Leonardo Frigo omaggia l’inferno di Dante Alighieri fondendo l’ambito culturale della musica con quello della cultura. Il giovane artista ha deciso di dipingere 33 violini e un violoncello in cui ciascuno rappresenta un canto.

L’artista che ha omaggiato Dante Alighieri
Leonardo Frigo spiega il suo lavoro artistico
Questo è l’anno in cui si celebrano i sette secoli trascorsi dalla morte di Dante Alighieri e Leonardo Frigo spiega così il suo progetto:
Lo scopo principale della mia opera è di promuovere e condividere la cultura italiana nel mondo. Tutti i miei violini sono ispirati a una specifica storia oppure a una biografia.
L’Inferno di Dante mi ha sempre ispirato fin da bambino, probabilmente posso dire che mi ha insegnato a immaginare e sognare.
Di solito inizio il mio lavoro leggendo e poi trasferisco tutto sui violini. Mi piace osservare che anche i miei violini possano essere letti come un libro.
Questo progetto artistico è stato terminato lo scorso dicembre, dopo 5 anni di lavoro. Le illustrazioni emblematiche sono state realizzate con la china sulla superficie i violini mettono in luce il simbolismo di cui è intrisa l’opera letteraria. Questa idea artistica nasce da una profonda ricerca che ha radici dalla sua passione per la lettura, per la musica e per l’arte.
Ciascun violino inoltre è accompagnato da un accurato testo scritto sia in italiano che in inglese che ne analizza e descrive tutti i dettagli.
Spesso, come dice l’artista, si parla di innovazione ma questa va ricercata anche nella capacità di creare nuove esperienze che siano in grado di coinvolgere e presentare qualcosa attraverso una diversa prospettiva.

L’artista che ha omaggiato Dante Alighieri
L’arte non è altro che una fusione tra bellezza, armonia che prende forma e concretezza attraverso le opere che si realizzano.
Se siete appassionati dell’Inferno dantesco ecco un altro omaggio al Sommo Poeta in cui sono stati abbinati 5 cocktail per 5 personaggi dell’Inferno.
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L’Irpinia ospita l’edizione 2023 di Campania Stories
È l’Irpinia ad ospitare l’edizione 2023 di Campania Stories.
La stampa specializzata nazionale ed internazionale sarà in provincia di Avellino dal 23 al 26 maggio prossimi per la presentazione delle nuove annate dei vini prodotti nelle principali denominazioni campane.
Oltre 90 le adesioni da tutta la regione alla rassegna organizzata da Miriade & Partners con le aziende partecipanti che celebra la sinergia tra tutte le componenti del mondo del vino: le cantine campane, l’indispensabile collaborazione di AIS Campania, il sostegno della Regione Campania, che anche quest’anno ha inserito la rassegna nell’elenco delle manifestazioni fieristiche e degli eventi di promozione a cui partecipa in via ufficiale, e la media partnership di Luciano Pignataro Wine Blog.
Anche questa edizione di Campania Stories vedrà la presenza sul territorio di autorevolissime firme della stampa di settore nazionale e internazionale, mentre durante l’anno verranno organizzati groupage internazionali dando la possibilità alle cantine di far assaggiare i propri vini alle più importanti testate mondiali, fornendo allo stesso tempo a giornalisti e operatori contenuti tecnici e aggiornamenti sui dati di produzione di filiera. Una rassegna, dunque, che dura 365 giorni, anche attraverso le attività digitali (e non solo) di promozione della Campania del vino nel mondo, presentando sul web e sui social denominazioni, territori e protagonisti del mondo del vino della regione, da seguire attraverso gli hashtag #campaniastories e #iobevocampano e sul sito.
Campania Stories sarà come sempre strutturata con tasting riservati alla stampa e visite in cantina e ai territori della regione. Sede delle degustazioni dell’edizione 2023 di Campania Stories sarà l’Hotel Villa Calvo – Ristorante La locandina di Aiello del Sabato (Avellino), mentre il luogo in cui si darà inizio alla rassegna sarà il centro storico di Gesualdo, tra i “Borghi più belli d’Italia”, con il suo castello, con il patrocinio del Comune di Gesualdo. Un luogo che entusiasmò Torquato Tasso, che celebrava la “terra fortunata, aprica, che inonda e porta a più felici genti”, conosciuta anche per i marmi che qui si estraggono, che Vanvitelli usò nella Reggia di Caserta e Carlo III di Borbone per il Palazzo Reale di Portici.
In cima al borgo c’è il castello, tra i monumenti più importanti della Campania, che fu dimora e sede di una illuminata e sfarzosa corte musicale del Principe Carlo Gesualdo, uno dei più illustri madrigalisti di ogni tempo apprezzato in tutto il mondo, musicista raffinatissimo innovatore ed eccezionale precursore della musica moderna. In questo luogo a lui molto caro Carlo Gesualdo si rifugiò dopo aver ucciso la moglie Maria D’Avalos e il suo amante Fabrizio Carafa sorpresi in flagrante adulterio, un duplice omicidio che sconvolse la Napoli del 1590. Dal castello di Gesualdo Carlo Gesualdo si prodigò in opere di bene per espiare la sua colpa e, per attenuare l’onta del tradimento e il rimorso, cercò conforto nella musica. Sarà questo luogo ricco di fascino e storia ad ospitare la serata inaugurale di Campania Stories, una “festa contadina” in cui si festeggerà anche il trentennale della denominazione Taurasi Docg, in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini d’Irpinia, e che celebrerà l’Irpinia nella sua autenticità, dalle produzioni tipiche alle espressioni artistiche, accompagnati dalla Scuola di Tarantella Montemaranese, interprete di una tradizione popolare millenaria dell’Irpinia.
Venerdì 26 maggio, infine, a conclusione del programma per la stampa, l’atteso Campania Stories Day, degustazione per operatori e appassionati provenienti da tutta Italia, in programma sempre all’Hotel Villa Calvo – La Locandina di Aiello del Sabato (Avellino) su tre fasce orarie (10.30-12.30, 15.30-17.30, 18.30-20.30) con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti.
Campania Stories 2023: le cantine che parteciperanno all’edizione 2023
Irpinia (Avellino): Amarano, Barbot Stefania, Borgodangelo, Cantina del Barone, Cantine Dell’Angelo, Cantine di Marzo, Colli di Lapio, Contrade di Taurasi-Cantine Lonardo, De’ Gaeta, De Vito Laura, Di Meo, Di Prisco, Donnachiara, Famiglia Pagano, Feudi di San Gregorio, Ferrara Benito, Fiorentino, I Capitani, I Favati, Il Cancelliere, Il Cortiglio, Le Otto Terre, Macchie Santa Maria, Masseria Alfano, Masseria Della Porta, Nativ, Perillo, Petilia, Pietracupa, Sanpaolo di Claudio Quarta, Tenuta Cavalier Pepe, Tenuta De Gregorio, Tenuta del Meriggio, Tenuta Pietrafusa di Villa Matilde Avallone, Tenuta Madre, Tenuta Sarno 1860, Tenuta Scuotto, Traerte, Vesce Giovanni, Vesevo, Vigne Guadagno, Villa Raiano, Vinusco;
Sannio (Benevento): Cantina di Solopaca, Cantine Tora, Fattoria La Rivolta, Fontanavecchia, Fontana Reale, La Fortezza, La Guardiense, Monserrato 1973, Mustilli, Ocone 1910, Rossovermiglio, Tenuta Sant’Agostino, Terre Stregate, Torre del Pagus;
Caserta: Alois, Cantina di Lisandro, Caputo 1890, Galardi, Masseria Piccirillo, Paparelli Luca, Porto di Mola, Sclavia, Torelle, Vigne Chigi, Villa Matilde Avallone; Napoli: Abbazia di Crapolla, Agnanum, Astroni, Bosco de’ Medici, Cantavitae, Cantine Carputo, Cantine del Mare, Cantine Olivella, Casa Setaro, Contrada Salandra, D’Ambra Vini d’Ischia, La Pietra di Tommasone, La Sibilla, Portolano Mario, Salvatore Martusciello, Sorrentino.
Salerno: Cantina dei Quinti, Cuomo Marisa, Il Colle del Corsicano, Montevetrano, Sammarco Ettore, San Salvatore 19.88, Tempa di Zoè.
Campania Stories promuove e lavora per la sinergia tra i territori. In questa ottica è in programma in questa edizione anche un focus sulla Basilicata e, in particolare, sulle cantine di Generazione Vulture, ospiti di Campania Stories in vista di future collaborazioni tra le aree vinicole delle due regioni: in degustazione i vini di Basilisco, Carbone Vini, Fucci Elena, Grifalco, Madonne delle Grazie, Martino, Musto Carmelitano.
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La stanza dei fiocchi: il Festival delle fiabe e degli artisti di strada
Dalle emozioni legate alla figura di San Gerardo Maiella e alla splendida stanza dei fiocchi del Santuario di Materdomini nasce il Festival delle Fiabe e degli Artisti di Strada La Stanza dei Fiocchi.
Una giornata intensa e ricca di magia, in programma il 4 settembre a Materdomini, frazione di Caposele, promossa dal Comune di Caposele e con la direzione artistica di Roberto D’Agnese per Omast Eventi, nei luoghi di San Gerardo Maiella, protettore dei bambini e delle partorienti, uno dei Santi più amati d’Italia. Il programma si svolgerà secondo un format innovativo, con un programma in presenza e uno virtuale, on line e off line.
Festival delle Fiabe e degli Artisti di Strada La Stanza dei Fiocchi
Festival delle Fiabe e degli Artisti di Strada La Stanza dei Fiocchi: il programma
Alle ore 19 appuntamento presso il Corso Sant’Alfonso di Materdomini con i saluti dell’amministrazione comunale e via al Festival delle Fiabe e degli Artisti di Strada con “Peppino o suricillo”, racconto di una tradizione popolare a cura di Flavio Fierro, “Alì”, a cura di Flavia Squarcio, “La Storia delle fiabe” a cura di “La Mansarda”, laboratorio di costruzione dei CatturaSogni a cura di Carla di Lascio.
Dalle ore 21 esibizione della Wizdom Drum Band con stazioni itineranti, bolle e magia con Mago Ma, spettacolo di giocoleria con Malabariano, clowneria e fuoco con Mr.Juggle, mascotte tematiche con Minnie, Topolino, Bing, Cane pompiere, La Ciurma di Cristina d’Avena in concerto con musiche di cartoni animati, incursioni teatrali sul tema “Passeggiando tra le fiabe”, spettacolo musico-teatrale “La rivolta delle pecore”.
Un programma parallelo si svolgerà on line, in diretta Zoom (info e link Marisa Menna – tel. 3474365048), con il racconto di fiabe dal mondo in lingua originale precedute da una introduzione in italiano: a partire dalle ore 20.30 “Le fiabe dall’Etiopia” a cura di GMA, “Platone e il mito della caverna” a cura di Fiabesofia, “Gebinah”, racconto dalla Palestina, “Capra cinese”, racconto dall’Afghanistan, “Tula Tula”, ninna nanna dalla Nigeria a cura di SAI Villamaina-Torella-Teora, “Quando la notte arriverà”, favola musicale a cura di Francesco Banchini da Baku.
Afferma Roberto D’Agnese:
È emozionante curare la direzione artistica di un festival del genere -. San Gerardo è il patrono dei bambini e delle partorienti e personalmente sono da sempre molto legato ai bambini, sin dalle attività di volontariato svolte in Africa.
L’evento si svolgerà on line e off line, ovvero in diretta Zoom e in presenza, con un programma che si svolgerà lungo le strade di Materdomini. L’idea alla base è quella di creare un importante festival di fiabe e artisti di strada, con un momento di sensibilizzazione globale sull’infanzia nel mondo, sui diritti dei bambini di sognare attraverso le fiabe e i racconti trasmessi dalle proprie famiglie e comunità.
Vogliamo rendere globale un messaggio di protezione verso i bambini, troppo spesso colpiti da tragedie e disattenzioni. E proprio per dare la possibilità a tutti di ascoltare fiabe dal mondo abbiamo creato anche un programma via Zoom, con il racconto di favole in lingua originale, con musicalità della lingua autoctona.
Afferma il vice sindaco di Caposele, Armando Sturchio:
Da qualche anno l’Amministrazione Comunale ha tra i suoi obiettivi quello di rendere il sabato di Vigilia della prima Festa di San Gerardo un appuntamento fisso e imperdibile per grandi e piccini.
Il Festival delle fiabe e degli Artisti di strada è una occasione per offrire una ulteriore attrattiva alla programmazione turistica locale. La festa è stata immaginata come un percorso di magia, fantasia, dolcezza e sogni che si snodano lungo il Corso Sant’Alfonso e che si intersecano in sintonia con la speranza e i desideri realizzati, custoditi nella stanza dei Fiocchi del Santuario di San Gerardo a Materdomini.
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Il proibizionismo spiegato da Michelangelo Bruno
Il proibizionismo (1920-1933) è il periodo in cui viene sancito il divieto sulla fabbricazione, vendita, importazione e trasporto di alcol negli Stati Uniti d’America. Questo divieto nasce quando l’alcol è fruibile per tutta la popolazione.
Una tappa storica importante per il mondo della miscelazione
Allo stesso modo nel 1729 fino al 1751 in Gran Bretagna furono emanate cinque leggi per limitare il consumo di Gin. Questo periodo viene infatti ricordato con il nome di Gin Act. Ciò che fece allarmare le istituzioni politiche del tempo fu che parte del salario degli operai inglesi veniva corrisposto in gin. Questa usanza ovviamente portò ad una serie di problemi come la piaga sociale dell’alcolismo.
Il problema però non era soltanto relativo al salario degli operai ma come ci spiega Michelangelo Bruno, bartender de Il Castello D’Aquino caffè letterario di Grottaminarda, era anche l’impossibilità di bere acqua pulita:
Verso la metà del’600, ad esempio, il gin era diventato una piaga perché tutti bevevano questo distillato. La questione è di carattere storico-sociale perché se l’acqua è inquinata e fa male è normale preferire una bevanda distillata nella quale le impurità sono ridotte al minimo. Quindi etichettare Londra, in quel periodo, come una città di ubriaconi è una definizione sbagliata perché facendo una disamina storica ci si rende conto che era difficile fruire di acqua potabile. Da ciò però nasce la piaga sociale dell’alcolismo e di quello minorile, in modo particolare.
Michelangelo Bruno ci spiega brevemente alcune tappe storiche che hanno dato vita alla miscelazione
L’importanza del proibizionismo per il mondo della miscelazione
Il proibizionismo è stato fonte d’ispirazione perché è in questo periodo che nascono i bar clandestini o speakeasy, esercizi commerciali che vendevano illegalmente bevande alcoliche. Spesso questi luoghi erano nascosti da insegne diverse per evitare di essere scoperti.
È fondamentale, da un punto di vista psicologico e antropologico, sottolineare come in questo periodo sono nati alcuni drink fondamentali per il mondo della miscelazione. Molti di questi drink sono nati a New Orleans, negli Stati Uniti d’America e a Cuba. Quest’ultima, infatti, essendo molto vicina permetteva agli statunitensi di bere drink più caraibici e meno strong quelli che si bevevano nei bar clandestini.
Da qui si gettano le prime basi per due diverse scuole di pensiero legate al mondo della miscelazione.
Durante il proibizionismo, dunque, si inizia a ricercare e a pensare ad una struttura della miscelazione molto vicina al concetto odierno di bar e di mixology. Oggi, infatti, viviamo un’epoca d’oro per quanto riguarda la miscelazione.
Il Club de Catineros di Cuba
In questo periodo nasce il Club de Cantineros a di Cuba che cerca di attrezzarsi, cercando di garantire ai barman una carriera lavorativa di un certo livello che li conducesse ad intraprendere una carriera professionale rispettabile.
Il Club garantiva giornate di lavoro di otto o sei ore con uno stipendio minimo adeguato. Inizialmente il Club era formato da 25 soci e da 16 fondatori che avevano fornito un supporto economico. Nel 1929 nasce il Festival del Cantinero dove tutti i barman di tutto il mondo si riunivano a l’Avana per El dia del Cantinero. Nel 1930 viene anche pubblicato il Manuale Oficial, il primo libro di ricette del Club del Cantinero. In seguito nasce anche una scuola per formare barman chiamata La Classe del Coctelaria.
Oggi il Club de Cantineros esiste ancora ma ha connotazioni diverse rispetto a quelle iniziali.
Per scoprire altre informazioni sul mondo della mixology vi consigliamo di approfondire la storia della miscelazione in cui Michelangelo Bruno spiega alcune tappe importanti.
Buona scoperta!
13 comments on Leonardo Frigo omaggia l’Inferno di Dante dipingendolo su 33 violini
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