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Bioginnastica per il riequilibrio posturale bioenergetico spiegato da Stefania Tronconi

Bioginnastica per il riequilibrio posturale bioenergetico è l’ultimo libro di Stefania Tronconi, ideatrice della metodologia Bioginnastica, pubblicato da red! edizioni.

Il libro spiega nel dettaglio tutti gli step che compongono questa metodologia, la sua evoluzione nel corso degli anni, partendo dalla sua nascita fino ad arrivare ad oggi.

La Bioginnastica è una metodologia dinamica perché ha come centro l’uomo e il suo rapporto interconnesso con l’esterno e l’interno, dunque con elementi che di per sé si basano sulla mutevolezza e non sulla rigidità e sulla staticità.

Stefania Tronconi: intervista

Stefania Tronconi parla del suo ultimo libro

Bioginnastica per il riequilibrio posturale bioenergetico oltre ad essere una guida per poter comprendere meglio questa metodologia è anche un viaggio, in cui ciascun operatore di Bioginnastica ci spiega il proprio percorso, i propri dubbi e le difficoltà affrontate prima di abbracciare completamente questa nuova predisposizione interiore ed esteriore.

La Bioginnastica, infatti, si basa sulla stretta connessione tra ciò che siamo, che comprende i nostri blocchi emozionali scaturiti dal nostro vissuto e da come ciò che di negativo ci ha permeati, ricade sul nostro corpo e sui blocchi fisici ad esso correlati. Ciascuna parte del corpo in Bioginnastica corrisponde ad una parte emozionale perché siamo ciò che viviamo e ciò che sentiamo.

Bioginnastica per il riequilibrio posturale bioenergetico di Stefania Tronconi

L’ultimo libro di Stefania Tronconi sulla bioginnastica

La foto spiega come il nostro malessere causato da determinate emozioni possa influenzare positivamente o negativamente il nostro benessere fisico. Il compito della Bioginnastica posturale bioenergetica è quello di educarci verso un equilibrio psicofisico che sia in grado di farci vivere meglio, reagendo nel modo giusto per il nostro benessere fisico e mentale.

Per farvi comprendere meglio il senso di ciò che ho scritto, riporto dei punti salienti contenuti all’interno del libro Bioginnastica per il riequilibrio posturale bioenergetico:

Conoscere la diversità attraverso le tipologie di persone ci permette di accettare le nostre caratteristiche profonde. Ogni persona è un mondo da scoprire, un’opportunità per riflettere e rifletterci. Siamo diversamente simili: osservando la diversità, accogliamo la similitudine.

L’importante è riconoscersi e scoprire le opportunità di essere, migliorarsi e valorizzarsi per ciò che siamo nel rispetto della nostra natura. Essere diversi con le proprie unicità, peculiarità, e talenti, ma simili nel modo di sentire e nelle emozioni che proviamo.

Diversi nei comportamenti ma simili nel desiderio di essere se stessi. La nostra matrice non può essere altro da ciò che è, ogni genotipo ci predispone inevitabilmente a determinate ersperienze, non possiamocambiare la pianta che siamo, ma possiamo trasformarci nella migliore versione di noi stessi.

C’è differenza tra essere un m elo rattrappito e sofferente e un melo rigoglioso e sano. La differenza sta nella capacità di prenderci cura di noi, imparando a cogliere il nostro corpo, conoscendone e riconoscendone le caratteristiche e lasciando andare il giudizio su presunti difetti e imperfezioni. Essere se stessi significa conoscersi, scoprirsi man mano, comprendere grazie alle esperienze chi siamo.

Seduta dimostrativa di Bioginnastica a Rimini

La bioginnastica approda al Rimini Wellness

E ancora:

Guardarci allo specchio amando ciò che vediamo senza volerci cambiare: accogliere il tutto. Se valorizziamo di noi la parte perfetta e gioiosa anche le parti di ombra potranno assumere una Luce diversa: le paure diventano limiti ma non limitazioni, gli occhi vedono oltre e trovano la nota armonica che ci realizza…

Bioginnastica a Rimini Wellness 2019

Bioginnastica al Rimini Wellness 2019

Bioginnastica: i biotipi

Nella nostra diversità ciascuno di noi è accomunato da determinate caratteristiche fisiche e del sentire. Ciò all’interno della Bioginnastica ha un nome specifico: biotipo. I biotipi nella Bioginnastica sono quattro: Cerebrale, Bilioso, Sanguigno e Linfatico.

Ciascun biotipo rappresenta i diversi insiemi di caratteri morfologici, fisiologici e psicologici che formano la nostra costituzione corporea. In base a biotipo di appartenenza ciascun biotipo  tende a reagire in modo diverso, a dare risposte diverse e si manifesta a livello emozionale e posturale in un modo diverso.

La struttura di ciascun biotipo si modifica in base al mondo esterno con cui rapporta  e, di conseguenza, ne cambia costantemente anche la postura. Non esistono, in Bioginnastica,  biotipi puri ma spesso predomina un carattere, un segno distintivo e ciò dipende dalla storia evolutiva dell’essere umano.

Ecco le caratteristiche di ciascun biotipo e la relativa associazione con ciascun elemento, spiegato nel libro di Stefania Tronconi:

Cerebrale – Elemento Terra

Individuo magro, con il corpo cifotico o scoliotico, ripiegato per deficit muscolare, debole e pallido. Melanconico – nervoso, introverso, introspettivo, intuitivo, emotivo e sentimentale. Prevale la funzione recettiva. Simpaticotonico, ipertiroideo, astenico. Tende a stressare i reni.

Sanguigno – Elemento Aria

Individuo con buona massa muscolare soprattutto nel tronco, se fuori forma accumula grasso addominale e viscerale. Attivo, rubicondo, passionale, curioso, estroverso, loquace e mobile. Prevale la funzione riproduttiva. Anabolico, ipersurrenalico, stenico. Tendenza al grasso flaccido e alle patologie cardiocircolatorie.

Bilioso – Elemento Fuoco

Individuo magro ma con una muscolatura tonica e spesso rigida, scavato in volto. Forte, irritabile, orgoglioso, ha un forte senso della giustizia, leale, emotivo e permaloso. Catabolico, ipertiroideo, ipersurrenalico. Prevale la funzione reattiva. Tendenza all’accumulo di grasso compatto e a sovraccaricare il fegato.

Linfatico – Elemento Acqua

Individuo corpulento tendente all’obesità e al grasso flaccido. Flemmatico, pacifico, calmo, lento, pigro, apparentemente felice, adattabile e dipendente. Prevale la funzione nutrizionale. Ipersurrenalico, astenico, vagotonico, ha il metabolismo rallentato. Tende a ristagni catarrali per scarsa ossigenazione.

Bioginnastica: video

Bioginnastica di Stefania Tronconi

Questo è solo un accenno di ciò che è contenuto all’interno del libro Bioginnastica per il riequilibrio posturale bioenergetico di Stefania Tronconi.

Per scoprire il resto non vi resta che addentrarvi in questo mondo leggendo il libro e iniziando a praticare la Bioginnastica!

I conti con l’oste: l’autobiografia di una nazione e della necessità di non dimenticare le proprie radici

I conti con l’oste è un romanzo di Tommaso Melilli, edito da Einaudi, uscito nelle librerie il 18 febbraio.

Il libro, oltre ad essere autobiografico perché lo scrittore parla della sua esperienza vissuta oltre confine, è un ritratto della nostra società fatta di partenze verso nuovi mondi, speranze verso una vita migliore, viaggi verso l’ignoto, che non mancano di molti risvolti negativi come di quelli positivi.

Tommaso Melilli riassume così, in un paio di tweet, il focus del suo romanzo:

Ero un cuoco italiano a Parigi che non conosceva affatto l’Italia: me n’ero andato a vent’anni, facendo – come si dice – i conti senza l’oste.

Sono tornato a casa, e ho rimediato.

L'autore de Iconti con l'oste

Tommaso Melilli

E ancora lo scrittore, parlando della sua esperienza, ricorda due episodi che, negli ultimi anni, hanno segnato profondamente Parigi e non solo: la tragedia del Bataclan e l’incendio a Notre-Dame.

Ecco lo scrittore cosa ci dice ne I conti con l’oste:

La metà di noi era in servizio la notte del Bataclan, e uno di quelli ero io. Un mese fa ha preso fuoco Notre-Dame. Non mi rendo conto di quanto valga anche per le altre città, ma a Parigi le cose ogni tanto bruciano.

Tommaso Melilli decide di andare a Parigi per studiare letteratura ma, dopo qualche anno, si ritrova ad essere chef di un ristorante, un lavoro tranquillo ma che poi, in realtà si rivela tutt’altro che tranquillo perché tra locali in fiamme e ritmi senza sosta, lo scrittore si rende conto che, probabilmente, la tranquillità risiede altrove. Quell’altrove, probabilmente, è ubicato in quello stesso luogo che, vent’anni prima, ha deciso di lasciare perché ciò da cui fuggi, un pò perché non ti riconosci per come vorresti, spesso, è proprio ciò che ti caratterizza e che rappresenta ciò che sei.

Com’è lavorare nella ristorazione, da chef, a Parigi?

I conti con l’oste non è solo un romanzo autobiografico con focus sull’importanza di scoprire o essere ancorato alle proprie radici ma è anche un libro esplicativo sulla condizione lavorativa, vista e vissuta da chi non è del luogo.

Per farvi capire meglio citiamo un passo de I conti con l’oste:

Poi, ci siamo noi, cioè i ristoratori italiani emigrati a Parigi.

Tanto tempo fa, i francesi hanno inventato un sistema terminologico dispregiativo per definire i soggetti originari degli stati limitrofi. Come spesso accade con gli insulti di stampo nazionalista, sono forgiati sulla prima cosa diversa che si percepisce nell’altro, quindi cibi tradizionali, tratti del linguaggio, colore della pelle eccetera eccetera: per ovvie ragioni, un inglese era quindi rosbif, un portoghese un tos (per via di Portos, il moschettiere, ma anche bevanda alcolica), i belgi erano gli unici a essere chiamati semplicemente belgi, perché dal punto di vista francese essere belgi è già un insulto di per sé. I corsi, per esempio, li chiamavano les italiens. E siccome gli italiani, quelli veri, hanno sempre enormi difficoltà a pronunciare la “r” nel modo giusto quando parlano in francese, li chiamavano ritals, marcando molto la pronuncia.

Il romanzo di Tommaso Melilli è uno spaccato di vita mostrato con gli occhi di un migrante che ha scoperto il mondo dalle cucine e dalle osterie, oltre che viverlo come si vive un qualsiasi altro luogo. Il suo è un punto di vista originale che mostra un’esperienza di vita vissuta, portandoci a riflettere su molte questioni, a volte, dando anche delle risposte a quesiti che, per molti sono irrisolti o travestiti da illusione e sogno.

Tommaso Melilli: il romanzo

I conti con l’oste di Tommaso Melilli

In molti vi starete, forse chiedendo, come mai Tommaso Melilli abbia deciso di tornare.

I conti con l’oste si apre con due citazioni e in una delle due, probabilmente, è racchiuso il motivo che ha spinto lo scrittore a tornare in Italia.

Mi riferisco alla citazione di Joan Didion, contenuta nel romanzo, che recita:

Potrei dirvi che sono tornata perché avevo promesse da mantenere, ma forse è perché nessuno mi ha chiesto di restare.

Per avere conferma non vi resta che leggere il romanzo!

L’amore per Juan Vicente Piqueras racchiuso in tre poesie

Juan Vicente Piqueras è un poeta spagnolo contemporaneo. Figlio di agricoltori, ha vissuto in una casa in campagna in un piccolo villaggio di Los Duques de Requena, in cui non c’erano libri. Appena ha potuto, il poeta, ha deciso di conoscere il mondo, visitandolo.

Le poesie di Juan Vicente Piqueras sono dirette, semplici e senza eccessivi giochi di parole. Le sue poesie raccontano di vita, di sentimenti, di amore e di malinconia.

Abbiamo deciso di portarvi all’interno del suo mondo poetico, riportando tre poesie d’amore tratte da Vigilia di restare (2017) pubblicate da Multimedia Edizioni, per farvi conoscere un poeta che merita di essere letto e conosciuto.

Oceano Nuziale

Questa storia comincia molto prima di noi.

Ci sono volute età di dolore e d’oro,

di pietra e di acqua antica, glaciazioni,

battaglie e lamenti, secoli, soffi,

una sera di marzo all’Isla Negra,

caverne, vulcani, libri, guerre, aquile,

stelle, formiche, ponti, labbra, tunnel,

poesie, caramelle, Carmen, rose

che Luis rubava per regalarle a te.

 

Ci sono voluti mari manoscritti,

madri che ci hanno allattato, tempeste,

tori di neve, navi, nubi, foglie

che cadono al suolo in un giardino in Cile

quando nessuno le vede,

miserie e miracoli, per giungere qui,

sulle sponde di questo oceano nuziale,

del vostro amore che sta ricominciando.

 

Ci sono volute, persino,

cose che non c’era bisogno che accadessero:

tiranni, per esempio,

che non sanno, poverini, che l’amore li tollera e li usa per diventare più forte,

e che laddove seminano la loro impotenza,

il seme putrefatto del non posso,

la vita riesce a far crescere, nella sua pazienza,

la rosa regalata del sì voglio.

Questa storia comincia molto prima di noi,

e non ha fine.

 

Ci è mancato poco che non accadesse, e tuttavia

è accaduta, siamo qui, a battezzarci

nelle acque benedette

del vostro nostro oceano nuziale.

 

Oggi la vita è un sì. Ha senso.

L’amore, come il mare, non dorme mai.

E la marea cresce anche se nessuno la guarda.

Avete attraversato anni, paesi, pagine

per arrivare qui. E tanti auguri.

Juan Vicente Piqueras: poesie

Juan Vicente Piqueras

Decalogo della felicità

  1. Desiderare ciò che hai.
  2. Non avere tutto ciò che desideri.
  3. Baciare l’aria all’ispirare e all’espirare rendere grazie.
  4. Onorare padre e madre.
  5. Desiderare la felicità degli altri.
  6. Non dimenticare quello che ti circonda.
  7. Non mentire, o mentire con amore.
  8. Perdonare chi ti ha fatto del male e quelli a cui hai fatto male.
  9. Leggere buoni poeti.
  10. Cantare, ballare, ridere, amare quel che non serve a niente.

Questi dieci comandamenti si riassumono in due:

Ama ed esci da te stesso.

Ama e fà quello che vuoi.

 

Due nuvole

Una nuvola incontra un’altra nuvola,

si sposano e si mettono a piovere…

 

Questa è la storia dell’amore per mio padre.

Buon San Valentino!

Inventario di un cuore in allarme: la storia di un ipocondriaco

Inventario di un cuore in allarme è l’ultimo romanzo di Lorenzo Marone, pubblicato da Einaudi, che uscirà nelle liberie il prossimo 11 febbraio.

Quel che vale per l’umanità, non vale per l’ipocondriaco. La prima chiara e lampante norma che costui deve seguire, un principio sul quale, bene o male, le varie forme di psicoterapia concordano, è questa: se vuoi mettere a tacere l’ossessione, non devi appoggiarti ad altri, non devi sviscerare le tue paure, non devi, diciamola tutta, rompere i coglioni di continuo a chi ti è accanto.

L'ultimo romanzo di Lorenzo Marone

Copertina dell’ultimo romanzo di Lorenzo Marone

Lorenzo Marone ci parla dell’ipocondria ma dal punto di vista di colui che ne è affetto.

Il protagonista del romanzo, infatti, si rende conto del problema che coinvolge le persone che gli ruotano intorno e decide di uscire fuori dal loop di fantomatiche malattie, che potrebbero minare la propria salute.

Inventario di un cuore in allarme è un manifesto delle diverse fobie, che un pò, ci accomunano universalmente tutti e in cui ciascuno potrebbe trovare un pò di sé.

Il protagonista del romanzo, per poter uscire dalla propria ipocondria, si ritroverà a leggere dai trattati di psicologia a quelli di fisica, passando per i tarocchi e la religione.

Tutte queste ricerche hanno un unico messaggio: esorcizzare l’angoscia non è il primo passo ma è ammettere la presenza di un malessere che, qualora non fosse patologico ma minimamente accennato, lo si potrebbe tradurre come un’imperfezione che ci rende unici.

Le peggiori paure: una feroce riflessione sul matrimonio

Le peggiori paure è un romanzo di Fay Weldon, edito da Fazi Editore, che uscirà nelle librerie il prossimo 30 gennaio.

Protagonista del romanzo è Alexandra Ludd, un’attrice affermata, che diventa inaspettamente vedova. Ned noto critico teatrale nonché marito della donna viene colto improvvisamente da un infarto mentre la donna si trova a Londra per lavoro.

La vita coniugale di Alexandra Ludd e Ned sembrava essere felice e priva di lati oscuri ma una serie di eventi e dettagli strani, dopo la morte del marito la portano a porsi delle domande che la mettono in discussione sul suo ruolo di donna, di madre e di artista.

La morte di Ned pone Alexandra in una fase di stallo, in cui i ricordi della vita coniugale si confondono con visioni di una vita altra, il dolore e la perdita sono condizioni difficili da accettare per la donna.

Era un cordone ombelicale a tenerli uniti – reciprocamente- che con il tempo avrebbe riportato indietro lui, oppure sarebbe stata lei a seguire lui? Presto avrebbe forse avuto un’altra visione: Ned sarebbe riapparso sulla spiaggia per aspettarla, l’ombra si sarebbe dissolta e lei l’avrebbe raggiunto sulla battigia alla luce del sole. Insieme sarebbero entrati in un’altra forma di vita. Così andavano le cose. Lei non riusciva ad accettare l’essenza definitiva della morte. Ci sei, e poi, di colpo, non ci sei più. Impossibile. Il confine fra le due condizioni era troppo marcato e definito per essere accettabile.

 

L'ultimo romanzo di Fay Weldon

Le peggiori paure di Fay Weldon

Fay Weldon realizza un libro estremo in cui emergono complicità e competizioni femminili che si scontrano inevitabilmente con l’ambiguo universo maschile. Per scoprire il resto non vi resta che leggere il libro!

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano è un fumetto della blogger francese Emma, diventato un best seller in Francia. La graphic novel mostra, attraverso scene quotidiane, in cosa cosiste praticamente il significato del termine carico mentale, tanto utilizzato dalle femministe.

Che cos’è il carico mentale?

Il termine carico mentale proviene dalla branca sociologica che ha codificato la Teoria del carico cognitivo.

Con il termine carico mentale si fa riferimento a tutte le problematiche logistiche delle faccende quotidiane, domestiche e alla loro suddivisione in un contesto familiare o di coppia.

Il carico mentale non corrisponde nell’eseguire tutte le azioni ma nel dover pensare a tutto ciò che c’è da fare e che si dovrebbe fare.

Per rendere meglio il concetto di questo termine, vi mostriamo una vignetta di Emma, presente all’interno di Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano.

il carico mentale secondo Emma

Bastava Chiedere! di Emma

Il carico mentale non è altro che un essere sempre vigile, per tutto ciò che riguarda la gestione e la pianificazione di tutte le incombenze da risolvere, durante l’arco della giornata e non solo.

Emma con il suo fumetto sottolinea la colpa dei compagni di sesso maschile nel rifiutare la loro parte del carico mentale, sottolineando che non c’è nessuna scusante biologica o innata nella donna, nel volersi prendere la responsabilità mentale di tutto ciò che comporta il vivere quotidiano in coppia.

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano

Emma sottolinea il mondo stereotipato in base ai ruoli che dovrebbe avere una donna e quelli di un uomo, facendo riflettere sulla questione che di innato e predefinito, in realtà non c’è nulla.

Bastava Chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano, tradotto e pubblicato da Editori Laterza, sarà disponibile nelle librerie il prossimo 20 febbraio. La prefazione del fumetto è di Michela Murgia.

Il ritratto di Ilaria Bernardini: un romanzo sulle donne e sul perdono

Il ritratto è il nome dell’ultimo romanzo di Ilaria Bernardini, edito da Mondadori. La scrittrice mostra la fragilità e le storie di due donne, molto diverse tra loro e sconosciute, che hanno però qualcosa in comune: l’uomo che amano.

Una delle due protagoniste della trama è Valeria Costas, nota scrittrice, che oltre all’amore per i suoi libri vive per il suo grande amore: Martin Aclà, un noto imprenditore, a cui è legata clandestinamente da un sentimento che dura da venticinque anni. Valeria vive da sola a Parigi.

Martin invece vive a Londra con sua moglie e i suoi due figli.

Il ritratto di Ilaria Bernardini

Ilaria Bernardini scrittrice

Un giorno per radio, Valeria scopre che Martin ha avuto un ictus ed è in coma. La donna devastata dal dolore di un’ipotetica perdita del suo amato, cerca un modo per poterlo vedere e dargli un ultimo saluto.

Valeria, per potersi avvicinare all’amante, commissiona un suo ritratto a Isla Lawndale, pittrice nonché moglie di Martin. Con questo pretesto riesce a trovare un punto d’accesso nella vita domestica della famiglia.

Valeria e Isla entrano in contatto, creando un’intimità e una familiarità sempre più profonda tra bugie, ricordi e compassione.

Valeria rivelerà ad Isla le vere ragioni che l’hanno portata a commissionare il ritratto? La scrittrice avrà il coraggio di abbattere il muro di menzogne che la dividono da Isla per poter entrare davvero in relazione l’una con l’altra?

Il ritratto di Ilaria Bernardini

Il ritratto di Ilaria Bernardini

Per scoprirlo non vi resta che aspettare l’uscita del romanzo di Ilaria Bernardini, previsto per il prossimo 28 gennaio.

Simone de Beauvoir: situazione della donna oggi

Il 9 gennaio del 1908 nasce Simone de Beauvoir, scrittrice, insegnante e filosofa oltre ad essere una delle figure più rilevanti all’interno del movimento femminista. Durante gli anni ’70 è stata in prima linea su tematiche sociali di vario genere.

Nei suoi scritti è predominante la voglia di sollevare e di trattare tematiche inerenti la condizione della donna come, ad esempio, quella dell’aborto, del ruolo della donna non delimitato al focolare domestico e dell’importanza per la donna di trovare una posizione sociale indipendente e non subordinata a quella dell’uomo.

La donna di cui parla Simone de Beauvoir è un ritratto di una donna moderna, non assoggettata ai retaggi culturali, che la vogliono ingabbiata a taluni comportamenti sociali che producono un’idea rassicurante ma non ne fanno un individuo pensante. Molti di questi temi sono ancora attuali ma, a differenza degli anni in cui ha vissuto la filosofa francese, oggi restano sospesi e senza risposta.

Mi spiego meglio.

Siamo abituate a sbandierare ai quattro venti la volontà di voler essere indipendenti, di voler cambiare la società maschilista che, ancora oggi come ieri, ci penalizza, soprattutto, a livello lavorativo.

Molto spesso quando si parla di emancipazione femminile solleviamo importanti questioni senza però trovare ad esse soluzioni o agendo, a nostra volta, in modo maschilista nei confronti delle altre donne.

Noi donne dovremmo iniziare a sganciarci da questi comportamenti e a riconoscere modus operandi che appartengono alla società maschilista perché a volte, inconsapelvomente, ci comportiamo come il sottoprodotto di quel tipo di modello che respingiamo a parole ma non nei fatti.

Potrei fare degli esempi ma non è questo il luogo giusto per farlo. Ritengo che sia più appropriato riportare alcuni passi di una conferenza di Simone de Beauvoir, tenuta in Giappone nel 1966, che spiega la situazione della donna oggi come ieri.

Le parole della filosofa esistenzialista sono attuali perché molti problemi irrisolti sulla condizione femminile sono perfettamente calzanti ancora oggi.

Ciò probabilmente dipende da una paralisi e per certi versi anche da una regressione della società, che ci porta a galleggiare su un mare di problemi a cui non si fa fronte o non lo si fa nel modo giusto.

Simone de Beauvoir

Simone de Beauvoir

Nel 1966 Simone de Beauvoir diceva:

Anzitutto, penso che la donna che accetti di vivere in una totale dipendenza economica nei riguardi di un uomo – destino della donna sposata classica – accetta anche di vivere in una dipendenza morale, psicologica, in una totale dipendenza interiore. E questo, trovo che nessun essere umano lo dovrebbe accettare. La donna dipendente l’accetta, perché la condizione materiale della vita è il fondamento dell’intera vita: se una donna è incapace di sopperire da sé ai propri bisogni, è costretta a sottomettersi alla volontà dell’uomo.

E in particolare se – cosa che accade di frequente- un matrimonio va male, se una donna cessa di amare il marito, si trova costretta, per ragioni materiali, a innumerevoli compromessi; è spinta a imbrogli morali, alla malafede, a ingannare se stessa, insomma a un insieme di comportamenti che ritengo profondamente riprovevoli.

Nello stesso tempo è in gioco la sua felicità: dipende dalla libertà dall’altro, dalla libertà dall’uomo. Ne ho visto una quantità di esempi strazianti: se l’uomo non ama più la moglie, se decide di lasciarla, lei si ritrova molto frequentemente senza risorsa alcuna, sia materiale sia morale, perché aveva puntato tutto sull’amore del marito ed era, anche nel suo essere interiore, nell’intimo di se stessa, interamente dipendente, al punto che non sa neppure più chi sia né nperché viva, quando non è più amata.

Affrontata la prima questione: quella dell’indipendenza economica da cui scaturiscono altre indipendenze della stessa importanza. Simone de Beauvoir prosegue, affrontando una questione ancora all’ordine del giorno: la differenza salariale tra uomo e donna.

E dice:

In tutti i campi, tanto nelle libere professioni quanto nella classe operaia, si vede succedere esattamente la stessa cosa. Ci sono state molto recentemente in Inghilterra grandi dichiarazioni di lavoratrici inglesi che si proponevano come primo obiettivo la lotta per l’uguaglianza del salario tra uomini e donne. Ma il loro portavoce aggiungeva che non c’era nessuna speranza di conseguirla prima di una decina o perfino di una quindicina di anni.

C’è stato pure un movimento davvero straordinario, tre o quattro mesi fa, in Belgio: si sono riunite delle operaie, hanno fatto manifestazioni di massa, sono sfilate nelle strade reclamando l’uguaglianza dei salari; con le loro proteste, con scioperi, l’hanno ottenuta in alcune aziende.

Questa vittoria rappresenta una speranza, un esempio; ma è eccezionale. Su questo punto, la donna è di solito profondamente svantaggiata rispetto all’uomo. Non farà una carriera brillante, non avrà successo che le dia soddisfazione, e sarà pagata meno di lui.

Il problema della disparità tra uomo e donna, oltre ad essere un problema culturale, è un problema sociale e quindi politico.

Simone de Beauvoir

Simone de Beauvoir

Cosa ferma il percorcorso verso la parità tra uomo e donna per Simone de Beauvoir?

Apparteniamo a democrazie borghesi e c’è  in seno alla democrazia borghese una costraddizione che risalta in molti campi, in quello della donna tra gli altri. Da un lato la democrazia borghese vorrebbe essere una democrazia, cioè un regime in cui c’è uguaglianza perfetta tra tutti i cittadini. Non ci sono discriminazioni né di razza né beninteso di sesso. Di conseguenza le donne sono uguali agli uomini. È per dimostrare questo che ci hanno dato all’indomani della guerra i diritti politici, in particolare quello di voto, e si è ritenuto che dovessimo accontentarcene, che accordandoci questi diritti venissimo davvero riconosciute uguali agli uomini.

Ma d’altro lato la democrazia borghese è borghese, cioè significa che la direzione del paese appartiene a una certa classe; la quale vuole naturalmente conservare i propri privilegi, il proprio ruolo dirigente, cioè l’ordine stabilito. Qui tocchiamo un punto estremamente importante. Si tratta di dare l’impressione che siamo in democrazia, pur conservando l’ordine stabilito che è fondato sulla disuguaglianzqa. In particolare, si manterranno le donne in stato d’inferiorità.

I passi riportati di Simone de Beauvoir rappresentano un assaggio del contenuto della conferenza, che potrete leggere integralmente nel libro Quando tutte le donne del mondo…, pubblicato nel 1982 da Giulio Einaudi editore.

Con questo breve accenno su tematiche attuali, su cui sarebbe importante riflettere, abbiamo voluto darvi un breve ritratto del pensiero di Simone de Beauvoir.

La più bella è l’ultimo libro di Alessio Lasta: un reportage moderno sulla nostra Costituzione

Quando si parla della nostra Costituzione la si descrive sempre definendola come la più bella del mondo. Eppure molti suoi articoli, a distanza di settant’anni, sono l’equivalente di una lettera morta.

La più bella – La costituzione tradita – Gli italiani che resistono di Alessio Lasta, giornalista e inviato di Piazzapulita, il programma di La7, nasce dalla voglia di mettere nero su bianco le storie di uomini e donne che oggi lottano e resistono per veder riconosciuti i loro diritti.

Siamo di fronte alla penuria di posti nelle case popolari, alle prese con truffe perpetrate ai danni dei risparmiatori; assistiamo al taglio di assegni per la cura di malati gravi e molto altro, di cui sentiamo parlare tutti i giorni e su cui ci si sente impotenti o non ci si fa più caso perché la rassegnazione si è trasformata in indifferenza o in normale amministrazione all’ordine del giorno.

Ogni storia scritta all’interno de La più bella si chiude con un articolo della Costituzione che viene disatteso. Dunque c’è ancora da fare qualcosa per renderla più bella.

La più bella. La Costituzione tradita. Gli italiani che resistono

Copertina dell’ultimo libro di Alessio Lasta

La più bella – La Costituzione tradita – Gli italiani che resistono di Alessio Lasta, pubblicato da add Editore, uscirà nelle librerie il prossimo febbraio.

Il mio paese è una libreria: intervista alla poetessa Alba Donati

Ecco le parole di Alba Donati, e sono tratte dall’incantevole poesia Il mio paese è una casa, compresa in Tu, paesaggio dell’infanzia (La Nave di Teseo, 2018), libro che raccoglie tutti i suoi versi, a partire dal 1997 ad oggi.

Il mio paese è una casa

e ogni casa è una stanza.

Il mio paese è un corpo,

ogni casa è una stanza,

ogni strada è un’arteria

di sangue familiare.

Nel mio paese ogni piazzetta

è il salotto rumoroso

di una grande famiglia.

Nel mio paese salire al castello

è come salire le scale

e da altre camere, da altre soffitte

le voci sono rivolte a te,

niente è da te separato, niente.

Alba Donati è una poetessa, un’autrice, una donna che ha saputo coltivare nella sua vita il frutto più bello, quello delle sue passioni, e lo ha irrorato con una nebbiolina densa d’inestimabile ricchezza spirituale, di sapienza, studio, dedizione e professione.

La comprensione della sua opera arriva appena la si conosce, e non importa se davvero poi non sempre ci si possa stringere la mano per congratularsi e la distanza aumenta la poca credibilità; ma ho studiato bene i suoi occhi nelle foto, e vi ho scorto un’incredibile vivacità ancora fanciullesca; una briosità che scaturisce dall’entusiasmo di saper vivere un’esistenza dedita alle meraviglie della letteratura, che è infinita, e con essa dedicare tutto il tempo possibile per divulgarne l’essenza e crearne un mestiere, sia per sé e, soprattutto per gli altri.

Poco può il poeta per l’intelligenza dell’opera sua: là soltanto è la sua chiarezza.

È una frase di Alfonso Gatto, e ci aiuta a comprendere meglio perché oggi ci si possa ancora fidare anzitutto dei versi di un poeta, ancor prima di poterlo conoscere, se proprio la si vuole spezzare

questa magia dell’ignoto e soccombere alla mera curiosità, perché il mistero sta proprio nella distanza. Alba Donati però ha davvero poco da nascondere e non la si può certo dimenticare.

Oggi è presidente dell’illustre Gabinetto Viesseux, celeberrimo circolo letterario, tra i cui direttori del passato spiccano i nomi di Eugenio Montale e Bonaventura Tecchi; dal 1820 luogo d’incontro per autori, scrittori, poeti ed esponenti della cultura in generale; un centro ancora oggi fondamentale che ha tessuto le lodi di una città d’arte importantissima come Firenze, dove vi si trova, a Palazzo Strozzi.

Sempre a Firenze Alba Donati ha saputo inoltre creare uno spazio tutto dedito alla diffusione dei linguaggi della cultura, la scuola Fenysia, nel Palazzo Pucci.

Fenysia non è soltanto un luogo di ritrovo durante i frequenti open day che vi si organizzano, ma è soprattutto la definizione più bella che ci può essere di una scuola; la rinascita di un amore intramontabile verso tutto ciò che è cultura, a partire innanzitutto dalla lettura, poi alla scrittura, al linguaggio cinematografico, al linguaggio dell’arte e della musica, alla conoscenza del giornalismo culturale e web.

Vi si può entrare con un test, e soltanto con un punteggio alto, per permettere ai migliori di poter  a loro volta migliorare un mondo in costante sfacelo, e costruirne su quelle macerie fatiscenti uno molto più riflessivo, che abolisce gli abusi del potere più indisciplinato, ignorante.

Ecco uno stralcio tratto da Tu paesaggio:

Che magia detieni tu, paesaggio dell’infanzia?

che pozioni maneggi,

che fluvi fai volteggiare in aria?

Quali note vibrano nel silenzio,

se io ti vedo da sempre

e sempre ogni volta che  vedo il cielo

col suo tappeto di stelle,

è per la prima volta che lo vedo

Alba Donati libreria

Alba Donati libreria

La semplicità, che è rimasta ferma nelle origini della poetessa Alba Donati, resta a sua volta ancorata al piccolo paese di provenienza, dove i ricordi, i colori, gli odori e i fischi del vento tra quei monti dell’infanzia hanno con ogni probabilità influenzato tutta la sua vita da lettrice, autrice e sognatrice concreta di desideri possibili.

Lucignana è un piccolo borgo con poco più di centocinquanta abitanti, arroccato tra gli Appennini e le Apuane; si trova in Toscana, nella provincia di Lucca, e da qualche giorno ha respirato un’aria da fiaba sempre grazie alla poetessa che ho scoperto da poco, e che grazie ad essa sta vivendo un periodo di particolare interesse culturale e mediatico.

Alba Donati ha deciso di costruirvi proprio lì la libreria dei suoi sogni, proprio lì dove quel frutto che ha visto crescere e maturare fin da bambina ora è diventato l’albero della sua sapienza.

Nell’orto della madre, dove vi si coltivavano gli ortaggi, immagino ci fosse sempre stata una piccola zona coperta, una stanza tutta per sé, un cottage dove ripararsi dalle intemperie e nascondersi tra la zappa e il badile, e forse leggere alla luce di un lumicino di sera o dallo spiraglio di una finestrella.

Sopra la Penna

Sopra la Penna

È da lì che è stata concepita l’idea della Libreria sopra la Penna; un progetto quasi nato per caso, come una poesia, un modo naturale di vedere un desiderio. Attraverso un crowdfunding Alba Donati è riuscita ad ottenere in due mesi più di diecimila euro in donazioni,e ha iniziato per davvero a costruire un’idea concreta di rifugio culturale, una libreria piccina in un cottage lassù, in un paesello che insieme a tanti altri ha minacciato di poter scomparire da un momento all’altro.

Solo che Alba Donati ha saputo coglierne l’essenza degli ultimi anni, soprattutto quando ha capito che i giovani di Lucignana iniziavano a rifiutare l’abbandono del luogo natio e a ricominciare a farlo rivivere secondo una nuova idea di partecipazione, come si usava un tempo tra compaesani, e ci si voleva un mondo di bene, pur avendo pochi mezzi. Esiste già, infatti, un comitato per la riqualificazione culturale e urbanistica di Lucignana, dove si è pensato ad una residenza per traduttori e artisti, e dove il comitato scientifico raccoglie alcuni nomi illustri come Corrado Augias, Vittorio Sgarbi, Fabio Genovesi e Dario Franceschini.

Insieme all’architetto Valeria Ioele, e ai suoi più stretti collaboratori e compaesani, Alba Donati ha creato uno spazio in cui ha raccolto una collana di libri che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita; quei classici intramontabili, tutti belli, che riuscirebbero a zuccherare quest’odio costante che ci riguarda, che ci fa vivere competizioni sanguinose. Esistono inoltre degli spazi che il futuro lettore potrà definire come degli appuntamenti al buio, e dove i libri misteriosi sono incartati e contengono degli indizi scritti con pennarelli colorati, e dove non si enuncia alcun titolo: se ci fidiamo di Alba Donati, quest’amante misterioso ci inebrierà col profumo delle sue pagine interessanti. Qui si possono trovare le collane con citazioni di Sylvia Plath, il tè di Charlotte Brȍnte, i braccialetti ispirati a Emily Dickinson e Rilke, le rose segnalibro dedicati a Jane Austen.

Si può allietare il palato portando a casa le marmellate letterarie, come quella preferita da Virginia Woolf, con mele renette e scorza di limoni, quella gradita da D’Annunzio, con il bergamotto di Calabria e con olii essenziali di rosa, quella dedicata a Paolo Rumiz con cotogne e vaniglia.

Ho scritto una mail alla meravigliosa Alba Donati, proponendole un’intervista e non poteva non esserne felice.

Alba Donati

Alba Donati

Alba Donati: intervista

Sig.ra Donati, esistono oggi vari tentativi, di cui alcuni discutibili seppur a loro modo apprezzabili, nel far ripopolare un paese in via di abbandono. La sua iniziativa, però, spiazza qualsiasi paragone. Quali potenzialità, secondo lei, potrebbe avere una libreria nell’aiuto a far riavvicinare chi ha deciso di andar via?

Intanto il caso di Lucignana è un po’ diverso, ci sono molti ragazzi, molte coppie giovani e bambini che nascono. Chi è nato a Lucignana al 90% vuole rimanerci, c’è amicizia e solidarietà, in questo è un paese un po’ speciale. In ogni caso l’apertura di uno spazio così è un accensione di vita, è combustibile, e deve essere percepito come spazio comune, di tutti.

L’amore per i libri, così come quello per i dischi (e non alludo a piattaforme digitali), potrebbero davvero far crescere una società secondo una visione univoca di ciò che risulterebbe essere più giusto nella piacevole convivenza col prossimo, abbattendo stupidi errori di convivenza, che spesso sono la prima avvisaglia di un conflitto sociale?

Leggere apre nuove porte, alimenta confronti, leggere è un dialogo. Quale antidoto più forte potrebbe esserci contro quella tendenza al monologo di tanta gente? Il libro è la fine del ‘ Io sono, io penso, io dico’. È come se mettesse il punto interrogativo in fondo a ogni affermazione. Per questo è importante leggere, per non vivere al chiuso di se stessi, per non udire solo l’eco della propria voce

Viviamo una realtà in cui si legge sempre meno, ma ciononostante, forse per questioni di marketing e di tornaconto, di libri se ne pubblicano a bizzeffe, col rischio che quelli che davvero contano possano perdersi in un mare di  mediocrità pompate dalle grosse case editrici. È forse per questo motivo, dunque, se nella sua libreria ha scelto di valorizzare soprattutto quei capolavori che almeno una volta nella vita avremmo dovuto pensare di leggere?

Sì è così. L’editoria fa questo è quello, col risultato che spesso il lettore si confonde. Se legge può fidarsi dei supplementi culturali, oppure del passaparola, ma non tutti sono in questa posizione. Nella mia libreria ci sono soprattutto libri di qualità. E sono contenta perché il pubblico questa cosa l’ha capita bene. Si fidano. A volte mostro un’alternativa: scrivo ‘se hai 20 anni’  puoi leggere Red oppure puoi leggere Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf. Per adesso Virginia è in vantaggio.

Interno libreria la Penna

Interno libreria sopra la Penna

A proposito di capolavori, ho pensato a lei, e mi è venuto in mente un libro che ognuno di noi dovrebbe avere assolutamente, La luna e i falò di Cesare Pavese. Lei è impegnata da anni nella rivalutazione del suo borgo natio, ma quando, di preciso, ha sentito seriamente di ritornare in paese con tutto il cuore per dare un senso al territorio che le ha condizionato inevitabilmente tutta la sua esperienza intellettuale?

Negli ultimi anni il tracciato si è fatto sempre più visibile. Tre anni fa ho ristrutturato la casa è questo è stato fondamentale. C’è poi il fattore umano, che conta molto. Un pensare più diretto, un affetto non esibito ma forte.  C’è il luogo dell’infanzia, Zanzotto diceva che non avrebbe potuto scrivere se non circondato dalle sue montagne a Pieve di Soligo. Per me Lucignana è più un ritorno, züruck, back, à rebous, una situazione colma di effetti poetici.

La Libreria sopra la Penna nasce da una riqualificazione in un borgo dove si respirano ancora i valori di un tempo. Eppure la realizzazione di questo sogno è avvenuta tramite un mezzo ultramoderno, il crowdfunding, che ha addirittura superato le sue aspettative. Tale iniziativa mediatica però può nascere solo attraverso i social, oggi motori di ricerca di fatiscenti e aberranti specchi di una realtà corrotta dal potere d’immagine e di gigantismi sedicenti. Lei crede, a questo punto, che forse potrebbe coesistere ancora una percentuale di persone valevoli che se messi insieme riuscirebbero ad abbattere muri di un’ignoranza collettiva ingiustificata?

Io non so cosa penso, ma faccio. Cioè non riesco a stare ferma, immobile davanti al degrado che abbiamo vissuto negli ultimi 20 anni. Tanto che ho aperto una scuola dei linguaggi della cultura che si chiama Fenysia (come la mia zia che faceva la governante in casa d’altri) e adesso questo cottage letterario in un paesino dove regna pace e tranquillità. Non intervengo quasi mai su questioni importanti sui social perché non reggo l’ondata di odio, di stupidità che ne consegue ma cerco di operare in positivo, di guardare avanti. Adoro la forza reattiva di Michela Murgia e credo che lei rappresentanti anche la mia voce.

Carmine Maffei

 

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