Lucia Savelli

Avellino: Giù il velo dei pregiudizi

Giù il velo dei pregiudizi è il nome del seminario che si è tenuto all’ex Carcere Borbonico di Avellino. Il tema affrontato è quello della donna islamica, della sua femminilità e del suo reale rapporto all’interno della propria comunità.

Siamo sicuri di conoscere realmente ciò che riguarda la cultura islamica, la religione e il ruolo della donna? La maggior parte di noi ha conoscenze basate su falsi stereotipi e molto spesso si pensa alla cultura islamica senza contestualizzare i luoghi geografici in cui essa esiste. Scopo dell’incontro di oggi è quello di porre attenzione sulla conoscenza e l’approccio verso la diversità attraverso un pensiero laterale, un occhio umano e soprattutto che conosce bene queste tematiche, molto spesso abusate dai media e non approfondite nel modo adeguato.

Giù il velo dei pregiudizi nasce da un’idea nata a scuola dalla professoressa Lucia Savelli che, dopo aver assegnato la lettura di un libro di Malala Yousafzai, ha chiesto ai suoi alunni di scriverle una lettera.

Tra i diversi elaborati la docente ne ha scelta una, quella di Martina Pergola. La lettera è stata tradotta e spedita a Malala Yousafzai, scrittrice, giovane attivista pakistana e la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace.

Giù il velo dei pregiudizi

Giù il velo dei pregiudizi

Giù il velo dei pregiudizi ha coinvolto gli studenti di terza della Scuola Secondaria di I grado Francesco Solimena, l’incontro ha dato degli spunti di riflessione per i ragazzi, aiutandoli a comprendere che la curiosità e l’apertura mentale possono farci apprendere le sfumature del mondo. I confini geografici servono per orientarci praticamente e non per limitarci umanamente e mentalmente.

La discussione, per essere meglio compresa, si è svolta attraverso un parallelismo tra la donna occidentale e quella islamica. La maggior parte delle donne occidentali, ad esempio, rincorre l’ideale estetico di perfezione, non rendendosi conto che questo è un retaggio della società maschilista che ancora ci portiamo dietro. Per molte donne islamiche è fondamentale ottenere il diritto allo studio e questo non significa che loro non curino il loro aspetto fisico o la propria femminilità, semplicemente lo fanno in modo diverso.

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