Nel teatro della scuola media “Giovanni Pascoli” di Matera si è tenuto l’incontro sul tema Non t’amo da morire: stop alla violenza di genere.
L’incontro è stato presenziato da Michele Ventrelli, Dirigente Scolastico della Pascoli All’iniziativa hanno partecipato l’onorevole Stefania Ascari, parlamentare italiana e prima firmataria del “Codice Rosso”, la legge del 2019 che tutela donne e soggetti vulnerabili che subiscono violenza; Margherita Perretti, presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Basilicata; il sindaco Domenico Bennardi e Antonella Fontana, presidente dell’associazione “Anna Rosa una di noi”, che ha promosso l’incontro e Tiziana D’Oppido, Assessora alla Cultura e alle Pari Opportunità.
L’appuntamento “Non t’amo da morire” nasce nell’ambito di un progetto, intitolato ‘Piccole grandi donne’, nel quale c’è stata una collaborazione intensa tra la signora Fontana, la cui sorella fu vittima di femminicidio nel 2010, e la scuola Pascoli. In particolare, è la professoressa Grazia Tantalo a proporre da anni progetti tesi a sensibilizzare i giovanissimi sulla piaga della violenza di genere.

Graus Edizione lancia un contest letterario
Quest’anno la docente Tantalo, che è anche giornalista, propone un libro scritto a più mani, nel quale i ragazzi di due classi, la 1 H e la 3 E, hanno approfondito il tema da più punti di vista, spaziando dalla ricostruzione storica dell’evoluzione della figura della donna alla violenza di genere, dagli stereotipi al femminicidio, alle disuguaglianze di genere.
Un lavoro complesso, svolto in classe e anche sfruttando i tempi della DAD con ricerche sul web. Il risultato è questo libro, impreziosito dall’intervento prestigioso della criminologa Roberta Bruzzone; verrà presentato venerdì e pubblicato il prossimo settembre dalla casa editrice Graus, di Napoli.
Sarà proprio Pietro Graus, l’editore che ha fortemente creduto in questo progetto, a chiudere la giornata di dibattiti ed incontri, nella quale sono previsti anche degli interventi in remoto di alcuni familiari di donne vittime di femminicidio.
Tematiche come questa hanno bisogno di grande spazio e diffusione. C’è bisogno di una cultura capace di diffondere ed istruire soprattutto le generazioni future.
You Might also like
-
La storia del Negroni e dell’Old Fashioned spiegata da Michelangelo Bruno
Dopo i cenni storici sul proibizionismo spiegati da Michelangelo Bruno, bartender del Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, è arrivato il momento di addentrarci all’interno della miscelazione.
Dietro ogni cocktail che ordiniamo e beviamo si nasconde una storia che ha dato vita a quel determinato drink e soprattutto al suo nome.
Molte bevute, infatti, appartengono ad un determinato periodo storico e sono frutto di viaggi e di un’apertura mentale che unita alla passione ha dato vita a ciò che noi oggi ordiniamo al bancone per intrattenerci con piacere.
Oggi scopriamo come nascono il Negroni e l’Old Fashioned, due grandi classici della storia della miscelazione.
Michelangelo Bruno ci racconta come sono nati Il Negroni e l’Old Fashioned
Il Negroni è un drink tutto italiano che da un anno ha compiuto 100 anni, portandoli benissimo.
Questo cocktail nasce nel caffè Casoni di Firenze e il nome viene dato in onore del Conte Camillo Negroni, che tornato da un viaggio a Londra, torna in Italia con una bottiglia di Gin.
Uno dei grandi drink più bevuti del tempo in Italia, soprattutto dal Conte, era l’Americano composto da: Vermut rosso di Torino, Bitter Campari, soda e garnish. Il Conte Negroni, un giorno, chiese al suo barman di fiducia di aggiungere un goccio di Gin al suo drink preferito.
Questa aggiunta rese ancora più beverino l’Americano che però non poteva essere chiamato con lo stesso nome, per via dell’ingrediente in più e per questa ragione nacque L’Americano alla maniera del Conte Negroni, per omaggiare il Conte Camillo.
Da questo esperimento il Negroni diventa un must della miscelazione negli ambienti fiorentini e poi si espande in tutta Italia e nel resto del mondo.
Questo drink ha una composizione che offre lo spunto per creare una miriade di Twist che possono variare, partendo da questa struttura.
Un altro grande classico della miscelazione è l’Old Fashioned, un drink molto amato dagli appassionati di whisky, nato a New York verso la fine dell’800, dunque nel periodo del proibizionismo. Il suo nome nasce per l’introduzione dello zucchero liquido.
Michelangelo Bruno mentre prepara il cocktail alla vecchia maniera fascinosa
Prima dell’avvento dello zucchero liquido l’Old Fashioned veniva realizzato con un procedimento manuale molto affascinante da osservare, durante la preparazione del cocktail. La zolletta di zucchero, infatti, viene posizionata sul bicchiere imbevuta di angostura e fatta sciogliere con un po’ di acqua insieme agli altri ingredienti che compongono il cocktail.
Con l’introduzione dello zucchero liquido questo passaggio non avviene più perché il cocktail viene shakerato. I bevitori che non amavano lo zucchero liquido e la preparazione rumorosa nello shaker chiedevano la preparazione alla vecchia maniera fascinosa (old fashion way) ed è per questo motivo che viene dato il nome Old Fashioned a questo drink.
Il mondo della miscelazione è pieno di aneddoti, storie e piccoli particolari che a molti sono sconosciuti. Per scoprire altre curiosità sul mondo della miscelazione non vi resta che tenervi aggiornati sulla nostra rubrica dedicata: Cocktail e Cultura al Castello D’Aquino caffè letterario!
-
Maria Morgante replica alle illazioni infondate fatte circolare su una ipotetica chiusura delle unità del Frangipane
Sarà la cattività cui siamo obbligati a vivere in queste settimane che fa perdere il lume della ragione, sarà che in molti cercano di guadagnare la credibilità mai avuta e forse persa nei precedenti mandati e in vista delle prossime elezioni ma fatto sta che si sta dando adito a cialtronerie di ogni sorta, oggi più di ieri.
L’ultima che ha provocato non pochi turbamenti, vista l’emergenza che stiamo vivendo, riguarda una ipotetica voce che ipotizzava, dando per certo, lo smantellamento di alcune unità operative del Frangipane.
Ospedale Frangipane di Ariano Irpino
Maria Morgante, direttore generale dell’ASL di Avellino, ha deciso di replicare a queste illazioni scrivendo:
Ho letto il documento sottoscritto dagli ex Consiglieri Comunali di Ariano Irpino e, pur ritenendolo non corretto in alcuni suoi punti, mi sento di condividerne lo spirito: quello di provare a tenere unita una comunità in una fase così difficile e delicata, con l’intento di invogliare tutti, ASL compresa, a fare meglio.
Quello che però non può essere tollerato è che qualcuno dica bugie di sana pianta: il Frangipane non sarà smantellato e non perderà le sue unità operative a vantaggio di non si sa quali plessi e per quali oscure logiche. Come ho dichiarato già il 24 marzo scorso, l’Ospedale Frangipane si sta attrezzando col maggior numero di posti letto di Terapia intensiva e sub intensiva, anche grazie alle tante donazioni che ci stanno arrivando dai cittadini e dagli imprenditori irpini, per provare a salvare la vita innanzitutto degli arianesi, degli irpini e dei pazienti provenienti da fuori provincia, contagiati dal Covid-19.
Lo stesso governatore De Luca, nella lettera inviata al Governo Nazionale, ha sottolineato gli enormi sforzi che si stanno facendo, con migliaia di operatori impiegati in tutta la Regione, per poter reggere l’urto dell’emergenza:
“Dopo aver creato decine di posti letto nuovi per la terapia intensiva, rischiamo di non poterli utilizzare per mancanza di forniture essenziali: zero ventilatori polmonari, zero mascherine P3, zero dispositivi medici di protezione.”
Adesso fronteggiare l’emergenza Covid-19, soprattutto per la comunità di Ariano Irpino, è la priorità.
Questa difficile sfida va affrontata con la struttura e il personale dell’Ospedale a disposizione che, tra l’altro, è stato aumentato e che, a dispetto delle infondate insinuazioni, opera con tutti i Dispositivi di sicurezza, nonostante si registrino carenza di forniture su tutto il territorio nazionale.
Per quanto concerne i tamponi al personale dell’ASL e dei Presidi Ospedalieri, essi vengono eseguiti allo stesso modo e sulla scorta degli indirizzi unitari forniti dalla Regione, sia al personale del Frangipane che a quello di altri plessi.
Chi sostiene il contrario, dice il falso e, se quanto da me affermato non dovesse trovare riscontro nella realtà, invito chi, anche sul proprio profilo social, fa tali affermazioni, a denunciare fatti e persone all’Autorità Giudiziaria, altrimenti è il caso di tacere e non alimentare polemiche strumentali.
Ad ogni modo, l’ASL di Avellino, di propria iniziativa, ha provveduto all’acquisto dei test rapidi – che saranno disponibili a giorni- da destinare al personale.
Per quanto riguarda i tamponi a domicilio, l’ASL di Avellino è stata tra le prime ad attivare il servizio – che viene effettuato da ben due squadre sul territorio di competenza- garantendo numerosi prelievi giornalieri e la relativa trasmissione al laboratorio dell’Azienda Moscati.
Pertanto, non posso non rimanere dispiaciuta nel registrare il comportamento superficiale di chi, forse alla ricerca di una visibilità perduta, insinua cose non vere, nel bel mezzo di una fase emergenziale: non si soffia sul fuoco delle paure di una popolazione che vive una fase di difficoltà.
Da questo momento difficile -confidando nel fatto che le istanze rivolte dal Governatore della Campania al Governo Nazionale vengano accolte – ne usciremo insieme, rimanendo uniti e grazie al lavoro, alla serietà e ai sacrifici della comunità di Ariano Irpino, cui mi sento di appartenere, e soprattutto grazie all’Ospedale Frangipane.
Maria Morgante, con molta probabilità ha risposto ad un documento unitario sottoscritto da: Enrico Franza, Raffaela Manduzio, Generoso Cusano, Emerico Maria Mazza, Antonio Della Croce, Luca Orsogna, Domenico Gambacorta, Giovannantonio Puopolo, Filomena Gambacorta, Federico Puorro, Pasquale Puorro, Carmine Grasso, Carmine Ruggiero, Maio Iuorio, Ettore Zecchino e Giovanni La Vita.
Il documento unitario è indirizzato al Presidente della Regione Campania, alla Protezione Civile, al Prefetto, al Commissario Prefettizio e al Direttore Generale ASL e afferma quanto segue:
La comunità arianese, attraverso i sottoscrtti rappresentanti, intende anzitutto esprimere il cordoglio per le vittime, la solidarietà ai malati ed il ringraziamento a sanitari, volontari e Forze dell’ Ordine che tanto si stanno impegnando in queste ore tristi e convulse.
Non abbiamo alcuna volontà polemica, chiediamo soltanto una considerazione adeguata alla peculiare gravità della condizione della Città, sollecitati da appelli drammatici che arrivano da cittadini esposti a rischio che non si sentono abbastanza tutelati.
La situazione di anomala estensione del contagio da Coronavirus (Covid-19) nella nostra città, che ha giustificato l’emissione dell’ordinanza n.17 in data 15 marzo 2020 del Presidente della Regione, richiede – a nostro avviso- da parte delle autorità un’attenzione particolare che tenda a riportare tale situazione nell’alveo della ordinarietà regionale, laddove invece ad Ariano Irpino e nell’arienese continuano a registrarsi percentuali di positivi, in rapporto ai residenti, analoghe soltanto a quelle registrate nelle più martoriate province della Lombardia.
Ad Ariano i positivi rappresentano circa lo 0,3% della popolazione, in provincia di Napoli siamo allo 0,016%; grosso modo, venti volte in più!
Le ragioni poste a base di quella ordinanza richiedono che all’interno della zona interdetta a qualsiasi spostamento si adottino misure ulteriori, dando priorità – anche rispetto a territori meno colpiti – all’approfondimento delle indagini epidemiologiche, alla piena e pronta funzionalità dei mezzi di soccorso, all’estensione della esecuzione di tamponi a tutti i sanitari ed alle persone venute in contatto con i malati, alla fornitura di adeguati dispositivi di protezione a tutti gli addetti ai servizi di pubblica utilità, a cominciare dall’ospedale.
Npn è egoismo campanilistico, ma la logica conseguenza di un provvedimento straordinario cui devono conseguire comportamenti non ordinari.
In tale ottica, la zona Covid-19 allestita nell’ospedale di Ariano Irpino dovrebbe essere almeno in parte riservata ai residenti nel territorio di ordinaria utenza dell’ospedale stesso: i dati statistici fanno presumere una maggiore richiesta proveniente da questo territorio e sarebbe opportuno limitare al massimo la mobilità degli infetti, sia in entrata che in uscita.
Inoltre, va garantito un minimo di funzionalità dell’ospedale per gli utenti che hanno bisogno di cure non legate all’emergenza da Coronavirus, garantendo percorsi superati e sicuri ai pazienti ed oncologici.
Ad Ariano Irpino non vi è stato alcun particolare comportamento irresponsabile, né tantomeno nessuno si è sottratto ai propri doveri. La disciplina e la compostezza che stiamo dimostrando, di cui ha dato atto il Commissario Prefettizio, richiedono adeguate risposte.
Una volta chiuso il territorio perché presenta una situazione eccezionale; ma finora di eccezionale vi è soltanto l’atteggiamento della popolazione. Si diffonde la percezione di abbandono: invitiamo le istituzioni tutte a svolgere il proprio ruolo fino in fondo.
Di quest’ultimo documento riportato mi tocca una frase, con cui sono d’accordo: finora di eccezionale vi è soltanto l’atteggiamento della popolazione.
Ritengo, a fronte dell’emergenza che tutti stiamo vivendo e in particolar modo i cittadini arianesi perché più colpiti da contagio, se siano opportuni questi interventi in veste ufficiale da parte di una categoria politica che, quando ha avuto l’occasione di sedersi sulle poltrone, invece di dimostrare l’unità e la compatezza di cui si parla sopra ha prodotto come unica conseguenza il commissariamento della città.
Ora non volendo fare polemica perché non è tempo di polemiche (e cito altre parole riportate in questo documento e in altri), non sarebbe il caso di evitare speculazioni, cavalcando questo momento così delicato, evitando di fare una sorta di propaganda politica in vista delle prossime elezioni? Non sarebbe più dignitoso esprimersi a nome di singoli cittadini e non a nome di vecchie cariche che ora non ci sono più?
Per chiudere, ovviamente senza polemiche, riporto un post che condivido pienamente scritto da un cittadino arianese:
Trovo inadeguati ed inefficienti gli appelli, i consigli, i tentativi di fare da tramite dei nostri ex Consiglieri comunali. Hanno dimostrato una grande irresponsabilità nel far prevalere i propri interessi al bene della comunità. Ora, da decaduti, vorrebbero svolgere il compito del buon padre di famiglia che chiede al figlio di ascoltare i consigli, dopo averlo ignorato per una vita intera.
Posso capire ed apprezzare le buone intenzioni ma l’incoerenza no, quella no.
In questo momento sarebbe stato fondamentale avere un Sindaco, una Giunta e un Consiglio Comunale, allora avrebbe avuto un senso vedere i politici uniti e compatti lavorare insieme e dare il meglio di sé.
Ora abbiamo un’estranea facente veci, un ospedale nel caos, un territorio abbandonato a se stesso, nessuna voce in capitolo, nessuno che tuteli gli interessi della nostra città, in un momento storico che sarà tristemente riportato su tutti i libri di storia di ogni Nazione.
La vocazione di fare il politico per il bene comune o ce l’hai sempre o non ce l’hai e, se ce l’hai, la dimostri annullando le tue ambizioni personali, proprio come fa il buon padre di famiglia.
-
Bioginnastica per il riequilibrio posturale bioenergetico spiegato da Stefania Tronconi
Bioginnastica per il riequilibrio posturale bioenergetico è l’ultimo libro di Stefania Tronconi, ideatrice della metodologia Bioginnastica, pubblicato da red! edizioni.
Il libro spiega nel dettaglio tutti gli step che compongono questa metodologia, la sua evoluzione nel corso degli anni, partendo dalla sua nascita fino ad arrivare ad oggi.
La Bioginnastica è una metodologia dinamica perché ha come centro l’uomo e il suo rapporto interconnesso con l’esterno e l’interno, dunque con elementi che di per sé si basano sulla mutevolezza e non sulla rigidità e sulla staticità.
Stefania Tronconi parla del suo ultimo libro
Bioginnastica per il riequilibrio posturale bioenergetico oltre ad essere una guida per poter comprendere meglio questa metodologia è anche un viaggio, in cui ciascun operatore di Bioginnastica ci spiega il proprio percorso, i propri dubbi e le difficoltà affrontate prima di abbracciare completamente questa nuova predisposizione interiore ed esteriore.
La Bioginnastica, infatti, si basa sulla stretta connessione tra ciò che siamo, che comprende i nostri blocchi emozionali scaturiti dal nostro vissuto e da come ciò che di negativo ci ha permeati, ricade sul nostro corpo e sui blocchi fisici ad esso correlati. Ciascuna parte del corpo in Bioginnastica corrisponde ad una parte emozionale perché siamo ciò che viviamo e ciò che sentiamo.
L’ultimo libro di Stefania Tronconi sulla bioginnastica
La foto spiega come il nostro malessere causato da determinate emozioni possa influenzare positivamente o negativamente il nostro benessere fisico. Il compito della Bioginnastica posturale bioenergetica è quello di educarci verso un equilibrio psicofisico che sia in grado di farci vivere meglio, reagendo nel modo giusto per il nostro benessere fisico e mentale.
Per farvi comprendere meglio il senso di ciò che ho scritto, riporto dei punti salienti contenuti all’interno del libro Bioginnastica per il riequilibrio posturale bioenergetico:
Conoscere la diversità attraverso le tipologie di persone ci permette di accettare le nostre caratteristiche profonde. Ogni persona è un mondo da scoprire, un’opportunità per riflettere e rifletterci. Siamo diversamente simili: osservando la diversità, accogliamo la similitudine.
…
L’importante è riconoscersi e scoprire le opportunità di essere, migliorarsi e valorizzarsi per ciò che siamo nel rispetto della nostra natura. Essere diversi con le proprie unicità, peculiarità, e talenti, ma simili nel modo di sentire e nelle emozioni che proviamo.
Diversi nei comportamenti ma simili nel desiderio di essere se stessi. La nostra matrice non può essere altro da ciò che è, ogni genotipo ci predispone inevitabilmente a determinate ersperienze, non possiamocambiare la pianta che siamo, ma possiamo trasformarci nella migliore versione di noi stessi.
C’è differenza tra essere un m elo rattrappito e sofferente e un melo rigoglioso e sano. La differenza sta nella capacità di prenderci cura di noi, imparando a cogliere il nostro corpo, conoscendone e riconoscendone le caratteristiche e lasciando andare il giudizio su presunti difetti e imperfezioni. Essere se stessi significa conoscersi, scoprirsi man mano, comprendere grazie alle esperienze chi siamo.
La bioginnastica approda al Rimini Wellness
E ancora:
Guardarci allo specchio amando ciò che vediamo senza volerci cambiare: accogliere il tutto. Se valorizziamo di noi la parte perfetta e gioiosa anche le parti di ombra potranno assumere una Luce diversa: le paure diventano limiti ma non limitazioni, gli occhi vedono oltre e trovano la nota armonica che ci realizza…
Bioginnastica al Rimini Wellness 2019
Bioginnastica: i biotipi
Nella nostra diversità ciascuno di noi è accomunato da determinate caratteristiche fisiche e del sentire. Ciò all’interno della Bioginnastica ha un nome specifico: biotipo. I biotipi nella Bioginnastica sono quattro: Cerebrale, Bilioso, Sanguigno e Linfatico.
Ciascun biotipo rappresenta i diversi insiemi di caratteri morfologici, fisiologici e psicologici che formano la nostra costituzione corporea. In base a biotipo di appartenenza ciascun biotipo tende a reagire in modo diverso, a dare risposte diverse e si manifesta a livello emozionale e posturale in un modo diverso.
La struttura di ciascun biotipo si modifica in base al mondo esterno con cui rapporta e, di conseguenza, ne cambia costantemente anche la postura. Non esistono, in Bioginnastica, biotipi puri ma spesso predomina un carattere, un segno distintivo e ciò dipende dalla storia evolutiva dell’essere umano.
Ecco le caratteristiche di ciascun biotipo e la relativa associazione con ciascun elemento, spiegato nel libro di Stefania Tronconi:
Cerebrale – Elemento Terra
Individuo magro, con il corpo cifotico o scoliotico, ripiegato per deficit muscolare, debole e pallido. Melanconico – nervoso, introverso, introspettivo, intuitivo, emotivo e sentimentale. Prevale la funzione recettiva. Simpaticotonico, ipertiroideo, astenico. Tende a stressare i reni.
Sanguigno – Elemento Aria
Individuo con buona massa muscolare soprattutto nel tronco, se fuori forma accumula grasso addominale e viscerale. Attivo, rubicondo, passionale, curioso, estroverso, loquace e mobile. Prevale la funzione riproduttiva. Anabolico, ipersurrenalico, stenico. Tendenza al grasso flaccido e alle patologie cardiocircolatorie.
Bilioso – Elemento Fuoco
Individuo magro ma con una muscolatura tonica e spesso rigida, scavato in volto. Forte, irritabile, orgoglioso, ha un forte senso della giustizia, leale, emotivo e permaloso. Catabolico, ipertiroideo, ipersurrenalico. Prevale la funzione reattiva. Tendenza all’accumulo di grasso compatto e a sovraccaricare il fegato.
Linfatico – Elemento Acqua
Individuo corpulento tendente all’obesità e al grasso flaccido. Flemmatico, pacifico, calmo, lento, pigro, apparentemente felice, adattabile e dipendente. Prevale la funzione nutrizionale. Ipersurrenalico, astenico, vagotonico, ha il metabolismo rallentato. Tende a ristagni catarrali per scarsa ossigenazione.
Bioginnastica di Stefania Tronconi
Questo è solo un accenno di ciò che è contenuto all’interno del libro Bioginnastica per il riequilibrio posturale bioenergetico di Stefania Tronconi.
Per scoprire il resto non vi resta che addentrarvi in questo mondo leggendo il libro e iniziando a praticare la Bioginnastica!
One comment on “Non t’amo da morire: stop alla violenza di genere”
Comments are closed.