L’intervento di Generoso Picone, presidente dell’associazione, in occasione dell’assemblea tenutasi al Samantha Della Porta.
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Il modello di Angelo Vassallo per formare nuovi amministratori
In ricordo di Angelo Vassallo, anche per creare nuove generazioni di amministratori.
Il nome del sindaco pescatore, oltre che simbolo di lotta per la legalità e a difesa dell’ambiente, diventerà anche modello per amministrare e creare la classe dirigente del futuro. Si chiude domani la selezione per i giovani amministratori che il 3 e 4 settembre a Pollica, 15 giovani tra i 18 ed i 38 anni selezionati attraverso un’attenta valutazione dei curricula e della spinta motivazionale espressa nella lettera di presentazione che dovrà accompagnare la candidatura per la scuola a numero chiuso, che si caratterizza per il forte carattere laboratoriale.
Due giorni di alta formazione dedicati interamente alla politica amministrativa e al diritto amministrativo per iniziare a muoversi nella complessa macchina delle istituzioni e trasformare le idee in progetti concreti, attraverso il confronto con amministratori di lungo corso, specializzati in discipline differenti, provenienti da tutta Italia.
Programma del corso di formazione
Questi i tutor e gli argomenti che si tratteranno:
“Il ruolo del contadino custode” è il tema che affronteremo insieme a Carmine Cocozza, già sindaco di Auletta, nell’ambito delle attività in programma per la Scuola Politica ispirata al modello “Angelo Vassallo”;
“Le regole del gioco d’azzardo” è il tema che affronteremo insieme a Filippo Torrigiani, consulente della Commissione Antimafia, nella due giorni pollichese dedicata alla Scuola Politica ispirata al modello “Angelo Vassallo”;
Enrico Bini, Sindaco di Castelnovo ne Monti (Reggio Emilia) tratterà, invece, il tema: “Aree interne. Progetto sperimentale”;
Francesco Tosi, Sindaco di Fiorano Modenese (Modena), tratterà il tema: “Amministrare con le imprese”;
Gerardo Spira, già Segretario Comunale, sarà il relatore degli interventi “Il Comune e i suoi organi” e “Il procedimento amministrativo” che approfondiranno, nell’ambito della Scuola Politica ispirata al modello “Angelo Vassallo”, le funzioni e le competenze degli organi di indirizzo politico-amministrativo degli enti locali.
Il bando, consultabile sul sito e sulle pagine social della Fondazione Vassallo, si chiuderà il prossimo 25 agosto 2021. In assenza di capi d’imputazione pendenti e di procedimenti penali a carico (conditio sine qua non per la partecipazione al bando), chi ha un’età compresa tra i 18 ed i 38 anni può inviare una mail con certificato documento d’identità e curriculum vitae all’indirizzo: fondazionevassallo@gmail.com.
Dotarsi degli strumenti necessari per una lettura critica e consapevole dell’attuale società e dei suoi processi, rappresenta un’esigenza fondamentale per lo sviluppo dei nostri territori, in questo mondo che cambia. Soprattutto in questo periodo nel quale l’amministratore locale è sempre più figura di riferimento per i cittadini, puntare sui giovani amministratori è centrale per gli effetti positivi che produrrà nel futuro, a cui dobbiamo rivolgere lo sguardo.
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Promozione turistica dell’Irpinia: Buonopane incontra Casucci
Una strategia di promozione turistica moderna per il territorio irpino, partendo da un collegamento diretto con Procida 2022.
L’isola del golfo di Napoli che sarà Capitale Italiana della Cultura per il prossimo anno rappresenta un veicolo di valorizzazione senza precedenti anche per le aree interne della Campania. Di questo hanno discusso Rino Buonopane, sindaco di Montella e candidato alla carica di Presidente della Provincia di Avellino, e Felice Casucci, assessore al Turismo della Regione Campania nel corso di un incontro che si è svolto presso Palazzo Santa Lucia a Napoli, sede della giunta regionale.
Dichiara Rino Buonpane:
L’incontro è stato molto proficuo e costruttivo. Con l’assessore Casucci abbiamo immediatamente trovato sintonia su obiettivi e strategia Abbiamo discusso su come valorizzare la rete dei borghi presenti sul territorio irpino, anche alla luce dei finanziamenti che proprio su questa linea di intervento sono previsti nell’ambito del Pnrr, investendo sul patrimonio artistico e culturale, senza dimenticare le straordinarie esperienze che dal punto di vista enogastronomico fanno del nostro territorio un unicum. Tutto con sobrio realismo, quello che credo in questi anni sia mancato. E soprattutto con un approccio finalmente moderno. In un’epoca di iper-connessione sono necessari strumenti al passo con i tempi e consentano ad un territorio di essere quanto più competitivo e attrattivo. Su questo il gap che registriamo è evidente.
La chiave della crescita e dello sviluppo, in particolare delle aree interne è senza dubbio rappresentata dalla capacità di fare rete, interpretando al meglio quel ruolo di coordinamento che è proprio dell’ente Provincia, basato sulla pianificazione e sulla capacità di programmazione.
Così conclude Buonopane:
Procida 2022 è un’opportunità da non lasciarsi scappare: È quello che abbiamo rappresentato all’assessore Casucci. Da lui abbiamo avuto piena disponibilità a costruire insieme un percorso in questa direzione. Negli anni scorsi abbiamo registrato un inutile braccio di ferro tra le istituzioni. Al contrario, resto dell’idea che il dialogo, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, resti l’unica strada possibile se si vogliono ottenere risultati concreti, in particolare con la Regione. È questa la strada che intendiamo seguire. Siamo di sicuro in ritardo perché va recuperato il terreno che abbiamo perso in inutili iniziative folcloristiche, ma con impegno, dedizione e competenza possiamo farcela. Io ci credo.
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Le Ragioni del Boia di Giuseppe Garofalo: intervista
Le Ragioni del Boia (2019) è l’ultimo libro scritto dall’avvocato penalista Giuseppe Garofalo, pubblicato da Graus Edizioni.
Vincenzo de Jorio, avvocato criminale del Foro di Napoli, è la voce narrante all’interno de Le Ragioni del Boia. L’avvocato il 10 maggio del 1809 viene arrestato con l’accusa di aver partecipato ad una cospirazione per attentare alla vita del re, reato che ai tempi veniva punito con la pena di morte.
Le Ragioni del Boia mostra il doppio volto del diritto che, per certi aspetti, ancora è vigente.
Il libro è composto da una narrazione fatta di processi giudiziari che si svolgono a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo a Napoli, in età borbonica. Durante la lettura del libro assistiamo, in base alle decisioni giuridiche del momento, al processo di vittime che vengono accusate per aver gridato in strada: “Viva Ferdinando e viva Carolina” e cinque anni dopo “Abbasso Ferdinando e abbasso Carolina”.
In sostanza viene fuori un quadro della giustizia che processa se stessa perché le leggi, soggette a interpretazioni non sono altro che interpretazioni dettate da una legalità composta di concetti precettistici incompatibili con la realtà dei tribunali e del patibolo.
Durante la presentazione del libro, svoltasi a Santa Maria Capua Vetere, il noto giurista Carlo Taormina ha delineato un parallelismo tra il diritto di ieri e quello di oggi, partendo dalla spiegazione de Le Ragioni del Boia.
Carlo Taormina ha definito così Le Ragioni del Boia:
Un libro pieno d’insegnamenti perché ci sono una miniera d’informazioni tecnico-giuridiche su cui bisognerebbe riflettere.
Per avere un’idea più esaustiva de Le Ragioni del Boia, ecco l’intervista integrale a Giuseppe Garofalo.
Intervista integrale a Giuseppe Garofalo
Giuseppe Garofalo: biografia
Giuseppe Garofalo oltre ad essere l’autore de Le Ragioni del Boia è un noto avvocato penalista, allievo del professore Alfredo De Marsico.
Lo scrittore è uno studioso di storia giudiziaria infatti ha scritto tre libri di successo su questi argomenti: Teatro di Giustizia (1996), La Seconda Guerra Napoletana alla Camorra (2005) e L’Empia Bilancia (2011).
Con la pubblicazione de Le Ragioni del Boia Giuseppe Garofalo giunge al suo quarto libro, ma lo scrittore sta già lavorando ad un altro progetto, di cui ancora non sappiamo nulla.
Quali sono le ragioni del boia?
Tommaso Paradiso, il boia, vende spezzoni di corda degli impiccati a persone credulone che ne fanno degli amuleti o li conservano come reliquie. Il prezzo di ogni pezzo corda varia in base alla notorietà e alla personalità dell’impiccato.
La morte data dal boia era e doveva rimanere un atto amministrativo, la cui esecuzione doveva essere asettica, se non ripugnante, anche per chi la eseguiva.
…
A governare la Giustizia nei tribunali erano in tre: il re, il giudice e il boia. Non era una triade ma una Trinità perché decideva della vita e della morte.
Il re indicava con una legge in astratto le persone da uccidere, il giudice le indicava in concreto e il boia le uccideva. Nella trinità, però, non regnava la giustizia, quella delle leggi non scritte. Dell’orrore della decapitazione e della impiccagione veniva indicato responsabile il boia e non il giudice che le aveva ordinate.
In breve ad essere elogiato, paradossalmente, era il giudice che veniva apprezzato per la decisione mentre il boia veniva disprezzato per averla semplicemente eseguita.
Tommaso Paradiso, condannato a morte, era reo di peccati veniali e non di quelli mortali perché quest’ultima responsabilità era dei giudici che l’avevano decisa e fatta eseguire.
Le Ragioni del Boia mostra come sia ambivalente il volto della legge e come possa rinnegarsi o contrapporsi a se stessa, a distanza di anni o di epoche.
Se dovessimo riassumere con una frase Le Ragioni del Boia potremmo dire che si assiste alla condanna della giustizia che non fa altro che condannare se stessa.
13 comments on Picone (Controvento):
«II pre-dissesto si ripercuoterà sulla vita degli avellinesi»
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