castello d’aquino caffè letterario grottaminarda

Il Terremoto-Irpinia 1980: il docufilm di Alessandra Rossi

Il Terremoto-Irpinia 1980 è un docufilm di Alessandra Rossi, che racconta attraverso le voci di chi c’era ed ha vissuto in prima persona, l’evento più catastrofico della storia repubblicana.

La pellicola è stata proiettata al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda nell’ambito della “Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici”, evento a cura dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, “Sezione Irpinia”, in partenariato con “Science Together”.

Era il 23 novembre del 1980 e 90 secondi di terremoto hanno devastato un intero territorio, creando una tragedia sotto diversi punti di vista: sociale, economico, politico ma, soprattutto, umano.

Il Terremoto-Irpinia 1980: il docufilm di Alessandra Rossi

Il documentario affronta la catastrofe del terremoto in modo diverso e interessante rispetto ad altre realizzazioni cinematografiche, che si soffermano principalmente sull’aspetto umano e sentimentale relativo al tempo in cui si è verificato il cataclisma.

La novità racchiusa nel lavoro di Alessandra Rossi consiste nel presentare il terremoto del 1980, ripercorrendo i momenti simbolici del prima, durante e dopo. Proprio in questa ricostruzione e narrazione che è presente la novità. L’evento tragico del cataclisma, infatti, viene analizzato in tutte le sue parti, rimettendo tutto in discussione e mostrando parallelamente due strade ideologiche che, seppur diverse, fanno parte della stessa faccia della medaglia.

Il documentario analizza il canone giornalistico del tempo, come ad esempio il Fate Presto de Il Mattino di Napoli, che in qualche modo richiamava lo stile della Pop Art.

Non è un caso che Andy Warhol abbia reinterpretato la prima pagina del giornale, facendola diventare un’opera d’arte sociale per invitare ad un tempestivo intervento e soccorso alle vittime del sisma, concentrando l’attenzione su quell’imperativo dietro cui vi era una chiara richiesta di aiuto, per l’emergenza sociale causata dal terremoto. Fate Presto infatti è diventato il simbolo del terremoto in Irpinia conosciuto in tutto il mondo.

All’interno del documentario viene mostrato il discorso dell’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, che descrive così la devastazione vista con i suoi occhi in Irpinia:

Sono tornato ieri sera dalle zone devastate dalla tremenda catastrofe sismica.

Ho assistito a degli spettacoli che mai dimenticherò. Interi paesi rasi al suolo, la disperazione, poi, dei sopravvissuti vivrà nel mio animo.

Ebbene, a distanza di 48 ore non erano ancora giunti, in quei paesi, gli aiuti necessari.

Dalle parole di Sandro Pertini trapela non solo la sensibilità di uomo di spessore ma la responsabilità morale e civile di un politico che ha visto con i propri occhi l’entità grave della tragedia avvenuta. L’allora Presidente della Repubblica invita gli italiani alla mobilitazione e alla solidarietà umana che non ha un colore politico, rivolgendosi chiaramente agli antimeridionalisti del tempo.

Il Terremoto-Irpinia 1980: perché vederlo

Il Terremoto-Irpinia 1980 affronta anche la problematica dell’Irpiniagate fatta di sprechi, malaffare, strumentalizzazioni politiche che avevano come movente principale l’accaparramento dei fondi destinati a sanare un territorio devastato fin nelle viscere.

Il documentario, infatti, mostra problematiche mai affrontate e conseguenze che l’Irpinia porta con sé ancora oggi, soprattutto a livello paesaggistico perché alcuni luoghi sono stati ricostruiti senza mantenere alcuna identità architettonica, cancellando definitivamente l’identità storica di molti paesi.

Alessandra Rossi

Il lavoro di Alessandra Rossi, nonostante ricostruisca un evento storico, ha tematiche molto attuali, che esulano dalla semplice rimembranza della memoria storica, che sicuramente avrà la sua importanza ma il mero ricordo da solo non basta.

Siamo ciò che siamo per la summa di ciò che è stato ma possiamo aspirare ad essere migliori di ciò che siamo diventati.

In che modo? Educando e istruendo chi non ha vissuto il terremoto del 1980, offrendo gli strumenti di conoscenza idonei e pratici per poter affrontare in modo diverso un cataclisma, per una maggiore consapevolezza del rischio ma, soprattutto, per essere preparati ad una fuga consapevole ed evitare tragedie nella tragedia.

Notturno Concertante live al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Il 23 giugno tutti gli amanti della buona musica sono chiamati a partecipare al live dei Notturno Concertante, storico gruppo di musica progressive formatosi in Irpinia a metà degli anni ’80.
Il gruppo, che ha all’attivo sette dischi musicali di cui l’ultimo “Let them say” pubblicato nel 2020 dopo otto anni dal precedente lavoro, torna nella sua terra, l’Irpinia appunto, per una serata all’insegna della musica rock progressiva che ha caratterizzato tutta la storia della band.
Una musica, questa, che rimanda e si ispira a gruppi intramontabili come i Genesis; non a caso lo storico chitarrista Anthony Philips ha anche partecipato insieme ai Notturno Concertante alla compilation di brani “Double Exposure”, pubblicata nel 1989.

Notturno Concertante live a Grottaminarda

Notturno Concertante live a Grottaminarda

I Notturno Concertante, negli anni di intervallo tra i loro lavori in studio, si sono fatti conoscere nel panorama nazionale ed internazionale per le numerose collaborazioni e progetti anche molto diversi fra loro.
Il loro primo disco “The Hiding Place” è stato solo il primo passo di una lunga carriera poliedrica e sfaccettata, che ha attraversato lavori per comporre la colonna sonora di serie televisive in onda sulla Rai, collaborazioni con figure di spicco come lo scrittore Stefano Benni, ed anche la composizione di musiche per film e documentari, tra cui “L’ultimo Goal” (regia di Federico di Cicilia) e “Con i miei occhi” (del regista Giorgio Diritti).

Dopo aver realizzato le musiche di alcuni racconti radiofonici in onda su Rai Radio 3 ideati dalla scrittrice Giovanna Iorio, con quest’ultima hanno anche ideato delle installazioni sonore presenti a Londra, Parigi e New York. Di recente il gruppo ha concluso una serie di concerti in collaborazione con Ray Wilson, ex cantante dei Genesis, ed ora si apprestano a tornare nella terra dove tutto ha avuto inizio per un concerto tanto atteso.

È infatti qui che Raffaele Villanova e Lucio Lazzaruolo, i due componenti storici della band, hanno fondato i Notturno Concertante, adesso accompagnati dal batterista di formazione standard jazz Francesco Margherita. Non si poteva scegliere location migliore per questo evento che il Castello d’Aquino, la splendida fortezza medievale recentemente restaurata che svetta imponente sopra la Valle dell’Ufita.

Amanti della musica e della cultura di questa terra si ritroveranno qui il 23 giugno per un evento dal sapore tutto irpino.

Cesare Carpenito presenta Sulphur al Castello D’Aquino caffè letterario

Sulphur è il primo romanzo di Cesare Carpenito, edito da Il Papavero edizioni.

Il romanzo fonde antichi saperi, mestieri di un tempo, amicizia, credenze popolari in una storia che ha come protagonisti Enea e Ninetto, apparentemente diversi eppure umanamente molto simili.

Ci troviamo negli anni’50 nel piccolo Borgo di San Michele dove il tempo scorre lento, seguendo un suo moto fatto di calma e ripetizione statica che forse appesantisce e crea un vuoto interiore a tutti giù in paese.

Questo sentire privato e collettivo in Sulphur diventa il protagonista insieme ai personaggi. Chi vive tutt’oggi le dinamiche dei piccoli paesi riesce a comprenderlo meglio, con un sorriso amaro.

La gente ama le cattiverie, ama sputare veleno sulle vite degli altri e, magari fa bene. Magari tutto quel veleno, tenuto dentro, ci avvelenerebbe le viscere fino ad ucciderci nel silenzio più assordante. Allora meglio parlare, meglio tirare giù, nel baratro, il mondo insieme a noi. Forse sputare il nostro odio, le nostre paure, i nostri segreti, le nostre vergogne più nascoste sulle vite degli altri può aiutare. Può aiutare a sentirsi migliori. Può aiutare a non sentirsi i peggiori. Forse.

Questo lo sa bene Ninetto, figlio di Annina la sartina, vedova di nessun morto, secondo le voci maligne degli abitanti di Borgo di san Michele. Lui da sempre abituato a crescere con lo sguardo inquisitore del prossimo e sorrisi beffardi che, nel tempo, gli hanno traforato l’anima, cambiandola in modo drastico.

Sulphur di Cesare Carpentino: la recensione

Cesare Carpentino vi aspetta al Castello d’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Come la maggior parte degli abitanti, anche Ninetto, nutre la passione della miniera, che tanto passione in fondo non è perché essendo l’unica alternativa per chi come lui non ha studiato, diventa l’unica alternativa per poter guadagnare qualcosa. In luoghi in cui non c’è molta scelta, forse, ci ritrova inconsapevolmente a farsi piacere solo ciò che si conosce e che è familiare.

Ci era sceso la prima volta a sei anni, insieme al padre e al caporale: quasi una gita. per i primi tempi, infatti, il lavoro dei ragazzini era lo stesso di quello delle donne: venivano impiegati al Mulino e insaccavano per giorni interi, finché le loro manine morbide non si coprivano dei calli spessi e senz’anima dei loro padri, dei loro nonni e così via.

E così sempre. E così per sempre.

Poi c’è la banda del paese che legava davvero la gente del luogo allo stesso modo della puzza dello zolfo ma in modo diverso. La musica, infatti, rappresenta una via di fuga per molti giovani e l’opportunità di scoprire il mondo esterno, scoprendo qualche Madonna dal volto nero con un altro nome ma sempre la stessa.

Sulphur è un romanzo che parla del Sud negli anni ’50, facendoci riflettere sul nostro tempo e sul nostro Sud di oggi. Un romanzo che prende l’incipit da un ricordo, ricavandone una narrazione acuta, realistica e a volte cinica proprio perché il tempo in alcuni luoghi dell’entroterra sembra avere la stessa cadenza di quegli anni. Il romanzo ci parla di una realtà che non esiste più ma che si palesa in altre forme oggi, ritornando ad essa.

Per scoprire il resto non vi resta che partecipare alla presentazione del libro, prevista il 24 ottobre al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda alle ore 18:00 per scambiare quattro chiacchiere con Cesare Carpentino o semplicemente ascoltare questa storia.

Dante per tutti al Castello D’Aquino con il III Canto del Purgatorio

Ritorna l’appuntamento con Dante per tutti, curato da Luca Maria Spagnuolo, al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda.

Concluse le letture e gli approfondimenti relativi all’Inferno di Dante, ci addentriamo nel Purgatorio e più precisamente nel Canto III, dedicato a Manfredi di Svevia.

L’appuntamento è previsto il 14 ottobre alle ore 20:30, previa prenotazione al seguente recapito telefonico: 320 96 48 749.

Dante per tutti: terzo Canto del Purgatorio

Il format culturale continua al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Purgatorio: introduzione

La struttura materiale, morale ed escatologica del secondo regno si presenta molto diversa da quella che Dante ha voluto dare all’Inferno.

Contrariamente alla tradizione teologica e letteraria, Alighieri pone il Purgatorio all’aria aperta e non nel sottosuolo, evidenziando la differenza con il regno dei dannati.

Il Purgatorio è una montagna a forma di cono che termina con una pianura e con con una vetta aguzza: il monte è alto, il più alto di tutte le montagne del mondo.

Il Purgatorio inizia solo ad una certa altezza: la parte inferiore e la spiaggia (il monte del Purgatorio si trova su un’isola) formano l’Antipurgatorio, dove si trovano coloro che si sono pentiti all’ultimo momento, o meglio, quelli che si pentirono quando, per loro, non era più possibile peccare.

Qui le anime aspettano un periodo più o meno lungo prima di accedere al Purgatorio vero e proprio, diviso in sette gironi. In ognuno di questi, come nell’Inferno, si trova una serie di peccatori che espiano uno dei sette peccati capitali in ordine decrescente di gravità dal basso verso l’alto.

Coloro che si sono macchiati dei peccati di superbia, invidia e ira pagano la pena per aver amato il male del prossimo.

Lo scarso amore verso Dio espiato nella fascia centrale, dove ci sono gli accidiosi.

Un altro gruppo di peccatori unisce altre tre tipologie di peccato: avarizia e prodigalità, gola e lussuria. Questi sono accomunati dall’amore eccessivo per i beni terreni.

Agli antipodi di Gerusalemme, sulla pianura al culmine del monte Purgatorio è collocato il Paradiso terrestre, l’Eden.

Il Purgatorio non osserva la sottile ripartizione dei peccatori che è tipica dell’Inferno perché mentre lì i peccatori venivano collocati nel cerchio dove si puniva il peccato da loro commesso, i penitenti devono attraversare tutti i gironi ed espiare non un peccato, ma la generale propensione ad un peccato.

Dante, tuttavia, presenta le anime purganti nella balza dove si espia il loro più caratteristico peccato.

Purgatorio: i gironi

Nel primo girone i superbi vanno sotto il peso di enormi massi, che curvano al suolo il loro orgoglioso capo.

Nel secondo gli invidiosi sono seduti, coperti di cilicio e con gli occhi cuciti con filo di ferro.

Nel terzo gli iracondi sono avvolti in una coltre molto densa di fumo.

Nel quarto girone gli accidiosi corrono senza sosta.

Nel quinto gli avari e anche i prodighi sono legati per le mani e piedi, distesi proni a terra.

Nel sesto i golosi soffrono tremenda fame e sete, che si acuiscono alla vista di pomi che pendono da vari alberi e di acqua che cade dall’alto sui rami.

Nel settimo i lussuriosi si purificano camminando tra le fiamme.

A sorvegliare ciascun girone c’è un Angelo, collocato su una scala che conduce a quello successivo.

La speranza sembra essere la condizione esistenziale più diffusa nel secondo regno: è una dimensione molto più “umana” alla dannazione eterna dell’Inferno.

Per poter approfondire molti aspetti del Purgatorio, soprattutto del Canto III, non vi resta che prenotare l’appuntamento con Dante per tutti.

Appuntamento al Castello D’Aquino caffè letterario con il live dei Mercalli

Ultimo appuntamento estivo al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, che prenderà una breve pausa per ritornare con nuovi incontri dedicati alla cultura da vivere e da bere.

Per salutare tutti gli avventori affezionati con il giusto mood, il caffè letterario vi aspetta il 19 settembre (domenica) alle ore 21:30 insieme ai Mercalli, band pop-rock.

Mercalli

Mercalli durante un’esibizione live

Mercalli: chi sono

I Mercalli: Igor Grassi (voce e tastiere),Mino Sebastiano (Batterista), Enrico Riccio (chitarra) e Fortunato Sebastiano (basso) nascono come band nel 2013, ciò che li lega è la passione che nutrono per la musica e la voglia di condividerla e crearla insieme.

Nel 2019 realizzano Una casa stregata, il loro primo disco, co-prodotto con Francesco Tedesco per I Make Records, che la band descrive con queste parole:

Una casa stregata è un concept album perché nei testi c’è un richiamo alle stanze, ai mobili, ai soprammobili e alle porte, che sono tutti elementi che si sono manifestati inconsapevolmente, durante il loro divenire, e di cui ci siamo resi conto soltanto dopo.

Ciò che caratterizza la band sono le sonorità, in cui si riconoscono suggestioni pop-rock che si fondono con testi intimi che ricordano il cantautorato di nicchia, ricercato e curato nella forma e nella sostanza. Nulla viene lasciato al caso. Il lavoro finale risulta leggero dal punto di vista del sound ma profondo a livello testuale.

Una casa stregata, infatti, è un racconto in musica che narra diverse storie da una prospettiva diversa, sbirciando dietro una finestra.

Per salutare l’estate insieme al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda in modo spensierato ma con la leggera malinconia che si ha nel lasciare andare via qualcosa, non vi resta che prenotare e partecipare, prenotando al seguente numero: 320 9648749.

È obbligatorio il green pass.

Dante per tutti vi aspetta al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Continuano gli appuntamenti culturali di Dante per tutti, curato da Luca Maria Spagnuolo, al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda. Il reading è fissato per oggi alle ore 20:30 previa prenotazione al 3209648749.

Protagonista è il Canto XXXIII dell’Inferno: l’incontro tragico e pietoso di Dante con il Conte Ugolino della Gherardesca.

Michelangelo Bruno, bartender del caffè letterario, nel pensare a quale cocktail abbinare a 5 personaggi dell’Inferno dantesco, al Conte Ugolino ha associato un Hot Toddy mirtillo e cioccolato perché è un drink caldo che si contrappone al contrappasso per analogia di Dante che lo condanna a vivere immerso nel ghiaccio.

Dunque se avete intenzione di entrare a 360° nel mood del XXXIII Canto non vi resta che scoprire e degustare questo drink.

Appuntamento con Dante per tutti al Castello D'Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Appuntamento con Dante per tutti al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Inferno di Dante: approfondimento del Canto XXXIII

Questo canto ha i suoi punti nodali nell’incontro con i cittadini di Pisa e di Genova, due città in cui Dante trova confermata il suo pessimismo sullo stato della civiltà comunale. Nati dalla necessità di creare una società più democratica e civile con un’economia più agile e moderna, questi due comuni si sono impigliati in una serie di guerre fratricide che, nel tempo, li fanno regredire verso costumi più vicini ai barbari. Le lotte tra fazioni sono tutte alimentate dalla bramosìa di potere e dal disprezzo verso il debole in cui vennero coinvolti degli innocenti.

Su questo sfondo cupo e violento si colloca anche l’ambientazione infernale del canto XXXIIIesimo, in cui nel Cerchio IX vi sono i traditori, che sono costretti a stare immobili. Ciò che appare agli occhi di Dante è un deserto di ghiaccio popolato di sole teste.

Qui è stato destinato a restare il Conte Ugolino che è rimasto e rimarrà eternamente chiuso nei limiti feroci della sua società e della sua storia, dominata da tradimenti, crudeltà, odio, brama di potere e guerra.

Ugolino, per Dante, rappresenta l’emblema della crudeltà e del male umano. Il deserto umano non è altro che il mondo di cui egli stesso è il frutto, dunque l’angoscia che lui patì e ora patisce in eterno non può far scaturire alcuna pietà per lui ma solo per i poveri innocenti travolti dalle sue passioni irrazionali.

L’episodio del Conte Ugolino si basa su due temi: quello della ferocia umana che rafforza le forme di ferocia che gli furono proprie in terra e l’altro tema è quello della vita affettiva in cui il conte diventa il concreto simbolo di una società che ha tra le altre anche la responsabilità di assassinare degli innocenti perché fu protagonista di una politica faziosa.

Tu dei per ch’i’ fui conte Ugolino,

e questi è l’arcivescovo Ruggieri:

or ti dirò perché i son tal vicino.

Che per l’effetto de’ suo’ mai pensieri,

fidandomi di lui, io fossi preso

e poscia morto, dir non è mestieri;

però quel che non puoi avere inteso,

cioè come la morte mia fu cruda,

udirai, e saprai s’è m’ha offeso.

Per scoprire il resto non vi resta che partecipare a Dante per tutti!

Appuntamento con la musica classica al tramonto al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda apre le sue porte alla musica classica.

Il 5 settembre alle ore 19:00 un trio classico composto da Mario Ceci (pianoforte), Simone Memoli (oboe) e Luigi Fragnito (voce) accompagneranno la visione del tramonto all’interno della location suggestiva.

Il trio si forma durante gli anni di studio del conservatorio. Il loro repertorio spazia dalle classiche arie fino ad arrivare a rielaborazioni di colonne sonore di noti film.

Musica classica al tramonto al Castello D'Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Musica classica al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Luigi Fragnito spiega con queste parole l’emozione per l’appuntamento musicale:

Sono molto contento dell’opportunità offertami dal Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda che mi offre l’occasione di potermi esibire in una location affascinante, che mi è molto cara.

Per la prima volta, dall’inizio dei miei studi e dall’apertura del caffè letterario, ho l’occasione di cantare a Grottaminarda, terra in cui sono nato.

Spero di riuscire a suscitare curiosità verso il mondo dell’opera, che fino a qualche decennio fa era considerata la vera e propria musica popolare mentre negli ultimi anni si è avvolta di quel manto elitario e di nicchia.

La musica è un linguaggio storico, un’arte che esiste da tempo e che appartiene a tutti.

Torniamo all’antico e sarà un progresso, come affermava Verdi.

La passione per la musica classica accompagna Luigi Fragnito sin da bambino. Dopo le prime esperienze nei cori amatoriali di Grottaminarda, il suo paese di origine, inizia a studiare presso il Conservatorio di musica Nicola Sala di Benevento, sotto la guida del maestro Luigi Petroni, conseguendo la laurea in canto lirico.

Durante gli anni del conservatorio ha preso parte a numerosi concerti e rassegne dedicate al settore lirico.

Castello D'Aquino caffè letterario a Grottaminarda

Castello D’Aquino caffè letterario a Grottaminarda

L’anima che muove il caffè letterario di Grottaminarda è rivolta alla cultura in ogni sua forma. L’unico modo per donarla a tutti è quella di renderla fruibile il più possibile.

Gli eventi organizzati seguono sempre il filo conduttore dell’aggregazione e della condivisione, sentimenti collettivi che ci sono mancati negli ultimi anni e di cui dobbiamo riappropriarci con la stessa spensieratezza di un tempo.

Per poter assistere all’evento è necessaria la prenotazione, contattando il seguente numero: 3209648749.

Non ci resta che augurarvi un buon tramonto al Castello D’Aquino caffè letterario!

Il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda dedica una sala a Domenico Carrara

Il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda dedica una sala a Domenico Carrara, scomparso prematuramente, con una giornata ricca di eventi tra arte, musica e poesia. Una full immersion nella cultura per ricordare non solo un animo nobile ma un cuore gentile e delicato che è stato, sovente, l’anima pulsante e artistica del caffè letterario. In un certo senso lo si può considerare il collaboratore artistico di questo posto unico e suggestivo.

La giornata del 22 agosto infatti sarà interamente dedicata a Domenico Carrara con una serie di eventi culturali che lui, sicuramente, avrebbe apprezzato molto e di cui sarebbe stato fiero. In questa occasione verrà dedicata una sala del Castello D’Aquino caffè letterario dove sono stati organizzati e saranno organizzati eventi per Domenico.

Il Castello D'Aquino caffè letterario di Grottaminarda dedica una sala a Domenico Carrara

Il nome di una sala del caffè letterario di Grottaminarda verrà dedicata a Domenico Carrara

Adelina Minichiello, gestore del caffè letterario, ricorda così Domenico Carrara:

È stato sempre un collaboratore del caffè letterario, in un certo senso è stato il nostro direttore artistico. Il tempo ha deciso per noi, separando le nostre strade ma non potrà privarci del ricordo straordinario che ci ha lasciato.

Nella giornata del 22 agosto dedicheremo la sala “Domenico Carrara” del Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda perché ogni caffè letterario merita un Domenico.

Dedicare una sala a Domenico Carrara ci è sembrato un atto dovuto, non solo dal punto di vista intellettuale ma soprattutto umano.

Per noi è stato l’unico vero intellettuale contemporaneo a Grottaminarda.

Una persona sensibile alle novità culturali, la sua curiosità verso tutto ciò che poteva arricchire l’essere umano è sempre stata spiccata.

Domenico è stato un ponte culturale che ci ha permesso di entrare in contatto con diverse realtà, oltre il confine irpino, permettendo di dare ampio respiro alle attività letterarie e musicali che ci hanno consentito di essere ciò che siamo oggi: un polo culturale di ampio respiro che guarda al cambiamento senza dimenticare il passato.

Prosegue Michelangelo Bruno, bartender del Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda:

Il nostro gesto rappresenta un modo per averlo ancora tra noi attraverso le nostre attività e gli eventi. Questo rappresenta un modo per poter continuare a parlare di lui a chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo.

Il nostro modo di volerlo ricordare si avvicina all’idea di Ugo Foscolo, per il quale il luogo della sepoltura e del sepolcro non sono un bisogno fondamentale per poter ricordare la persona scomparsa. L’elemento fondamentale, per l’intellettuale di Zante, è quello di continuare a tenere in vita il defunto attraverso il suo ricordo con le parole ed è questo che noi vogliamo fare.

Il nostro è un gesto di stima e di memoria nei suoi confronti. La sala che dedicheremo a lui è un modo per mantenere vivo l’affetto che abbiamo sempre nutrito e nutriamo per lui. È un modo questo che lo rende ancora vivo e presente tra noi.

 

Castello D'Aquino caffè letterario dedica una giornata di eventi a Domenico Carrara

Castello D’Aquino caffè letterario dedica una giornata di eventi a Domenico Carrara

Programma della giornata dedicata a Domenico Carrara

La giornata del 22 agosto inizierà alle ore 18:00 con la presentazione de Nel ripetersi delle cose, l’ultimo libro di Domenico, edito da Homo Scrivens. Durante la presentazione analizzeranno il testo: Lorenzo Basile, Alessandro Carrara, Sandro Abruzzese, Aldo Putignano e Antonio Cataruozzolo.

I ragazzi della compagnia teatrale La Fermata leggeranno alcuni versi dello scrittore.

Alle ore 20:00 si svolgerà il Domenico Carrara Poetry Slam, una competizione di poesie tra vari poeti. Nel 2019 fu proprio grazie a Domenico Carrara che il caffè letterario ospitò una tappa del Campionato Caspar.

Alle ore 22:00 ci sarà la presentazione dell’album Massaria di Ettore Patrevita, che definisce il suo ultimo lavoro come un disco collettivo perché hanno partecipato diversi artisti. A questo progetto avrebbe voluto partecipare anche Domenico Carrara per raccontare terre e vissuti dimenticati che si incarnano nelle storie di quei pochi contadini e pastori rimasti. I musicisti saranno presentati da Vittorio Capozzi, che suonerà un pezzo che Domenico scrisse per suo padre e che lega a doppio filo i due.

I posti per poter partecipare sono limitati ed è necessaria la prenotazione, contattando il seguente numero: 3209648749.

È obbligatorio esibire il green pass.

Dante per tutti: nuovo appuntamento al Castello D’Aquino

Continuano gli appuntamenti con Dante per tutti al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda.

Il prossimo incontro è previsto per domenica 18 luglio alle ore 18:00, in cui è prevista la lettura con commento del Canto XIII dell’Inferno insieme a Luca Maria Spagnuolo. Il reading con successivo commento approfondirà l’incontro nella selva dei suicidi con Pier delle Vigne, il cancelliere di Federico II.

Struttura dell'Inferno dantesco

Struttura dell’Inferno dantesco

Dante per tutti propone il Canto XIII

Il Canto XIII ci conduce nel VII cerchio all’interno del II girone in cui sono relegati i suicidi. Ci troviamo all’interno di una selva allucinante, popolata da cagne feroci che corrono tra alberi contorti, su cui nidificano le mostruose Arpie. Questi alberi non sono altro che le anime dei suicidi che sono costrette a vivere immobili e senza possibilità di movimento.

La prima impressione che ha Dante è un sentimento di sgomento. La cornice di questo Canto, descritta dal Sommo Poeta, prende spunto da credenze medievali che raccontano di fantasmi, eventi diabolici e fenomeni terrificanti. Questo sfondo incornicia il protagonista, per eccellenza, di questo Canto: Pier delle Vigne, un personaggio di rilievo nella vita culturale e politica durante l’impero di Federico II.

Lui aveva servito sempre con onore e fedeltà il suo Imperatore oltre ad essere uno di quegli scrittori e poeti che, oggi, annoveriamo tra gli intellettuali della scuola siciliana.

Pier delle Vigne attraverso il suo processo, la sua condanna e il suo suicidio mostra da diverse prospettive la fragilità umana.

Dante si avvicina a questo personaggio per diverse ragioni. La prima è quella relativa al gesto di decidere di togliersi la vita. Gesto che per il Sommo Poeta deve essere indagato.

La seconda riguarda le affinità intellettuali dei due: entrambi si sono formati nella stessa scuola, con gli stessi tesi e gli stessi autori. Entrambi sono stati degli intellettuali politicamente attivi e colpiti da una condanna.

L’unica diversità è rappresentata dal diverso ambiente sociale vissuto da ciascuno. Pier delle Vigne ha vissuto all’interno di una corte imperiale in cui mentre si ha stima della posizione culturale e dell’attività letteraria, dall’altra si pretende fedeltà assoluta e senza remore.

Dunque il suo ruolo principale è stato quello di essere un mero esecutore del volere dell’Imperatore e in cui non è consentito un potere attivo di incidenza sui fatti. Dante invece è il figlio della civiltà comunale in cui tutti i partecipanti hanno un posto e un ruolo autonomo a livello politico e sociale e dove non ci sono sommi capi carismatici.

5 drink per 5 personaggi dell'Inferno dantesco

Pier delle Vigne abbinato ad Cocktail Casino

Io son colui che tenni ambo le chiavi

del cor di Federigo, e che le volsi,

serrando e diserrando, sì soavi,

che dal secreto suo quasi ogn’uom tolsi;

fede portai al glorioso offizio,

tanto ch’i ne perde’ li sonni e’ li polsi.

L’animo mio, per disdegnoso gusto,

credendo col morir fuggir disdegno,

ingiusto fece me contra me giusto.

Per le nove radici d’esto legno

vi giuro che già mai non ruppi fede

al mio segnor, che fu d’onor sì degno.

Pier delle Vigne: breve approfondimento

Pier delle Vigne è un funzionario fedele, accorto e saggio che trova il segno positivo della sua nobiltà attraverso il suo lavoro per Federico II svolto con rigore e devozione per il suo sovrano, che a sua volta lo gratifica.

Proprio per la sua totale dedizione non accetta quando il suo Imperatore dubita della sua fedeltà. Questa insinuazione è così grave, per Pier delle Vigne, che moralmente non riesce a trovare la forza per reagire e decide di suicidarsi. Vivendo infatti il rapporto con abnegazione totale con il sovrano, come se fosse un Dio terreno, la sua vita gli sembra inutile soprattutto per l’onta morale subìta è da ciò si evince la mancanza di libertà individuale del protagonista di questo Canto che vive per ciò che fa e non per ciò che egli è a prescindere dal suo ruolo lavorativo. Il suicidio dunque diventa per Pier delle Vigne una logica conseguenza a fronte di un modo scorretto di vivere la realtà.

Attraverso questo gesto estremo ha creduto di sfuggire al disprezzo, commettendo questo gesto contro natura. Infatti Pier delle Vigne nutre ancora dopo la morte quel desiderio di riscatto terreno, infatti invita i suoi interlocutori (Dante e Virgilio, qualora dovessero ritornare nel mondo dei vivi a rivendicare il suo buon nome, riconfermando la sua fedeltà al suo sovrano.

Per scoprire maggiori approfondimenti e nuove suggestioni letterarie del Canto XIII dell’Inferno non resta altro che prenotarvi al seguente numero: 334 947 46 73.

Per ritornare all’appuntamento di Dante per tutti previsto al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, in occasione di questa lettura vi consigliamo di sorseggiare un Casino che, insieme a Michelangelo Bruno, abbiamo associato al personaggio di Pier delle Vigne.

Un drink che sembra non possedere un’anima perché prende spunto da diverse composizioni di cocktail ma invece al gusto mostra la propria struttura organolettica e grande personalità.

Buona immersione culturale!

Sandro Joyeux vi aspetta al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda

Il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda ospiterà Sandro Joyeux domenica, 27 giugno alle ore 20:30.

Il musicista parigino, noto per essere un’anima nomade: ha percorso più di 1milione e mezzo di Km con la chitarra sulle spalle per conoscere raccogliere dialetti e sound del Sud mondo.

Sandro Joyeux, infatti, canta in francese, arabo, inglese e italiano e in alcuni dialetti. Durante i suoi live, l’artista, sprigiona un’energia indescrivibile in un repertorio che spazia tra brani originali, rivisitazione di classici e tradizionali del repertorio africano che conduce lo spettatore in quei luoghi a lui cari che sono intrisi di radici e tradizioni.

Sandro Joyeux

Sandro Joyeux

Nel 2012 Sandro Joyeux pensa e organizza l’Antischiavitour per sostenere il lavoro stagionale, spesso sotto pagato, dei braccianti stranieri. Il musicista infatti ha suonato in Italia in tutti quei luoghi che rappresentano lo sfruttamento della manodopera migrante.

Sandro Joyeux: biografia

Nasce a Parigi nel 1978 da madre francese e papà italiano. Da piccolo ha un problema all’udito che lo obbliga a sottoporsi a diversi interventi. Nonostante questa delicata problematica inizia ad avvicinarsi alla musica e ad amarla.

Dall’età di sette anni inizia a scoprire Parigi, scoprendo tutte le biblioteche dove è possibile ascoltare musica gratis.

A 10 anni entra nel coro della Radio Nazionale Francese e visita tutta la Francia, cantando gregoriani e contemporanea in russo, tedesco, latino e italiano. Decide di iscriversi al conservatorio del IX distretto di Parigi per studiare trombone ma quando incontra la chitarra se ne innamora.

A 16 abbandona la scuola e per il suo 18esimo compleanno decide di andare a Firenze per incontrare per la prima volta suo padre. Resta per alcuni mesi in italia e impara l’italiano, vivendo di piccoli lavori saltuari. Viaggia tra l’Italia e la Francia in autostop, in vespa o nascosto nei treni

La sua vita artistica sboccia dopo l’incontro con Mauro Romano, produttore napoletano, e decide di incidere il suo primo disco a Napoli.

Per poter assistere al live di  Sandro Joyeux al Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda il 27 giugno alle ore 20:30, non vi resta che telefonare e prenotare al seguente numero: 3349474673.

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