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Le Ragioni del Boia di Giuseppe Garofalo: intervista

Le Ragioni del Boia (2019) è l’ultimo libro scritto dall’avvocato penalista Giuseppe Garofalo, pubblicato da Graus Edizioni.

l'autore de Le Ragioni del Boia: intervista

Giuseppe Garofalo

Vincenzo de Jorio, avvocato criminale del Foro di Napoli, è la voce narrante all’interno de Le Ragioni del Boia. L’avvocato il 10 maggio del 1809 viene arrestato con l’accusa di aver partecipato ad una cospirazione per attentare alla vita del re, reato che ai tempi veniva punito con la pena di morte.

Le Ragioni del Boia mostra il doppio volto del diritto che, per certi aspetti, ancora è vigente.

Il libro è composto da una narrazione fatta di processi giudiziari che si svolgono a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo a Napoli, in età borbonica. Durante la lettura del libro assistiamo, in base alle decisioni giuridiche del momento, al processo di vittime che vengono accusate per aver gridato in strada: “Viva Ferdinando e viva Carolina” e cinque anni dopo “Abbasso Ferdinando e abbasso Carolina”.

In sostanza viene fuori un quadro della giustizia che processa se stessa perché le leggi, soggette a interpretazioni non sono altro che interpretazioni dettate da una legalità composta di concetti precettistici incompatibili con la realtà dei tribunali e del patibolo.

Durante la presentazione del libro, svoltasi a Santa Maria Capua Vetere, il noto giurista Carlo Taormina ha delineato un parallelismo tra il diritto di ieri e quello di oggi, partendo dalla spiegazione de Le Ragioni del Boia.

Carlo Taormina

Carlo Taormina

Carlo Taormina ha definito così Le Ragioni del Boia:

Un libro pieno d’insegnamenti perché ci sono una miniera d’informazioni tecnico-giuridiche su cui bisognerebbe riflettere.

Per avere un’idea più esaustiva de Le Ragioni del Boia, ecco l’intervista integrale a Giuseppe Garofalo.

Intervista integrale a Giuseppe Garofalo

Giuseppe Garofalo: biografia

Giuseppe Garofalo oltre ad essere l’autore de Le Ragioni del Boia è un noto avvocato penalista, allievo del professore Alfredo De Marsico.

Lo scrittore è uno studioso di storia giudiziaria infatti ha scritto tre libri di successo su questi argomenti: Teatro di Giustizia (1996), La Seconda Guerra Napoletana alla Camorra (2005) e L’Empia Bilancia (2011).

Con la pubblicazione de Le Ragioni del Boia Giuseppe Garofalo giunge al suo quarto libro, ma lo scrittore sta già lavorando ad un altro progetto, di cui ancora non sappiamo nulla.

Quali sono le ragioni del boia?

Tommaso Paradiso, il boia, vende spezzoni di corda degli impiccati a persone credulone che ne fanno degli amuleti o li conservano come reliquie. Il prezzo di ogni pezzo corda varia in base alla notorietà e alla personalità dell’impiccato.

La morte data dal boia era e doveva rimanere un atto amministrativo, la cui esecuzione doveva essere asettica, se non ripugnante, anche per chi la eseguiva.

A governare la Giustizia nei tribunali erano in tre: il re, il giudice e il boia. Non era una triade ma una Trinità perché decideva della vita e della morte.

Il re indicava con una legge in astratto le persone da uccidere, il giudice le indicava in concreto e il boia le uccideva. Nella trinità, però, non regnava la giustizia, quella delle leggi non scritte. Dell’orrore della decapitazione e della impiccagione veniva indicato responsabile il boia e non il giudice che le aveva ordinate.

In breve ad essere elogiato, paradossalmente, era  il giudice che veniva apprezzato per la decisione mentre il boia veniva disprezzato per averla semplicemente eseguita.

Tommaso Paradiso, condannato a morte, era reo di peccati veniali e non di quelli mortali perché quest’ultima responsabilità era dei giudici che l’avevano decisa e fatta eseguire.

Le ragioni del boia

Le ragioni del boia

Le Ragioni del Boia mostra come sia ambivalente il volto della legge e come possa rinnegarsi o contrapporsi a se stessa, a distanza di anni o di epoche.

Se dovessimo riassumere con una frase Le Ragioni del Boia potremmo dire che si assiste alla condanna della giustizia che non fa altro che condannare se stessa.

Carlo Taormina fa un parallelismo tra il diritto di oggi e quello di ieri

Carlo Taormina, noto avvocato e accademico, in occasione della presentazione del libro Le Ragioni del Boia (2019) di Giuseppe Garofalo pubblicato da Graus edizioni, prende spunto da alcuni passi dell’opera per fare delle osservazioni tra il diritto di ieri e quello di oggi.

Le ragioni del boia

Le ragioni del boia

Protagonista de Le Ragioni del Boia è Vincenzo de Jorio, avvocato criminale del Foro di Napoli, che viene arrestato nel cortile di Castel Capuano il 10 maggio del 1809.

Davanti ad una folla di curiosi, avvocati, usceri, che via via si ingrandiva, tre uomini della polizia, invece dei pesanti e vistosi ferri ai polsi, mi applicarono le “polsette”, l’ultima invenzione della polizia: un aggeggio che secondo gli esperti impedisce la fuga perché cagiona la perdita dell’equilibrio.

L’avvocato Vincenzo de Jorio viene arrestato con l’accusa di aver partecipato ad una cospirazione, per turbare l’ordine pubblico e attentare alla vita del re. Questo reato, ai tempi, veniva punito con la pena di morte.

Carlo Taormina ha definito le Ragioni del Boia:

Un libro pieno d’insegnamenti perché ci sono una miniera d’informazioni tecnico-giuridiche su cui bisognerebbe riflettere.

Carlo Taormina

Carlo Taormina

Carlo Taormina si sofferma sull’importanza del coraggio difensivo ovvero l’azione individuale del difensore per impedire una palese ingiustizia processuale.

Come scrive l’avvocato Giuseppe Garofalo ne Le Ragioni del Boia:

Il coraggio del difensore si può manifestare in tre modi:  il sabotaggio del processo, l’abbandono della difesa, la contestazione frontale. Il sabotaggio è l’arma arrugginita del ricorso esasperato all’applicazione di regole processuali che ritardano o addirittura insabbiano la procedura. L’abbandono: è un modo per declinare responsabilità e richiamare attenzione pubblica sul processo a patto che venga eseguito con grande teatralità.La contestazione frontale: è l’attacco personale al giudice.

Questo passo è una critica palese, secondo Carlo Taormina, alla mancanza di coraggio dell’avvocato, una qualità che in primis i giudici dovrebbero esigere.

Per scoprire il resto non vi resta che guardare il video.

 

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