Maurizio Petracca, consigliere regionale, presente a Ciak Irpinia 2019 espone alcune soluzioni in favore delle piccole e medie imprese presenti sul territorio irpino.

Il consigliere regionale a Ciak Irpinia 2019
L’idea in sostanza è quella di invertire il trend ovvero creare un dialogo diretto con le imprese per poter comprendere meglio le problematiche e stanziare fondi mirati.
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Fabbrica Iavarone di Calitri,
la Lega porta la vertenza in SenatoIrpinia terra di lavoro precario e vertenze aziendali.
Riflettori puntati, da parte della Lega, sulla Comunità montana Terminio-Cervialto i cui lavoratori non percepiscono stipendio da mesi e sulla Iavarone, la fabbrica di Calitri che ha annunciato licenziamenti e che potrebbe a breve chiudere i battenti.
La questione, molto delicata, è arrivata anche in Parlamento, grazie all’interrogazione presentata dal senatore Claudio Barbaro che, sollecitato dai responsabili provinciali della Lega, ha messo in risalto la dimensione precaria degli impianti industriali presenti in Irpinia e il forte rischio di speculazioni ai danni del territorio e degli operai.
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Emergenza Covid-19: proposte per la fase 2 da Confcommercio Avellino
A breve, si spera, rientreremo nella fase 2 per quanto concerne l’emergenza Covid-19. La realtà in Irpinia ovviamente è molto diversa dalle aree metropolitane dunque bisogna valutare aspetti che non sono universalmente validi per tutte le zone.
Confcommercio Avellino presenta delle proposte specifiche per l’Irpinia per cercare di agire nel migliore dei modi, durante questa futura fase.
Cosa bisognerebbe fare una volta iniziata la fase 2
Fase 2: le proposte di Confcommercio Avellino
Tra le proposte presentate da Confcommercio Avellino per la fase vi è anche l’invito nel limitare restrizioni esclusive alla Regione Campania, come sta accadendo dall’inizio di questa emergenza. Come sappiamo oltre alle ordinanze universalmente valide in Italia, a causa della pandemia, in Campania abbiamo delle restrizioni partite direttamente dalla Regione.
L’invito di Confcommercio Avellino e anche il nostro è quello di vagliare nelle sue particolarità l’intero territorio campano perché nelle scelte regionali fatte non si può pensare, soprattutto per la diversità demografica, di poter fare di tutta un erba un fascio non considerando il sostentamento economico di ciascuna zona territoriale.
Vanno bene le restrizioni particolari ma cerchiamo di focalizzarci e di adeguare i provvedimenti, tenendo presente tutti gli aspetti sociali ed economici che riguardano le micro e macro zone campane.
Confcommercio Avellino, dunque, per l’Irpinia propone:
- Eliminazione di ogni trafila burocratica inutile perché creano ulteriori problemi alle aziende che già sono in difficoltà.
- Screening sanitari per poter intervenire in tempo reale in qualsiasi ipotetica situazione di criticità.
- Distribuzione continua di mascherine e immediata redazione del protocollo delle misure igienico sanitarie da rispettare.
- Misure di sicurezza diversificate a seconda della superficie di vendita delle attività commerciali, tenendo conto che il rischio nei piccoli negozi è più basso rispetto al rischio molto più elevato dei centri commerciali.
- Provvedimenti di carattere fiscale più onerosi nei riguardi dell’e-commerce gestito dalle multinazionali e incentivare l’e-commerce generato da aggregazioni virtuali di piccoli imprenditori.
- Estendere gli aiuti per le microimprese anche alle start-up senza un bilancio. Pensare ad una provvista di 2mila euro a fondo perduto anche alle società neocostituite, per i pubblici esercizi innalzare da 100mila euro a 300mila euro il limite di fatturato per accedere al bonus regionale e portare da 100mila euro a 150mila euro il fatturato massimo per tutte le altre aziende.
- Abbattimento almeno parziale delle utenze
- Consentire, per i pubblici esercizi, un utilizzo più elastico del suolo pubblico per limitare i danni che il rispetto della distanza sociale comporterà.
- Integrazione salariale costante nel tempo, in quanto non tutti i dipendenti potranno essere riassunti alla riapertura delle attività.
- Riapertura dei cantieri pubblici e privati nel rispetto delle norme anticontagio.
- Sospensione fino al 31 dicembre 2020 dell’aliquota regionale su bolli auto, carburanti, assicurazione dei mezzi aziendali.
- Permettere da subito la consegna a domicilio a tutte le attività
- Cumulabilità del Bonus fitti (C1, C2, D3, D8) con altri bonus.
Per quanto riguarda la zona rossa di Ariano Irpino, la Confcommercio Avellino propone delle misure esclusive:
- Bonus per tutti i codici ateco (anche per chi è consentita l’apertura) poiché comunque bloccati nella zona rossa.
- Sospensione o abolizione della tassa di Circolazione per il biennio 2020-2021.
- Precedenza, subito dopo il personale sanitario e del volontariato, di screening per gli operatori commerciali impiegati in attività di prima necessità.
- Apertura immediata di un’altra farmacia nel comune di Ariano Irpino vista l’esigenza, per la vastità del territorio comunale pari a circa 187 kmq, dando seguito al concorso regionale.
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L’Irpinia lasciata sola: la nuova delibera della Giunta della Regione Campania va rivisitata
È ormai conclamato l’impatto negativo che ha avuto il Covid-19 sull’economia nazionale, soprattutto nei Comuni interni come i nostri, che già erano provati prima dell’emergenza.
La filiera agroalimentare, in modo particolare, risulta avere enormi difficoltà, a causa della chiusura del settore Ho. Re. Ca che ha bloccato il commercio europeo e internazionale. Altro grave colpo ricevuto da questo settore è scaturito dalla chiusura di attività come bar, ristoranti, agriturismi, alberghi e paninoteche che ne hanno bloccato anche la vendita interna.
Il settore vitivinicolo è quello che risulta più provato all’interno della filiera agroalimentare irpina perché con la chiusura delle cantine, l’annullamento del Vinitaly, le difficoltà nel poter esportare i prodotti oltre confine non si è avuta la liquidità necessaria, per potersi occupare della cura dei vitigni ovvero quall’aspetto (l’uva e tutto ciò che ruota intorno al terroir) che è fondamentale per poter realizzare il prodotto finito.
Su questa situazione si è esposto il Presidente di AssoApi, Luigi Gaudiosi, che spiega così la situazione economica della filiera agroalimentare in Irpinia:
La produzione delle eccellenze irpine ora è vista con sospetto dai mercati esteri in quanto c’è diffidenza e paura per possibili contagi. Vanno tutelati i prodotti bio, a Km 0 e le eccellenze irpine che sono prodotte solo in alcune zone più interne e legate alle tradizioni di questa terra.
L’economia nelle zone interne, già in tempi normali è alquanto affossata, in una situazione di crisi mondiale come questa non possono che risentirne maggiormente.
Nella nuova delibera della Giunta della Regione Campania in materia di politiche agricole, mi riferisco alla n.211 del 5 maggio 2020 si è pensato solo alla provincia di Salerno e a Caserta, prevedendo 10 milioni di euro per il comparto bufalino, 10 milioni di euro per il settore florovivaistico e per le imprese della pesca e dell’acquacoltura… e l’Irpinia dov’è? Manca all’appello tutta la provincia di Avellino che è stata totalmente trascurata.
Pecorino irpino
Luigi Gaudiosi non le manda a dire a Francesco Todisco, consigliere regionale addetto alle tematiche e alle questione delle aree interne, perché ha favorito solo il settore delle bufale non ricordando, forse, che in Irpinia abbiamo prodotti come il caciocavallo podolico, il carmasciano, la ricotta salata, il pecorino che insieme alla produzione di insaccati rappresentano una fonte economica importante per le nostre zone interne e che, senza i giusti interventi economici, rischia di sparire.
Perché tutelare solo l’economia della Costiera dimenticando le piccole realtà rurali?
Si attendono risposte ma soprattutto provvedimenti!