Cgil Avellino

Primo Maggio: Cgil, Cisl e Uil irpine tornano in piazza

Il Primo Maggio si ritorna in piazza ad Avellino per festeggiare il Lavoro, per riflettere su un rinnovato impegno per la Pace che attraversi il mondo lavoro ed ogni ambito del nostro vivere in una fase di surreale ritorno alla normalità: diseguaglianze, diritti negati, divari sociali e territoriali, sono esplosi e si sono aggravati dopo due anni di pandemia mentre una guerra esplode nel cuore dell’Europa.

La manifestazione organizzata da CGIL, CISL e UIL si svolgerà ad Avellino in Largo Biagio Agnes, già Piazza Verdi, nei pressi del cinema Partenio. L’appuntamento è alle ore 9:30.

Si ritorna in piazza unitariamente (l’ultima volta nel 2018 eravamo a Lioni) per gridare Stop alle armi. Perché sia dato spazio al dialogo, perché sia percorso ogni sforzo per restituire a cittadini, che ne sono ora privati, una vita libera e dignitosa.

Primo Maggio: Cgil, Cisl e Uil irpine tornano in piazza

Primo Maggio: Cgil, Cisl e Uil irpine tornano in piazza

Sarà il Primo Maggio di quanti un lavoro non ce l’hanno, di quanti l’hanno perso, di quelli che si sono spesi a rischio della loro vita durante la pandemia e che, precari, non sono stati assunti, di quelli che hanno continuato a lavorare nei servizi pubblici essenziali come nel privato per garantire la prosecuzione di una vita apparentemente normale, di chi si  ritrova a fare i conti con gli effetti della guerra e con uno stipendio o una pensione erose dai prezzi aumentati a dismisura senza che governo e partiti di maggioranza trovino soluzioni adeguate ai bisogni emergenti dalla realtà.

L’Irpinia si ritrova dopo tre anni più isolata, più debole, più lontana dal resto della Regione, più povera di diritti di quanto non fosse già. La desertificazione industriale prima, dei servizi ora, sono il terreno di coltura dello spopolamento: ogni anno perdiamo più di 3000 cittadini tra decremento delle nascite, emigrazione e morte. La politica non comprende che il tempo del potere e dei poteri è miseramente terminato e i corpi organizzati e la società civile devono trovare insieme la forza di reagire al nichilismo istituzionale che continua a negare un presente e un futuro alla nostra Terra.

Il Primo Maggio  CGIL CISL UIL, il sindacato confederale, darà voce in piazza agli immigrati, a coloro che sono fuggiti scappati dalla guerra, a chi un lavoro non ce l’ha più, a che lavora in nero, in grigio, a chi continua a garantire un servizio, tra mille difficoltà, ai nostri cittadini piccoli, giovani e anziani, a chi soffre per la qualità di servizi distrutti dalla cattiva amministrazione negli enti e nelle società’ di servizi, a chi paga le crisi aziendali , a chi non arriva alla seconda settimana,  in definitiva a tutti quelli che vogliono gridare ancora più forte ora basta!

La Cgil irpina verso lo sciopero generale proclamato con la Uil del 16 dicembre

Scuola, lavoro, casa, sanità e ambiente. Materia viva di una legge di Bilancio che avrebbe dovuto iniziare ad invertire la rotta di un paese ferito dalle disuguaglianze, facendo buon uso del fiume di miliardi europei, non può replicare un copione già visto di finanziamenti a pioggia, per i desiderata dei partiti di questa animalo maggioranza di unità nazionale.

Afferma il segretario generale della Cgil di Avellino Franco Fiordellisi:

Non ho mai creduto, per la natura stessa di questo governo calato dall’alto di una crisi orchestrata in piena pandemia da personaggi come Renzi, che Draghi potesse rispondere al disagio sociale con misure adeguate alla sfida di una stagione nuova. È accaduto il contrario. La Patrimoniale respinta dal presidente del consiglio, che era un sollievo fiscale minimo per i più deboli.

Provvedimenti sulla concorrenza che mettono in vendita i beni comuni e dei servizi locali, per cui a pagare saranno sempre i più deboli lavoratrici e lavoratori, precari e non, giovani e non, pensionate e pensionati! Per questo lo sciopero generale è stata una scelta difficile, ma necessaria. Con salari bassi, nuova occupazione bassa e precaria, la maggioranza di donne disoccupata e precaria, giovani che sono alla mercé del capitale mercantilista.

Il sindacato (Cgil e Uil) ha deciso lo sciopero generale:

Un sindacato che sembra essere isolato non avendo riferimenti forti di rappresentanza politica a sinistra, progressista. Senza una parte politica capace di farsi carico della rappresentanza di questi bisogni, necessità del suo popolo, per trasformarli in un progetto di governo per migliorare la vita di chi Vive del proprio Lavoro, reddito da salario dipendente.

Per questo lo sciopero generale vale per chiedere i diritti e risolvere bisogni. Il sindacato confederale generale esercita la sua funzione costituzionale di ruolo politico e di rappresentanza sociale per la giustizia sociale dopo le mobilitazioni di questi ultimi mesi, ci carichiamo delle piattaforme unitarie per una mobilitazione di protesta contro le misure del governo.

Cgil: lettera aperta del segretario generale Franco Fiordellisi

Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino, scrive una lettera aperta per delucidare il suo stato d’animo riguardo l’episodio di ieri e dell’attacco alla sede centrale a Roma, un atto antidemocratico, che conferma un grande regresso mentale, sociale e culturale.

Riportiamo il testo integrale perché è d’obbligo, soprattutto, per riflettere sulle derive prese.

Da tempo come Cgil abbiamo lanciato l’allarme per i ripetuti attacchi alla democrazia. Da svariati mesi, forse anni, stiamo subendo violenza sia verbale sia fisica. Ma quello che avviene contro la Cgil è un’azione contro tutte le democrazie, contro la partecipazione.

Noi agiamo, da sempre, nel solco della costituzione antifascista. E ieri con l’attacco portato avanti da frange fasciste e da formazioni fasciste come Forza Nuova e Casa Pound è stato superato il limite. Abbiamo il timore, più che giustificato, che si torni indietro nel tempo di 100 anni. Il timore che il fascismo in Italia non sia stato mai del tutto estirpato con l’azione di ieri ha dimostrato il volto e la cruda violenza contro uno dei simboli storici dell’antifascismo. Non c’è stata una vera catarsi di quello che è stata la dittatura nel ventennio fascista in Italia: non è accettabile che ci siano ancora oggi persone che possano dirsi fasciste e professarlo.

Deve essere chiaro a tutte e tutti che il fascismo è stato una dittatura: un ventennio terribile, drammatico per l’Italia che ci ha portato in guerra. Una dittatura che ha emanato le leggi razziali e ammazzato tante persone. Alla cui origine ci furono proprio gli assalti sistematici delle sedi sindacali. Ora come allora non possiamo permettere – e non lo permetteremo – che ci possa essere una nuova deriva autoritaria e violenta. Per questo andiamo avanti ed è stata indetta una manifestazione unitaria per sabato prossimo, 16 ottobre, cui sono invitate tutte le forze democratiche. È ancora più importante oggi riaffermare la democrazia e la partecipazione del mondo del lavoro, considerando anche le risorse che il governo nazionale ha dal PNRR, per ricostruire, tutti insieme, il bene comune, per le donne, le giovani generazioni dell’Italia del futuro. 

Per questo il fascismo deve essere definitivamente cancellato dal lessico e dalle azioni: in Italia devono essere sciolte le formazioni e le associazioni che si richiamano al fascismo e alla sua ideologia come recita la Costituzione. Quindi dalla Costituzione dobbiamo ripartire per spendere le risorse attraverso la partecipazione democratica di uomini e donne, dei corpi intermedi dei sindacati, delle associazioni per ridisegnare i servizi pubblici come la sanità e la scuola e quindi la conoscenza. Avere un lavoro dignitoso per tutti: quello che la pandemia ci consegna dopo 18 mesi è il dramma della solitudine e della precarietà con l’accentuarsi delle disuguaglianze tra Nord e Sud del paese e tra le aree interne e le aree costiere. Ma ancora di più tra chi tanto ha e chi nulla ha.

Dopo i tremendi fatti di ieri, hanno espresso solidarietà e ringrazio: Anpi provinciale, Cisl IrpiniaSannio, Uil Avellino-Benevento, Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Avellino Prende Parte (App), Controvento, Acli, Arci Avionica e Confcooperative, oltre a tantissimi cittadini.

Infine non posso non ricordare la Marcia della Pace da Perugia ad Assisi che si è tenuta ieri e che assume, dunque, un valore ancora più pregnante. Ribadiamo ancora volta: bisogna estirpare, cancellandole, tutte queste formazioni fasciste che nulla hanno a che vedere con la Costituzione Italiana. Allora per un’Europa sociale e democratica sabato prossimo in piazza contro tutti i fascismi.

Valle dell’Irno: sindacati e amministrazioni a confronto

Si è svolto il secondo incontro a Montoro tra le amministrazioni comunali di Montoro, Forino insieme alla Cgil di Avellino per discutere sulle possibili azioni da attuare per risolvere i problemi di natura idraulica e idrologica che da anni riguardano il comprensorio dell’Alta Valle dell’Irno.

Erano presenti: Francesco Tolino, vicesindaco di Montoro, Antonio Olivieri, sindaco di Forino, insieme a Carmine De Maio e Carmine Mazzarotti per la Cgil.

Franco Fiordellisi

Valle dell’Irno: i problemi idrici e idrogeologici secondo Carmine De Maio e Carmine Mazzarotti

Come affermano De Maio e Mazzarotti:

Preoccupa il continuo ripetersi di episodi di alluvionamento della Piana di Forino, i cui effetti ricadono sull’intero bacino, quindi anche sul territorio di Montoro e dei Comuni più a valle.

Quindi d’accordo coi sindaci, abbiamo avviato una discussione per la definizione di un programma di interventi volti alla complessiva soluzione dei fenomeni in dissesto idrogeologico.

È necessario assicurare in una prima fase il funzionamento e il potenziamento dell’impianto di sollevamento presente a Celzi, che riveste importanza fondamentale nei periodi di intense precipitazioni e di procedere alla separazione dei sistemi fognari, prevedendo il funzionamento separato di una linea destinata alle acque nere e di un’altra da utilizzare esclusivamente per lo smaltimento delle acque superficiali.

Carmine De Maio inoltre evidenzia:

La sinergia tra Enti locali e associazioni, per risolvere problemi dei cittadini, vuol dire creare le condizioni di far vivere meglio i cittadini, siano essi lavoratori, pensionati, o giovani disoccupati, per questo l’impegno massimo della CGIL nella contrattazione sociale e territoriale. Ora questa ulteriore riunione sui problemi ambientali e idrici di Celzi di Forino è un esempio importante che cercheremo di ampliare, per il bene delle comunità in un’ottica di governance e trasparenza della gestione beni pubblici e comuni.

Si attendono nuovi risvolti e progetti rivolti alla risoluzione di queste problematiche che da anni colpiscono le zone sopracitate.

Franco Fiordellisi: uscire dalla crisi con investimenti in servizi materiali e immateriali

L’emergenza Covid-19 rende sempre più urgente provvedimenti per risanare ciò che si è abissato ulteriormente con questo stallo. Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino, consiglia di fare investimenti in servizi materiali e immateriali.

La crisi che stiamo vivendo, a suo avviso, non va sprecata.

È necessaria un’azione decisa per ottenere investimenti in servizi materiali e immateriali. È possibile e bisogna fare presto.

Le sue parole sono dettate dai dati che da dicembre 2019 dimostrano una perdita, in Italia, pari a 444mila occupati che ha generato un’impennata di inattivi.

Ecco le parole del segretario generale della Cgil di Avellino:

Quelli che oggi sono inattivi a livello lavorativo sono scoraggiati dalla difficile ricerca di un lavoro. La pandemia ha colpito con forza maggiore tutte le fasce più deboli della società. I giovani e le donne  sono sempre le due categorie di popolazione che continuano a subire, più delle altre, le varie crisi.

L’Irpinia in questa analisi dell’Istat a livello nazionale ha i seguenti numeri: con i suoi circa 416.000 residenti, 69.000 giovani tra 0 e 18 anni; 151.000 attivi di cui 33.000 autonomi/indipendenti; su 319000 potenziali attivi; disoccupati 47.000; 82.000 pensionati; di cui 12.500 over 75; reddito pro capite 15.733/00 euro; occupazione femminile al 29% e maschile al 52,5%.

I disoccupati sono poco meno di 20.000, che non trovano lavoro e non hanno in essere azioni di formazione o di ricerca attiva.

Cgil Avellino

Franco Fiordellisi: dichiarazioni

La crisi di governo deve essere risolta al più presto, per dare risposte chiare sulla pandemia, vaccini, tracciamento. C’è anche bisogno di tempo che serve per i Piani di recupero e resilienza per cui diventa sempre più complicato cercare di trovare delle soluzioni per cercare di recuperare il tempo perso in questi mesi trascorsi.

Continua con queste parole di Franco Fiordellisi:

Le nostre proposte mirano ad avviare azioni per un lavoro dignitoso, perché affrontare il tema del lavoro, insieme ai servizi pubblici, chiudendo i cantieri per le infrastrutture avviati da anni, è fondamentale per rilanciare gli investimenti pubblici e privati, anche nella ricerca per prodotti manufattoriero, tendenti all’impatto climatico zero. Definire una forte rete di azioni sulle politiche attive a partire dalla formazione continua, all’individuazione delle nuove competenze su digitale e automazione. Con questo sistema possiamo ridurre il divario occupazionale di genere e di età.

I fondi destinati all’Italia con programmi Sure, Next Generation Ue e risorse nazionali, sono un’enorme mole di risorse da non disperdere in tanti piccoli progetti, ma in progetti di prospettiva, con obiettivi definiti e specifici per la ripresa.

Non ci resta che attendere le prossime decisioni che verranno fatte per risollevare le sorti del nostro territorio e dell’Italia intera.

Irpinia: il settore dell’artigianato è in crisi 1000 aziende coinvolte, le parole di Franco Fiordellisi

Carmine De Maio e Franco Fiordellisi, segretari generali di Filctem Cgil e Cgil, presentano la situazione drammatica che stanno vivendo 1000 aziende irpine legate al settore dell’artigianato.

Da mesi, i lavoratori del comparto artigianale sono in attesa dell’assegno integrazione salariale dell’ente bilaterale FSBA.

FSBA (Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato)  è una componente fondamentale del nuovo welfare che è stato istituito dalle Parti Sociali Nazionali per intervenire a favore dei dipendenti delle imprese artigiane iscritte a EBNA/FSBA.

il settore dell'artigianato è in crisi

il settore dell’artigianato è in crisi

Il settore dell’artigianato irpino è in crisi: le parole di Carmine De Maio e Franco Fiordellisi

I segretari generali di Filctem Cgil e Cgil spiegano con queste parole ciò che sta accadendo a 1000 aziende irpine:

In Irpinia sono coinvolte oltre 1000 aziende, con più di 3000 lavoratrici e lavoratori, in molti casi Maestri di Mestiere, in queste aree la figura dell’Artigianato è centrale sia nella cultura, essendo espressione sociale ed economica vera dei territori, come per l’Italia.

Le lavoratrici ed i lavoratori sono i custodi di saperi e di antiche tecniche, competenze, tramandate da generazioni e meritano, soprattutto in questo momento così difficile e complicato, la massima attenzione e rispetto perché tutelando i lavoratori dell’artigianato stiamo tutelando il cuore stesso miglior made in Italy.

Non è quindi accettabile né sopportabile che le lavoratrici ed i lavoratori non ricevono l’assegno dell’ammortizzatore sociale previsto dal fondo bilaterale Artigiano da 5 lunghi mesi, precisamente dal mese di giugno 2020. La situazione già grave in sé non può essere aggravata da ritardi burocratici incomprensibili che lasciano senza reddito migliaia di lavoratrici e lavoratori unitamente alle loro famiglie, aggravando già il disastroso impatto sociale sull’Irpinia.

Da mesi i sindacati vengono contattati dai lavoratori per poter ricevere informazioni su pagamenti e tempistiche relative e dalle parole ascoltate si evince la frustrazione e la fragilità per non riuscire a sostenere i bisogni delle famiglie perché ad oggi sono in molti coloro che devono ancora ricevere ammortizzatori dall’Inps risalenti al mese di ottobre.

Il paradosso come spiegano Carmine De Maio e Franco Fiordellisi:

Le risorse per la copertura economica fin al mese di settembre 2020 sono già state stanziate, ma per le lungaggini burocratiche assurde, non arrivano all’ente bilaterale FSBA in modo da procedere all’erogazione delle prestazioni spettanti ai lavoratori.

Quarant’anni dal terremoto dell’Irpinia: lettera aperta di Raffaele Lieto

Raffaele Lieto, segretario generale Cgil Avellino e segretario Cgil Campana scrive una lettera aperta per ricordare il terremoto dell’Irpinia di quarant’anni fa e fare delle considerazioni attuali sulla condizione territoriale di queste zone.

Sono passati 40 anni dal terremoto del 23 novembre 1980: un tempo lungo che ha cambiato la società e gli uomini. Chi era giovane, come me, oggi ha un’età avanzata. In tutto questo tempo sono avvenute tante cose e tante discussioni, spesso inutili e fuorvianti sono state fatte, fino alla noia. Eppure non si è riusciti e non si è nemmeno voluto, mettere dei punti fermi, sulle cose avvenute, sui ritardi, sugli errori, sulle cose positive, sarebbe stato utile e necessario per delineare un futuro, una prospettiva che in qualche modo facesse tesoro di quanto avvenuto, e servisse a costruire un modello credibile di sviluppo, con politiche utili a mantenere e sviluppare quello che c’è, e a innovare l’intero territorio, oltre le poche isole felici. Ho avuto la possibilità, purtroppo di vivere i momenti fondamentali, di quanto accaduto.

Dai primi giorni di soccorso e di aiuto, prima disorganizzati e spontanei o poi via via, diretto e gestito dalle tante organizzazioni e associazioni intervenute, e poi dalle istituzioni. Lo Stato dimostrò tutta l’impreparazione, e le falle, che nel Mezzogiorno avevano caratteristiche ancora più gravi. Lo sforzo di migliaia di volontari e gli aiuti arrivati da ogni luogo non trovavano una realtà pronta ad accoglierli efficientemente. Ho vissuto in prima persona con tanti compagni e volontari irpini e di ogni regione d’Italia, la necessità dopo qualche mese, di salvaguardare ciò che arrivava sotto forma di aiuti, che non si era in grado di utilizzare razionalmente. Le strutture del PCI, della Cgil, ma anche di Cisl e Uil, Alleanza contadini, Confesercenti, Arci, Legacoop e tante altre associazioni locali e territoriali, convogliarono nelle aree del terremoto migliaia di tonnellate di aiuti di ogni tipo.

Ma i troppi tentativi di appropriazione indebita e le inefficienze erano un problema serio, in qualche modo, ridimensionati in parte dai sacrifici di tanti (non tutti) amministratori e cittadini dei comuni colpiti e si allestirono allora luoghi di raccolta e di distribuzione nei comuni che  salvaguardarono almeno in gran parte molte risorse. Ciò fu possibile per il sacrificio e l’impegno di centinaia di volontari di ogni regione d’Italia e irpini. Dopo alcuni mesi, solo in seguito a forti richieste e pressioni, riuscimmo a consegnare all’esercito diverse decine di camion di aiuti, che andavano ancora utilizzati.

Questo il periodo dell’emergenza, che dopo decenni non sembra aver lasciato ancora una cultura dell’uso serio della ricchezza frutto di solidarietà. Abbiamo sì una protezione civile efficiente e tante organizzazioni locali di volontariato all’epoca esistenti. Ma ciò non ha ancora prodotto una riflessione compiuta su ciò che è avvenuto dopo nel corso di anni.

L’assenza di tale approfondita consapevolezza non favorisce un’idea collettiva e condivisa dell’azione solidale.

Faccio qualche esempio, uno riguarda, anche noi, le organizzazioni di massa. Si decide di avviare un processo di industrializzazione, delle aree interne di Campania e Basilicata. In provincia di Avellino, per risibile motivi di campanile e di prestigio di qualche barone del tempo si individuarono 8 aree industriali.

In una provincia come la nostra, con problemi di viabilità, trasporti su ferro, e di reti, e di energia si provvide a sbancare milioni di metri cubi di suolo, per finanziare progetti di qualità (pochi) e tanti imbroglioni che ogni mattina, come avviene ancora oggi, si alzano per fiutare l’affare del momento.

Siccome non sembra esserci ancora la serenità per discutere degli errori nella genesi e nella gestione di questi processi, non è ancora il caso di evitare annunci, spot elettorali, propaganda di basso profilo.

E definire invece cosa serve in termini di servizi di reti, di trasporti per utilizzare le strutture create e mai poco utilizzate, per favorire e attrarre nuove e innovative?

Si potrebbe intanto partire dal fatto che una curatela fallimentare non può durare decenni e produrre solo macerie. In Irpinia nelle aree industriali della 219, e nel nucleo storico di Solofra, più tanti altri diffusi nel territorio sono decine le strutture, in degrado per interminabili processi fallimentari. Fu faticoso in particolare per me e la Cgil irpina giungere all’accordo per il contratto di area, peraltro nato non da un’iniziativa delle parti, ma generato da una legge finanziaria dello Stato, che avrebbe voluto favorire l’utilizzazione dei fondi della 219 che poi è avvenuta ma che ha percorso anche tante strade sbagliate. Negli anni il sindacato e la sinistra politica hanno più volte sollevato questi temi ma i processi economici anche quelli truffaldini hanno sempre o quasi vinto.

Quarant'anni dal terremoto dell'Irpinia: lettera aperta di Raffaele Lieto

Quarant’anni dal terremoto dell’Irpinia

L’Irpinia oggi in quali condizioni versa secondo Raffaele Lieto?

Oggi abbiamo realtà vive e importanti, tante inutili cattedrali, tante macerie e tante strutture inutilizzate quando si avvierà seriamente un’idea di sviluppo che fra le altre opportunità utilizzi anche questa?

Ma dobbiamo riconoscere che poi in uno schema che ha visto le organizzazioni sindacali, sollecitare discussioni e denunciare limiti ed errori, esse non sono immuni da errori. Ricorderò per sempre come hanno fatto Cgil, Cisl, Uil e gli altri che sommariamente ho elencato prima, in termini di aiuti. Ricordo centinaia di quadri sindacali, operai e consigli di fabbrica, che per mesi hanno consegnato aiuti di ogni tipo e hanno fisicamente lavorato nei comuni dell’Irpinia, in totale autosufficienza per non pesare sulla tragica situazione organizzativa. Sono stati raccolti miliardi di lire, che in gran parte sono andati a organizzazioni, enti e associazioni oltre che ai Comuni delle aree terremotate.

Una parte delle risorse si decise con una buona intuizione e con una idea innovativa di dedicarli alla costruzione dei centri sociali in molti comuni. Strutture che dovevano servire ad aiutare forme di socializzazione e servizi per i cittadini. In Irpinia la scelta di Comuni, fu anche in questo caso, come per le aree industriali decisa in base a municipalismi e piccoli interessi politici delle organizzazioni risultato: a parte la parziale utilizzazione di alcuni (Avellino, Solofra) il tentativo è miseramente fallito.

Cattedrali nel deserto, che dopo alcuni anni sono stati consegnati ai Comuni che spesso li lasciano deperire, anche per la cronica mancanza di risorse, ma l’obiettivo è andato perduto. Ecco tutti dovremmo avere la capacità di ripartire dai limiti e dagli errori, per parlare non di nostalgiche, lamentazioni su cosa avvenne, ma di cosa servirebbe far avvenire nei prossimi anni, che per tanti motivi si annunciano difficili. Seppure lentamente, alcuni progetti si realizzano. L’Alta capacità Napoli-Bari, con la stazione Hirpina, il completamento di alcuni assi viari, la elettrificazione della Benevento – Avellino – Salerno, forse propedeutica ad un utilizzo vero di questa linea.

Sono alcune cose importanti. ma il progetto complessivo? energia, acqua, sistemi integrati di depurazione, fibra e reti. C’è un luogo dove si rende finalmente possibile, una discussione seria e produttiva? Mi sembra invece che a prevalere è ancora l’antica logica della richiesta di sussidi e fondi per tanti progetti senza però indicare un chiaro disegno di sviluppo.

Politica in Irpinia: per Franco Fiordellisi tante parole sparse da parte dei politicanti e pochi fatti

Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil Irpina, delinea un quadro politico irpino dai tratti cupi. Quello a cui stiamo assistendo, propagande politiche a parte accompagnate da vagonate di parole vuote e vane, non fanno altro che attestare una politica territoriale che manca di fatti e di politica basata sul fare.

L’emblema di questa constazione è ciò che è accaduto a Novolegno che ha dismesso l’attività, licenziando più di 100 lavoratori.

Le parole del segretario dell Cgil non lasciano spazio a fraintendimenti:

Novolegno, del gruppo Fantoni, ha deciso di fare ingenti investimenti nella produzione di uguali manufatti a Udine Osoppo.

Quest’azione potrebbe essere inserita tra le tantissime ingiustizie perpetrate a danno della nostra terra ma anche verso lo Stato, se non fosse che tanta colpa è tutta della deputazione nazionale unitamente ai livelli regionali, per le mancate azioni e risposte ai lavoratori e ai sindacati che proponevano di avviare un polo di riuso e riclo del legno, adeguando impianti e macchinari per non creare problemi all’ambiente e alle comunità locali, le quali hanno negli anni avuto problemi con gli scarichi in atmosfera e continuano a tenerne per gli scarichi di acque non depurate.

A completare questo corollario vi è anche la dismissione della Iavarone Legnami a Calitri e la forte crisi che sta affrontando HolzBau Sud sita sempre a Calitri. Le aziende sopracitate, per mancanza di investimenti in impianti e macchinari, hanno dovuto arrendersi e gettare la spugna.

Segretario Generale Cgil Irpina

Franco Fiordellisi

I sindacati, come sottolinea Franco Fiordellisi, sono messi alla gogna dai rappresentati istituzionali di vari livelli che non fa altro che perpetrare a livello dialettico il solito scarica barile per cui sembra difficile trovare una soluzione del problema che finisce inevitabilmente accartocciandosi su se stessa.

Franco Fiordellisi conclude con questa affermazione:

Ci assumiamo il peso della responsabilità e rilanciamo sul progetto eco sostenibile di riuso e riciclo del legno in sicurezza per i lavoratori e l’ambiente.

Vogliamo portarlo avanti e lo riproporremo al Governo nell’idea del Contratto istituzionale di sviluppo.

Per Franco Fiordellisi e Carmine De Maio l’Irpinia è una provincia politicamente devastata

Con l’inizio della campagna elettorale, in vista delle Regionali, si evidenzia secondo Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil, e Carmine De Maio, segretario generale Fictem Cgil, si evidenzia la drammaticità della grande crisi presente in Irpinia da un punto di vista sociale ed economico.

I due sindacalisti commentano così la situazione:

La nostra è una Provincia devastata sia sul piano sociale che su quello economico: negli ultimi tre anni c’è stato un vero e proprio tracollo con centinaia e centinaia di posti di lavoro andati in fumo, tante aziende in grande difficoltà anche per l’assenza dei servizi infrastrutturali delle zone industriali.

Per quanto riguarda il piano sociale e quello che riguarda la qualità della vita si è registrato un peggioramento nei servizi (trasporti, infrastrutture, ambiente e sanità). Questo che abbiamo davanti è uno scenario che spiega il fenomeno dello spopolamento che conta circa 2mila persone all’anno che decidono di lasciare l’Irpinia. Di queste persone la maggior parte sono giovani che decidono di andare via nel tentativo di poter avere una prospettiva migliore di vita rispetto a quella che offre l’Irpinia.

Oltre il fenomeno dello spopolamento Franco Fiordellisi e Carmine De Maio sottolineano un calo delle nascite annuo pari 1500 e ciò denota lo stato attuale di una crisi da un punto di vista economico, sociale e politico.

Il tasso di irregolarità delle aziende cresce, assistiamo ad una desertificazione industriale che si traduce in un rasso di disoccupazione giovanile pari al 55%.

Cgil Avellino

Cgil Avellino

I due sindacalisti sottolineano il completo silenzio relativo a questi dati e problematiche da parte dei politici locali.

La nostra non è una presa di posizione ma un’amara constatazione di chi, giorno dopo giorno, percorrendo le sconnesse strade dell’Irpinia, vive quotidianamente i drammi di questa provincia.

Alcuni esempi che rappresentano il simbolo di questa grave crisi sono rappresentati da Novolegno che ha licenziato 117 lavoratori, FIB Sud che ha indotto in un limbo burocratico 20 lavorotari, Whirlpool che a messo a rischio licenziamento circa 200 lavoratori. L’indifferenza per le sorti di questa terra proviene da quei luoghi che dovrebbero rappresentare lo Stato come ad esempio il Tribunale di Avellino, in particolare la sezione fallimentare, che gestisce tutti gli immobili industriali sottoposti a concordato o a fallimento.

Questi luoghi molto spesso, a detta dei sindacalisti, procedono senza tener conto delle esigenze dei lavoratori e di chi li rappresenta. Molto spesso, infatti, vengono ignorate le proposte per un piano di recupero delle maestranze perché la loro missione è quella di far deperire gli immobili per decenni e rivenderli, al 30%/40% del loro valore, a chiunque si presenti esclusivamente provvisto di moneta contante.

L’esempio di ciò viene confermato da quello che è successo a Solofra dove il tribunale ha accolto un’offerta fatta a titolo personale presentata da due giovani imprenditori che non erano né investitori né imprenditori. I fondi per giunta non si sa da dove provenissero.

Franco Fiordellisi e Carmine De Maio sottolineano le classiche dinamiche cui siamo costretti ad assistere durante il periodo delle campagne elettorali in cui improvvisamente i candidati si svegliano dal letargo e chiedono confronti con i sindacati, avallando proposte.

I sindacalisti ribadiscono di essere aperti al dialogo 365 giorni all’anno a prescindere dai soli 30 giorni di propaganda politica perché per risollevare le sorti dell’Irpinia c’è bisogno di impegni concreti, di politica di strada quella si prende carico della fatica del vivere quotidiano a differenza di quella fatta attraverso slogan e retorica inutili.

L’ASL di Avellino replica riguardo il mancato accordo con i sindacati

Per quanto riguarda il mancato raggiungimento dell’accordo con alcuni sindacati riguardo la preventiva definizione e utilizzazione dei fondi relativi all’art.80 e 81 cel CCNL 2018, relativi al Comparto Sanità e in riferimento alla progressione economica orizzontale, l’ASL di Avellino afferma che le notizie riportate su alcune testate giornalistiche sono incomplete.

In particolare l’azienda sanitaria specifica che il mancato accordo è dipeso dalla indisponibilità da parte delle organizzazioni sindacali perché non si sono adeguate ai criteri stabiliti dalla normativa vigente.

Il Dipartimento Funzione Pubblica, attraverso una circolare del 04/07/ 2019, interpretando l’art 23 comma 2 del D. Lgs 150/2009 (c.d. riforma Brunetta) ha disposto che:

La quota di personale interessato alla procedura selettiva deve essere limitata ad una quota limitata e quindi non maggioritaria (non superiore al 50%) della platea dei potenziali beneficiari.

Dunque il beneficio economico non può essere riconosciuto sulla base del criterio della ripartizione a pioggia ma circoscritto ad una platea di potenziali beneficiari, non superiore al 50% degli aventi diritto, selezionati sulla base  di criteri oggettivi e di merito.

L'ASL di Avellino replica ai sindacati

L’ASL di Avellino replica ai sindacati

Com’è stato ripartito l’adeguamento?

L’ASL di Avellino ha dovuto proporre l’adeguamento dell’accordo alle disposizioni di legge.

L’adeguamento è stato ripartito nel seguente modo:

50% per l’anno 2019 previsto dalla Circolare della Funzione Pubblica sopracitata e non potendo applicare la proposta sindacale dell’80% per il 2019  e il restante 20% nel 2020 perché in palese difformità con quanto previsto dalla norma vigente.

Pur convenendo con la proposta fatta dalle rappresentanze sindacali, l’adozione di percentuali difformi esporrebbe l’Azienda Sanitaria Locale ad un procedimento da parte della Corte dei Conti come confermato dal Collegio Sindacale che ha preannunciato l’obbligo di denuncia, in caso di adozione di provvedimenti non conformi alla normativa.

Lo sforzo profuso dagli operatori del comparto, durante l’emergenza Covid-19, non merita una sterile strumentalizzazione circa il mancato raggiungimento dell’accordo sindacale perché l’abnegazione mostrata mostrata esula da tali argomentazioni.

È stata predisposta una nota alla Funzione Pubblica con l’invito di rivedere la circolare in questione perché il ritardo nell’emanazione della stessa circolare rispetto all’approvazione del CCNL (maggio 2018) ha determinato situazioni di disparità di trattamento economico tra i dipendenti delle diverse Aziende Sanitarie e gli effetti negativi ricadono inevitabilmente sui lavoratori.

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