranquillamente nel centro cittadino e non solo».

Dopo aver sollecitato le forze politiche della città di Avellino a dare spazio nei programmi elettorali ai temi della sicurezza e della legalità, il segretario regionale della Campania dell’Associazione Italiana Criminologi per l’investigazione e la Sicurezza invita il prossimo sindaco e la futura amministrazione comunale di Avellino, a porre in essere ordinanze e misure efficaci contro le forme di accattonaggio, mendicità e abusivismo spesso perpetrate soprattutto nelle zone più affollate della città.

«Occorre contrastare qualsiasi forma di accattonaggio e mendicità -continua- specie se effettuati con modalità ostinate, moleste e minacciose nei confronti di persone inermi. Tale “linea dura” serve a tutelare la tranquillità delle famiglie avellinesi, cosi come avviene nelle altre città italiane ed europee dove tali atteggiamenti sono assolutamente vietate e represse poiché in molti casi favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi e di illegalità, da parte di cittadini italiani ma soprattutto da parte di exstra-comunitari. I sindaci e le amministrazioni comunali hanno dalla loro parte anche la nuova legge di conversione del “decreto sicurezza” che prevede l’introduzione diverse novità sulla immigrazione e sulla sicurezza pubblica».

Tra queste emerge l’introduzione di una nuova fattispecie delittuosa di cui all’art. 663-bis c.p., rubricata come “l’esercizio molesto dell’accattonaggio”. Si punisce, salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque eserciti l’accattonaggio con modalità vessatorie o simulando deformità o malattie o attraverso il ricorso a mezzi fraudolenti per destare l’altrui pietà. Il trattamento sanzionatorio previsto prevede l’arresto da tre a sei mesi a cui si accompagna la previsione di un’ammenda da euro 3.000 a euro 6.000. In aggiunta, potrà essere sempre disposto il sequestro delle cose che sono servite o sono state destinate a commettere l’illecito o che ne costituiscono il provento.

La riforma riscrive anche l’articolo 600-octies del codice penale, la cui rubrica sarà sostituita dalla seguente: “Impiego di minori nell’accattonaggio. Organizzazione dell’accattonaggio”.

A questo riguardo, risulta evidente la stretta nei confronti degli organizzatori, che si affiancherà a quella prevista dal primo comma della disposizione. La fattispecie penale di cui all’art. 600-octies, ad oggi, punisce, salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque si avvale, per mendicare, di minori degli anni 14 ovvero permette che questi, sottoposti alla sua autorità o affidate alla sua custodia o vigilanza, mendichino, o che altri se ne avvalgano per mendicare.

«La pena -conclude il segretario Aicis Campania- è quella della reclusione da uno a tre anni. Il secondo comma, aggiunto dalla legge in materia di sicurezza, ha ritenuto opportuno sanzionare con la reclusione da uno a tre anni anche chiunque organizzi l’altrui accattonaggio, se ne avvalga o comunque lo favorisca a fini di profitto».

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