Mente che mente

Mente che mente è il nuovo album in studio di Delio Lambiase

Un progetto, quello di Mente che mente, in cui – rispetto al primo EP “Sacra nostalgia” (2019) e all’album “Radice” (2021) – è stato dato spazio a sonorità più marcatamente elettroniche: 6 tracce nate ed elaborate in questi ultimi 2 anni densi di accadimenti.

Un percorso umano, intellettuale e artistico che parte da lontano e, per la precisione, dalla scrittura del suo romanzo “Il grande salto”.

Uno spartiacque, perché da quel momento ho sentito la necessità di diventare da spettatore anche attore del ribollio artistico che mi agitava.

Una scrittura che si è fatta via via urgenza e medicina dell’esistenza per Delio, che continua:

Un modo per svuotarsi da un peso trasformandolo in viatico per affrontare il quotidiano. Scrivere mi riassetta il cuore, genera una sorta di upgrade dei pensieri.

Dal fiume in piena di una scrittura senza sosta, quindi, al conseguente rovescio della medaglia. Dal romanzo di analisi e passando per il Cammino di Santiago de Compostela, al ritorno alla composizione musicale, più asciutta, quasi essenziale.

Complici la faccia tosta e il sudore, poi, affrontando il giudizio dei contest e l’irrefrenabile voglia di “crescere”, prende parte ai laboratori di scrittura di Francesco Di Bella, motore di stimolo e confronto; arrivando a tessere la tela del suo nuovo “Mente che mente”.

Questo periodo ha messo a dura prova molte nostre abitudini e ha fatto emergere una certa letargia di coscienza che inganniamo costruendoci vite piene di impegni che, molte volte, tradiscono un vuoto interiore che cerchiamo di ignorare, ma che è sempre lì presente.

Mente che mente” è una critica serrata ai meccanismi della mente osservati in me e negli altri e che rivelano che la mente, da nostra servitrice, è diventata un padrone cui obbediamo ciecamente senza interrogarci sull’autenticità di ciò che pensiamo, sentiamo e facciamo.

Musicalmente volevo uscire dalla confort zone dei miei gusti e delle mie abitudini musicali, così, ho dato spazio, accanto a brani più vicini alla tradizione pop-rock, anche a timbri sonori più marcatamente elettronici e a suoni più contemporanei, cercando di non tradire mai – e sperando di esserci riuscito – l’urgenza e l’autenticità della scrittura.

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