Antonio Prestieri, in arte Maldestro, uno degli artisti più apprezzati della scena cantautoriale italiana; torna al teatro e nello specifico sul palco del Piccolo Bellini di Napoli. Come autore, regista e attore si esibirà in un monologo dedicato a Gino Strada, il chirurgo che ha speso tutta la sua vita per salvare quella degli altri.
“Io non sono pacifista” racconta la violenza della guerra. Il viaggio di un chirurgo che – dal Kurdistan al Ruanda, dall’Afghanistan alle zone più minate – ha speso tutta la sua vita per salvare quella degli altri.
Un’analisi profonda e necessaria che spesso vede l’Occidente complice di questa follia contro l’umanità.
Puntualizza Maldestro:
Era un uomo straordinario, di cui sentiremo molto la mancanza. È per uomini come Gino Strada che dovremmo essere fieri di poterci chiamare esseri umani. Anche se il mio personaggio è nato a Napoli e considera le stelle di Procida agopunture che gli risolvono il dolore.
E ancora:
Spesso dimentichiamo che è solo un caso, soltanto un insensato caso essere nati dall’altra parte del mare, aver vissuto nella terra fertile, nel pensiero libero. Facciamo su e giù nelle più grandi metropoli, tra banche e grattacieli credendo di essere dalla parte giusta, nella società migliore. Siamo convinti di stare più avanti di chi ancora è dietro ai muli a trascinarsi la vita pezzetto pezzetto per non darla vinta alla barbarie.
Il novanta percento delle vittime di guerra sono civili. Donne, uomini e bambini che del gioco del potere non ne sanno niente eppure continuano a saltare per aria grazie a strumenti di guerra fabbricati proprio nelle città dove noi crediamo di stare al sicuro, nel mondo civile, tra banche e grattacieli. Questo deve farci porre delle domande. Una su tutte: siamo i buoni o i cattivi?
Conclude Maldestro:
Sono passati sei anni dall’ultima volta che ho messo le mani su un copione. Troppi. La musica mi ha fatto fare viaggi incredibili ma senza volerlo mi ha levato il tempo di vivere di teatro. Ho riflettuto in questi due anni strani, e di soste ai box, e ho capito che era arrivato il momento di ritornare a chiedere la mano del mio più grande amore. Così ho scritto questo testo e ho dato vita a una nuova compagnia d’arte teatrale. Fluida.
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Il salone Florence Trend ospita Eleonora Daniele
Il salone Florence Trend ospita Eleonora Daniele. L’esposizione dedicata ai settori home, decor e gift, in programma dal 18 al 20 settembre a Fortezza da Basso a Firenze, punta sulla qualità e l’innovazione!
Prende forma la seconda edizione del salone Florence Trend, in programma dal 18 al 20 settembre 2021 nel quartiere fieristico di Fortezza da Basso a Firenze. Ospite degli organizzatori, nella giornata inaugurale, sarà la conduttrice televisiva di Rai Uno Eleonora Daniele che incontrerà il mondo della produttività italiana dell’home, decor e gift presente in fiera con le migliori aziende nazionali del settore.
Il Salone organizzato dalla società Fivit srl, che gode del patrocinio del Comune gigliato e della Camera di Commercio di Firenze, ha la prerogativa di presentare in anteprima le collezioni 2021 dei tre segmenti produttivi. L’esposizione B2B, dedicata agli operatori del settore e buyers provenienti da numerosi paesi stranieri, per tre giorni, determinerà il mercato del prossimo anno della produzione italiana e della sua diffusione fuori dai confini nazionali.
Eleonora Daniele, conduttrice di Storie Italiane su Rai Uno, sarà presente al Salone in qualità di ambasciatrice della cultura e tradizione produttiva italiana del comparto. La nota giornalista ha aderito all’invito degli organizzatori per incontrare le aziende presenti al salone Florence Trend e sostenere soprattutto la valorizzazione e difesa della produzione artigianale del made in Italy.
La manifestazione, in programma nel quartiere fieristico di Firenze Fiera alla Fortezza da Basso all’interno del padiglione Spadolini che misura oltre 11mila metri quadri, ha già registrato l’adesione delle maggiori ditte produttive italiane.
Il format espositivo, nell’osservanza delle regolamentazioni dettate dal periodo storico, avrà come focus centrale l’attenzione per l’innovazione e le ultime tendenze dell’arredo per la casa, della mise en place e dell’oggettistica, consentendo così ad espositori e partecipanti di poter anticipare ed orientare i contenuti di mercato del 2022.
Ma Florence Trend non sarà solo un’esposizione fieristica.
Il Salone, secondo la volontà degli organizzatori, diventerà il vero e proprio fulcro d’idee per il mondo degli interior designer. Accordi con le maggiori riviste specializzate del comparto casa sono alla base di un processo creativo che intende coinvolgere tutte le figure professionali, oltre i negozianti, che costituiscono le nuove frontiere di mercato. Architetti, interior designer, influencer e blogger, oltre i giornalisti, saranno invitati a partecipare al Salone ma anche a momenti di confronto produttivo allo sviluppo del made in Italy.
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Anna Dari: prigioniera libera oltre la nebbia
All’attività musicale Anna Dari affianca quella letteraria pubblicando prigioniera libera oltre la nebbia, uno straordinario testo autobiografico in prosa e poesia, con la casa editrice Pubme e la prefazione dello psichiatra Giuseppre Tavormina,
segretario di Eda Italia Onlus (Associazione Italiana sulla Depressione).Tra narrazione e lirica, il libro racconta dodici anni del viaggio umano e artistico della scrittrice musicista legati al tunnel
della depressione maggiore e alla possibilità del suo superamento attraverso l’imperscrutabile processo di creazione
artistica. Il coraggioso progetto editoriale diventa così una versione rinnovata e più completa della precedente
“Prigioniera libera”, pubblicata a maggio 2019 con la casa editrice astigiana Letteratura Alternativa e la partecipazione al
Salone internazionale del libro di Torino, ricevendo la menzione al Premio internazionale letterario “Salvatore
Quasimodo”.Un’opera intensa, di valore poetico‐letterario e al contempo una potente arma di autoguarigione per continuare a combattere il male oscuro, come la stessa autrice definisce la depressione. E di questo Anna Dari vuole dare
forte testimonianza.
Una testimonianza di vita e un progetto artistico partito il 10 luglio 2007 quando, attanagliata da un profondo dolore
morale, Anna Sfregola, in arte Anna Dari, in memoria del ramo artistico familiare materno (Scordari), si avvicina al
pianoforte dopo diciotto anni di silenzio, nonostante un diploma al conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria rimasto
appeso al muro, iniziando a improvvisare e comporre la sua musica. È come uno squarcio, nuovi orizzonti si spalancano
nella sua mente intrappolata nel tunnel della depressione.Da lì un creativo susseguirsi di brani che, partendo da una
matrice classica, approdano con raffinata eleganza a richiami pop, blues, jazz, a seconda dell’ispirazione del momento e
dello stato d’animo, in un variegato e versatile quanto suggestivo stile compositivo.Il 6 agosto 2021 vede la luce “Oltre la nebbia” (Blue Spiral Records), un album come metafora umana e artistica, in cui il
pianoforte è protagonista nel suo intimo e suggestivo dialogare, in alcuni casi, con altri timbri strumentali sapientemente
ricercati nell’incorruttibile volontà di spingersi continuamente oltre, “a ricordarci di volgere sempre lo sguardo verso
l’alto, verso la bellezza, verso l’armonia, verso l’amore, verso tutto ciò che sa di vita vera. Oltre l’apparenza, oltre
l’indifferenza, oltre la paura, oltre il muro di nebbia che avvolge di aspre miserie le nostre piccole affannate vite”. È questo
il significato profondo del primo album dell’artista piemontese, nonostante molte altre composizioni ancora inedite
abbiano preceduto dal 2007 ad oggi l’uscita discografica di “Oltre la nebbia”.La tracklist trova il suo epilogo in “Terre di mezzo”, un brano di struggente attualità con inserti sonori di combattimenti ed esplosioni. Tragicamente attuale, da oriente ad occidente, è dedicato a tutti i popoli che soffrono, dilaniati dalla barbarie della guerra e dalla paura che morde il cuore.
Tra parole che scavano in profondità, versi adamantini e raffinate suggestioni musicali diventate colonna sonora del film
“Il rumore del mare” della regista Enza Lasalandra, seducendo mente e cuore di chi legge e ascolta, questo è solo il suo
risveglio.La storia di Anna Dari non finisce qui.
Anna Dari: biografia
In memoria del ramo artistico familiare materno Scordari, Anna Sfregola, in arte Anna Dari, si avvicina al pianoforte dopo diciotto anni di silenzio, nonostante un diploma al conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria rimasto appeso al muro, iniziando a improvvisare e comporre la sua musica: nasce così “Broken heart” (Cuore in frantumi), una composizione dall’evidente sapore blues.
Da lì, misteriosamente, in meno di un anno arrivano tutti gli altri brani composti a mente, senza l’ausilio dello spartito, ed eseguiti ad Asti, Torino, Alessandria, Perugia, Trieste, Piacenza, Lake Como Festival, con grande consenso di pubblico e di critica. Sempre a Torino, presso il teatro Orpheus, in occasione della Giornata internazionale della donna l’8 marzo 2011, partecipa al concerto “Mozart e le donne”, durante il quale presenta in prima esecuzione nazionale “La forza della vita”, nella versione per piano e orchestra d’archi, e “Una carezza per Chiara”, per violoncello e piano, brano dedicato a tutte le bambine e le donne vittime di violenza sessuale.
Contemporaneamente scrive una raccolta di poesie dal titolo “Suoni e colori dell’anima”, da cui sono tratti i versi collegati alle singole composizioni.Attraverso la musica e le liriche Anna Dari racconta, non solo della sua vita in particolare ma dell’universo femminile in
generale, declinato nelle sue tante e preziose sfumature; parla dei bambini vittime di violenza, del profondo senso di solitudine e dolore insito al male oscuro della depressione; racconta anche della potenza della musica e della poesia e del miracoloso potere catartico della creazione artistica, del senso di amore universale a cui la sua anima anela e di come arte e vita siano diventate per lei due facce della stessa medaglia.Dal 2015 all’estate 2017 un lungo periodo di crisi e silenzio compositivo. Poi nuovamente l’urgenza di trasformare in musica le proprie emozioni. Nascono i nuovi brani “Assolo” (vincitore l’11 gennaio 2020 al Cet di Mogol del Premio internazionale letterario “Salvatore Quasimodo” sezione Musica) e “Sognando il mare”, che segnano per Anna Dari una nuova vena compositiva, più pop, intima e minimale.
Nel marzo 2018 riprende a suonare dal vivo con un concerto ad Azeglio sul lago di Viverone e a giugno dello stesso anno con un recital durante la Festa della musica di Torino. Contestualmente avvia il progetto “Dreams and hopes” con il collega cantautore Alessandro Fantino, delle cui canzoni Anna Dari cura gli arrangiamenti pianistici, e il 6 agosto 2021 vede la luce “Oltre la nebbia” (Blue Spiral Records), un album come metafora umana e artistica.
All’attività musicale Anna Dari affianca quella letteraria, pubblicando a maggio 2019 “Prigioniera libera” con la casa editrice astigiana Letteratura Alternativa e la partecipazione al Salone internazionale del libro di Torino, che riceve la menzione al Premio internazionale letterario “Salvatore Quasimodo”.Tra narrazione e poesia, lo straordinario testo autobiografico racconta dodici anni del viaggio umano e artistico della scrittrice musicista legati al tunnel della depressione maggiore e alla possibilità del suo superamento attraverso l’imperscrutabile processo di creazione artistica. Il coraggioso progetto editoriale, pubblicato per Pubme come “Prigioniera libera 2.0”, con la prefazione dello psichiatra Giuseppre Tavormina, segretario di Eda Italia Onlus (Associazione Italiana sulla Depressione), diventa una versione rinnovata e più completa della precedente edizione, per continuare a combattere il male oscuro della depressione. E di
questo Anna Dari vuole dare forte testimonianza. -
Oscar 2020: tutti i vincitori per ciascuna categoria
Si sono conclusi gli Oscar 2020 che hanno visto come protagonista indiscusso Parasite, il primo film in lingua non inglese che si è aggiudicato l’Oscar come Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Film Internazionale e Migliore Sceneggiatura.
A dispetto delle candidature e dei pronostici che riguardavano The Irishman (10 nomination) di Martin Scorsese purtroppo non vince in nessuna delle categorie per cui era in gara.
Per quanto riguarda Joker, altro film su cui si nutrivano grandi aspettative, di Todd Philips vince solo un Oscar che si aggiudica Joaquin Phoenix come migliore attore protagonista.
Procediamo con ordine e scopriamo tutti i vincitori degli Oscar 2020!
Oscar 2020: Miglior Film
Parasite è un film di Bong Joon-ho, che mostra un’istantanea del nostro tempo, mostrando due famiglie, appartenenti a ceti sociali diversi, che mostrano il grande divario economico e sociale del nostro tempo e non solo di quello coreano.
Ki-woo (Choi Woo-Sik) è un ragazzo che vive in un appartamento molto piccolo, sotto il livello della strada. Lui, insieme al resto della famiglia, vive di piccoli lavoretti che gli permettono a stento di mangiare e sbarcare il lunario.
Arriva ad un certo punto la svolta: un amico di Ki-woo che offre al ragazzo la possibilità di sostituirlo come insegnante d’inglese in una ricca famiglia. Da qui inizia il piano del nuovo insegnante d’inglese che cerca di collocare all’interno della ricca famiglia il resto della sua disagiata famiglia.
Ki-woo farà in modo che Ki-jung (Park So-dam), la sorella, diventi la nuova insegnante d’arte, Song Kang-ho (Ki-Taek), il padre, diventa il nuovo autista di Mr.Parl (Lee Sun-kyun) e la madre viene introdotta all’interno della casa come nuova governante.
Ma nonostante i piani qualcosa andrà storto.
Bong Joon-ho sottolinea attraverso Parasite il perché migliorare economicamente la propria condizione sociale concede una qualità della vita migliore ma non eleva lo spirito e il benessere mentale. Questi aspetti devono essere bilanciati, per poter raggiungere quella tranquillità tanto agognata da tutti.
Parasite ha vinto anche i BAFTA 2020 come Migliore Sceneggiatura.
Oscar 2020: Miglior Attore Protagonista
Ad aggiudicarsi l’Oscar 2020 come Miglior Attore Protagonista è Joaquin Phoenix, che interpreta Arthur Fleck in Joker di Todd Phillips.
La pellicola mostra in che modo la società attraverso le illusioni, le delusioni e l’emarginazione sia in grado di generare esseri umani capaci di un degrado morale e una spietatezza fuori dal comune.
Joaquin Phoenix ci mostra come Arthur Fleck suo malgrado si trasformi in Joker, diventando fisicamente e moralmente altro da ciò che è.
È così difficile essere sempre felici (It’s so hard to be Happy all the time), una frase che ricorre spesso nel film e che in qualche modo lega e interconnette Arthur FlecK a Joker.
Oscar 2020: Migliore Attrice Protagonista
L’Oscar 2020 di Miglior Attrice Protagonista è stato consegnato a Renéè Zellweger, che ha interpretato Judy Garland, nel biopic di Rupert Goold.
Judy Garlan (1922-1969) è stata una cantante, ballerina e attrice nonché madre di Liza Minnelli. La donna, nonostante il talento artistico, non è riuscita a conquistarsi la sua fetta di felicità. Non sono stati sufficienti i cinque matrimoni che sono giunti tutti al capolinea, non è servito appoggiarsi ai farmaci che le hanno solo procurato dipendenza, non è servito confortarsi con l’alcol che le ha creato un’altra dipendenza culminata con una forte depressione.
L’attrice infatti è morta a quarantasette anni per abuso di barbiturici ma non le sarebbe rimasto molto tempo da vivere a causa della grave forma di cirrosi epatica da cui era affetta.
Oscar 2020: Miglior Attore Non Protagonista
l’Oscar 2020 come Miglior Attore Non Protagonista è stato vinto da Brad Pitt, che ha interpretato Cliff Booth in C’era una volta… a Hollywood di Quentin Tarantino. Il personaggio interpretato dall’attore è uno stuntman che vive insieme al suo fedele cane in una roulotte.
Quentin Tarantino ha definito così il suo film:
Io sono di Los Angeles, sono cresciuto qui, avevo 7 anni nel 1969 e questo è davvero un film di Los Angeles, dove ho già ambientato Jackie Brown e Pulp Fiction. È il film più vicino a Pulp Fiction che ho fatto, perché racconta di una coppia di protagonisti e dei moltissimi altri personaggi che incontrano, disegnando un grande arazzo di tutta la città.
Oscar 2020: Miglior Attrice Non Protagonista
L’Oscar 2020 come Miglior Attrice Non Protagonista è stato vinto da Laura Dern, che ha interpretato Nora Fanshaw in Storia di un matrimonio di Noah Baumbach.
Il lungometraggio mostra il deteriorarsi di una storia d’amore che, insieme a ciò che è stato, ridipinge i personaggi con quelle sfumature falsate e malinconiche, che può dare solo da disilluzione umana a fronte di sentimenti che mutano e si abbrutiscono.
Oscar 2020: il Miglior Film di Animazione
Ad Aggiudicarsi l’Oscar 2020 come Miglior Film di Animazione è stato Toy Story 4 di John Lasseter e Josh Cooley.
Quest’ultimo descrive così i film Toy Story:
Credo che il motivo per cui i film Toy Story siano così divertenti sono i personaggi. Parte dell’emozione di un episodio sta nello scoprire personaggi nuovi e vedere come interagiscono con i vecchi. È divertente ritrovare quelli che già conosciamo, ma sarà assolutamente eccitante per il pubblico incontrare quelli che abbiamo appositamente creato per questa storia.
Oscar 2020: Miglior Documentario
L’Oscar 2020 come Migliore Documentario è stato vinto da Made in USA – Una fabbrica in Ohio (American Factory) diretto da Steven Bognar e Julia Reichert.
Il docufilm ci trasporta nella città di Dayton (Ohio) che è stato il polo industriale automobilistico più importante degli anni ’90.
La crisi finanziaria del 2007/2008 porta molte fabbriche al tracollo finanziario e alla conseguente chiusura. I registi fanno un ritratto di una classe media di tute blu che, fino alla crisi economica, poteva vantare un’esistenza agiata, data per scontata, nonostante la mancanza d’istruzione.
Mister Cao, presidente cinese della Fuyao, rivela lo stabilimento della General Motors, assumendo operai del luogo che erano rimasti senza lavoro e includendo operai cinesi in modo da fondere entrambe le esperienze professionali e culturali.
Oscar 2020: Miglior Cortometraggio nella categoria dei Documentari
Oscar 2020 come Miglior Cortometraggio è stato vinto da Learning to Skateboard in a Warzone (If You’re a Girl) diretto da Carol Dysinger.
Lo Skateistan è un’organizzazione no profit in Afghanistan che insegna alle ragazze a leggere, scrivere e a diventare anche delle skateboarder a Kabul.
Le ragazzine imparano ad avere coraggio e fiducia nelle proprie capacità.
Oscar 2020: Miglior Cortometraggio
L’Oscar 2020 come Miglior Cortometraggio è stato consegnato a Marshall Curry che ha diretto The Neighbors’ Window.
Il cortometraggio mostra come la vita di due ventenni dallo spirito liberoe disinibito sconvolgano la vita della vicina di casa, una donna di mezza età con dei bambini piccoli e dai comportamenti di vita rigidi.
Oscar 2020: Miglior Corto Animato
L’Oscar 2020 per il Miglior Film di Animazione è stato consegnato a Matthew A. Cherry che ha diretto Hair Love.
Il tema del documentario è il rapporto tra padre e figlia in situazioni quotidiane. Il corto mostra un papà alle prese con i capelli della figlia.
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