Economia

Regione Campania e il Programma di Sviluppo Rurale

La Regione Campania all’interno del Programma di Sviluppo Rurale, facendo riferimento alla Tipologia di Intervento 13.1.1, che riguarda il Pagamento compensativo per le zone montane, ha previsto forme di indennizzo indirizzate ad alcune tipologie svantaggiate dal punto di vista morfologico, ambientale e climatico ovvero tutti quei fattori che possono condizionare in modo negativo lo svolgimento delle attività agricole.

Questa tipologia di intervento non è prevista in tutte le Regioni italiane ma riguarda il settore primario della Regione Campania che ha previsto il massimo livello erogabile.

Le risorse disponibili, 210 milioni di euro, sono già state distribuite nel 2019 ed è stato erogato alle aziende attraverso quattro annualità. La dotazione, viste le difficoltà, è stata integrata con 39 milioni di euro e un nuovo budget complessivo rimodulato in quasi 248.500.000 euro.

Regione Campania e il Programma di Sviluppo Rurale

Regione Campania e il Programma di Sviluppo Rurale

La Giunta Regionale della Campania, a conferma della sua disponibilità verso il settore in questione, aveva già disposto una puntuale ricognizione delle risorse messe a bando, in modo da poter erogare una indennità. La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo che di fatto ha congelato la riforma della Politica Agraria Comune, prorogando i fondi attuali ed evitando tagli al budget Pac.

Dunque si estende l’attuale programmazione di sviluppo rurale fino al 31 dicembre 2022 con la possibilità di utilizzare le risorse attualmente a disposizione fino al 31 dicembre 2025.

Fase 2: il calendario delle ipotetiche ripartenze

La fase 2 dovrebbe iniziare il 4 maggio, la conferma definitiva dovrebbe arrivare nelle prossime ore da Giuseppe Conte e da Vittorio Colao, in base alle indicazioni del comitato tecnico-scientifico e dagli enti locali.

Le ipotesi sulle probabili date e riapurture delle attività che sono state sospese fino ad ora sono le seguenti ma ricordiamo che sono congetture ancora non confermate.

Fase 2 possibili riaperture

Fase 2 possibili riaperture

27 aprile

Potrebbero riprendere l’attività alcuni settori con un rischio più basso di contagio e le aziende che sono già in possesso dei protocolli di sicurezza: automotive, componentistica e settore moda.

4 maggio

Dovrebbe riprendere il settore manifatturiero e tessile, commercio all’ingrosso e costruzioni ovviamente rispettando le nuove misure di sicurezza che consistono in turni scaglionati sia in entrata che in uscita, postazioni di lavoro distanziate e misurazione della temperatura corporea all’ingresso.

Se gli spostamenti avvengono all’interno del proprio Comune non vi sarà più il bisogno dell’autocertificazione. Permane il divieto di spostarsi tra una Regione e l’altra.

Su treni, aerei, metro e bus sarà stabilito un numero limitato di passeggeri con posti alternati. In tutti i luoghi chiusi ci sarà l’obbligo di indossare le mascherine.

È previsto per il 4 maggio la ripresa delle attività di ricerca e i laboratori.

11 maggio

In questa data dovrebbero riprendere l’attività del commercio al dettaglio che avranno l’obbligo, in modo particolare i negozi di calzature e di abbigliamento, di sanificazione dei prodotti, obbligo di distanziamento tra i clienti e uso delle mascherine.

In questa data dovrebbe essere concessa anche la riapertura dei centri estetici e dei parrucchieri che dovranno rispettare l’obbligo di un operatore e un cliente con sterilizzazione di tutti gli strumenti tra una seduta e l’altra.

18 maggio

Bar e ristoranti riapriranno inizialmente con servizio da asporto ma potranno tornare alla normalità non in questa data ma in data da stabilirsi. Una volta concesso il normale svolgimento delle attività i tavoli dovranno essere sistemati a 2 metri l’uno dall’altro e dovranno essere diminuite le capienze dei clienti all’interno del locale.

Attività che non si sa quando riprenderanno

Cinema, teatro, concerti, festival e discoteche, piscine, palestre che rappresentano le attività di più alto rischio per contagio e trasmissione del virus Covid-19 per ora non riaprianno. Delle seguenti attività menzionate potrebbe esserci un’eccezione per i cinema all’aperto.

La fase 3, che consiste nella riapertura totale, dovrebbe arrivare entro il 2020 ma non si hanno certezza a riguardo.

Crisi da Covid-19: il 70% degli editori verso la cassa integrazione

L’Italia, lo sappiamo, rientra tra quei Paesi in cui la lettura è una virtù poco praticata dalla maggior parte della popolazione.

Questo aspetto culturale e di abitudine intellettuale ha sempre fatto camminare su un filo precario il mondo dell’editoria nostrana. L’emergenza Covid-19 ha dato la stoccata finale a questo settore, che già se la passava malaccio.

Crisi nel mondo del libro

Crisi nel mondo del libro

Il 70% degli editori sta programmando la cassa integrazione, per cercare di limitare i danni economici che si fanno già sentire.

Molti editori, infatti, stanno bloccando le novità 12.500 in uscita, che sono pari a 44,5 milioni di copie che non saranno stampate.

Il futuro, post quarantena da Covid-19 come già preannunciato da molti, non si prospetta dei più rosei per l’intera economia italiana e, soprattutto, per quei settori che già arrancavano prima di questa devastante emergenza pandemica.

Emergenza Covid-19: proposte per la fase 2 da Confcommercio Avellino

A breve, si spera, rientreremo nella fase 2 per quanto concerne l’emergenza Covid-19. La realtà in Irpinia ovviamente è molto diversa dalle aree metropolitane dunque bisogna valutare aspetti che non sono universalmente validi per tutte le zone.

Confcommercio Avellino presenta delle proposte specifiche per l’Irpinia per cercare di agire nel migliore dei modi, durante questa futura fase.

Confcommercio Avellino e fase 2: le proposte

Cosa bisognerebbe fare una volta iniziata la fase 2

Fase 2: le proposte di Confcommercio Avellino

Tra le proposte presentate da Confcommercio Avellino per la fase vi è anche l’invito nel limitare restrizioni esclusive alla Regione Campania, come sta accadendo dall’inizio di questa emergenza. Come sappiamo oltre alle ordinanze universalmente valide in Italia, a causa della pandemia, in Campania abbiamo delle restrizioni partite direttamente dalla Regione.

L’invito di Confcommercio Avellino e anche il nostro è quello di vagliare nelle sue particolarità l’intero territorio campano perché nelle scelte regionali fatte non si può pensare, soprattutto per la diversità demografica, di poter fare di tutta un erba un fascio non considerando il sostentamento economico di ciascuna zona territoriale.

Vanno bene le restrizioni particolari ma cerchiamo di focalizzarci e di adeguare i provvedimenti, tenendo presente tutti gli aspetti sociali ed economici che riguardano le micro e macro zone campane.

Confcommercio Avellino, dunque, per l’Irpinia propone:

  • Eliminazione di ogni trafila burocratica inutile perché creano ulteriori problemi alle aziende che già sono in difficoltà.
  • Screening sanitari per poter intervenire in tempo reale in qualsiasi ipotetica situazione di criticità.
  • Distribuzione continua di mascherine e immediata redazione del protocollo delle misure igienico sanitarie da rispettare.
  • Misure di sicurezza diversificate a seconda della superficie di vendita delle attività commerciali, tenendo conto che il rischio nei piccoli negozi è più basso rispetto al rischio molto più elevato dei centri commerciali.
  • Provvedimenti di carattere fiscale più onerosi nei riguardi dell’e-commerce gestito dalle multinazionali e incentivare l’e-commerce generato da aggregazioni virtuali di piccoli imprenditori.
  • Estendere gli aiuti per le microimprese anche alle start-up senza un bilancio. Pensare ad una provvista di 2mila euro a fondo perduto anche alle società neocostituite, per i pubblici esercizi innalzare da 100mila euro a 300mila euro il limite di fatturato per accedere al bonus regionale e portare da 100mila euro a 150mila euro il fatturato massimo per tutte le altre aziende.
  • Abbattimento almeno parziale delle utenze
  • Consentire, per i pubblici esercizi, un utilizzo più elastico del suolo pubblico per limitare i danni che il rispetto della distanza sociale comporterà.
  • Integrazione salariale costante nel tempo, in quanto non tutti i dipendenti potranno essere riassunti alla riapertura delle attività.
  • Riapertura dei cantieri pubblici e privati nel rispetto delle norme anticontagio.
  • Sospensione fino al 31 dicembre 2020 dell’aliquota regionale su bolli auto, carburanti, assicurazione dei mezzi aziendali.
  • Permettere da subito la consegna a domicilio a tutte le attività
  • Cumulabilità del Bonus fitti (C1, C2, D3, D8) con altri bonus.

Per quanto riguarda la zona rossa di Ariano Irpino, la Confcommercio Avellino propone delle misure esclusive:

  • Bonus per tutti i codici ateco (anche per chi è consentita l’apertura) poiché comunque bloccati nella zona rossa.
  • Sospensione o abolizione della tassa di Circolazione per il biennio 2020-2021.
  • Precedenza, subito dopo il personale sanitario e del volontariato, di screening per gli operatori commerciali impiegati in attività di prima necessità.
  • Apertura immediata di un’altra farmacia nel comune di Ariano Irpino vista l’esigenza, per la vastità del territorio comunale pari a circa 187 kmq, dando seguito al concorso regionale.

Emergenza Covid-19 e Fase 2: nessun accordo tra Cgil, Comune e Regione

Non è stato raggiunto nessun accordo tra il Comune di Avellino, la Cgil e Regione Campania e non è stato trascritto nulla insieme alle altre Parti sociali.

Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino rende nota la notizia perché diversi organi di stampa hanno affermato il contrario.

Non è stato raggiunto nessun accordo tra il Comune di Avellino, la Cgil e Regione Campania

Non è stato raggiunto nessun accordo tra il Comune di Avellino, la Cgil e Regione Campania

Il Segretario Generale della Cgil dichiara:

Appare doveroso precisare che una proposta di ripartenza per la cosiddetta fase 2 è stata discussa l’altro giorno nel corso di una conference-call e attraverso telefonate intercorse con il sindaco di Avellino, Gianluca Festa.

Fino a questo momento non è stato sottoscritto nessun accordo. Infatti restano da definire dei punti per noi essenziali mentre ve ne sono altri assolutamente non condivisi.

Per la Cgil Avellino è fondamentale rifarsi alle regole nazionali definite anche con le parti sociali e successivamente verificare le peculiarità territoriali.

Noi chiediamo di rendere legislativamente cogenti le tutele del Protocollo di Sicurezza ad ogni livello. Per noi la discussione non vuol dire sottoscrizione e lo avevamo chiarito anche al sindaco Gianluca Festa, il quale ha detto che di sua sponte, comunque avrebbe mandato il documento alla Regione Campania.

Quindi per quanto ci riguarda è confermato il fatto che si continua ad agire ad ogni livello nel rispetto dei Dpcm del 10 aprile scorso. Continueremo a ribadire che si potrà ripartire solo alzando il livello di sicurezza e della tutela della salute, con specifico tavolo in Prefettura.

Quando si deciderà di aprire lo si dovrà fare con assoluta gradualità e certezze di sicurezza.

Consorzio Tutela Vini d’Irpinia delucida la situazione attuale causata dall’emergenza Covid-19

Con la chiusura forzata del canale HoReCa, strumento della commercializzazione dei vini, il mondo del vino è in forte crisi a causa dell’emergenza Covid-19.

Stefano di Marzo, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Irpinia dichiara:

L’arresto del flusso degli ordini ha generato un effetto drammatico sulla liquidità delle aziende, i cui riflessi si ripercuoteranno presto sulla produzione, per la difficoltà oggettiva da parte delle aziende di far fronte agli impegni finanziari scaturenti dalla gestione ordinaria che, nonostante il virus, restano invariati.

Le nostre attività agricole non possono essere abbandonate, così come le attività connesse alla cura dei vini in cantina. Ma la chiusura forzata dei ristoranti ha bloccato gli incassi, anche quelli relativi a forniture pregresse in attesa di pagamento.

Un effetto domino che può causare un vero e proprio shock dell’intera filiera produttiva, da sempre indicata come uno dei comparti guida per il Made in Italy nel mondo.

I ritardi negli interventi pubblici a sostegno delle imprese aggravano il quadro, a fronte di una condizione finanziaria che giorno per giorno non potrà che deteriorarsi rapidamente.

Gli imprenditori della filiera, dunque, si ritrovano senza sbocchi di mercato, senza una previsione per il futuro fattibile e concreta con la consapevolezza dei contraccolpi delle dinamiche di consumo future.

È necessario arginare la crisi incombente e dare una prospettiva progettuale per salvare la situazione drammatica che si sta prospettando.

È necessario un intervento che aumenti la liquidità per poter far fronte alle scadenze e ai pagamenti che continuano ad esserci nonostante l’emergenza e lo stallo finanziario dovuto all’emergenza Covid-19.

È necessaria l’attivazione della misura vendemmia verde finalizzata nel far diminuire la quantità di uve disponibile per la prossima vendemmia e nel ridurre i rischi di caduta dei rendimenti economici dei piccoli vignaioli.

Il tutto dovrebbe essere accompagnato da una semplificazione delle procedure per poter accedere alle varie proposte di sostegno che dovrebbero essere di facile accesso, contrariamente a come sta accadendo.

Emergenza Covid-19: il settore vitivinicolo irpino è in crisi

Ecco cosa sta accadendo in Campania nel settore vitivinicolo

Stefano di Marzo prosegue:

Dobbiamo fare appello alla convinzione con la quale iniziammo ad investire nelle nostre cantine, restando fedeli al valore delle nostre denominazioni, per l’Irpinia, che è riuscita ad affermarsi sullo scenario nazionale ed internazionale non in virtù di fenomeni modaioli e passeggeri, ma per un sostanziale valore qualitativo insito nella sua variegata espressione produttiva.

Un lavoro tenace e costante che non possiamo permetterci di veder andare perduto, tenendo bene in mente quanti grandi uomini hanno dedicato la vita a creare il patrimonio di reputazione che la nostra terra incorpora.

#iobevoirpino: un invito all’acquisto di prodotti italiani

Amalia Leo, Ambasciatrice dell’Associazione Nazionale Città del vino e sommelier insieme a Vincenza Luciano, Consigliera di Parità, con il patrocinio della Provincia di Avellino hanno dato vita ad una campagna social a sostegno del settore vitivinicolo irpino, consigliando di acquistare e consumare i nostri prodotti.

#iobevoirpino nasce dalla grave situazione economica che ha fermato tutto: chiusura forzata di ristoranti, enoteche e bar che si è estesa a numerose disdette di consegne estere a causa delle difficoltà logistiche.

Io bevo italiano: nasce l'hashtag che invita all'acquisto di prodotti italiani

Resistiamo alla crisi economica acquistando vini irpini

Come sappiamo in Irpinia un introito economico rilevante è caratterizzato dalla produzione e dalla vendita di prodotti enologici.

Ci troviamo di fronte a numerose cantine, che rappresentano la maggioranza nel territorio, che sono a gestione familiare o sono piccole imprese e che hanno una produzione minore rispetto a quelle più grandi e più note anche oltre confine irpino.

Lo stop da Covid-19 rischia di far chiudere i battenti a molte di queste realtà, che rappresentano oltre che una valorizzazione del territorio anche una risorsa economica che innesca altri settori economici che ruotano intorno alla produzione e alla vendita di prodotti vitivinicoli: è una catena di montaggio.

Per cercare di limitare i danni che inevitabilmente hanno sconvolto e continueranno a sconvolgere l’economia mondiale cerchiamo di difendere e proteggere i nostri prodotti, acquistandoli e consumandoli a casa, per ora.

Scegliamo di bere irpino e cerchiamo di resistere!

Nasce Omnia Service Online: lo sportello virtuale e gratuito per approfondire la sicurezza sul lavoro

Omnia Service Online è uno sportello virtuale, completamente gratuito, attivo dal 15 aprile 2020 che ha come scopo quello di fornire supporto per poter risolvere dubbi e incertezze riguardo situazioni che si sono modificate circa adempimenti e domande di agevolazione da presentare, a causa di questo momento delicato.

È importante evitare errori di comportamento ma anche facili allarmismi provenienti da informazioni false o fuorvianti.

Omnia Service Online: informazioni

Omnia Service Online

Omnia Service Online: come funziona

Mettersi in contatto e richiedere informazioni allo sportello virtuale Omnia Service Online è molto semplice: occorre inviare una mail all’indirizzo omniaserviceonline@gmail.com, specificando il ruolo che si ricopre e il tipo di attività lavorativa, sono inclusi eventi e manifestazioni pubbliche.

La richiesta verrà passata, in base alla tipologia, ad un esperto del settore che cercherà di rispondere ai dubbi sollevati nel minor tempo possibile.

Omnia Service Online: a cosa serve

L’emergenza Covid- 19 ha creato un cambiamento netto non solo nelle nostre vite quotidiane ma nella gestione di procedure che, anche quando si sarà conclusa la quarantena, non torneranno a quella che consideriamo la normalità. Ci ritroveremo tutti a fare i conti con un nuovo scenario composto da nuove regole: alcune saranno di passaggio altre entreranno a far parte della nostra routine e serviranno ad incrementare le misure di prevenzione.

I luoghi di lavoro e gli eventi pubblici saranno quelli più sottoposti a questo cambiamento perché creano maggiori assembramenti tra le persone e quindi saranno ricalibrati sulle nuove regole.

Omnia Service Online: a chi si rivolge

Omnia Service Online si rivolge ai responsabili di Servizio e Prevenzione, RLS, datori di lavoro, lavoratori, organizzatori e a chiunque sia curioso di conoscere le modalità in cui cambierà lo scenario sociale e lavorativo post Covid-19 in materia di sicureza.

Confcommercio di Avellino offre consulenza legale per protesti e canoni di locazione insoluti

In base al decreto legge n.23, dello scorso 8 aprile 2020, è prevista la sospensione dei termini di scadenza dei titoli di credito (assegni, cambiali e simili), la Confcommercio Imprese per l’Italia della Provincia di Avellino offre consulenza legale per l’interpretazione e applicazione del decreto legge sopracitato.

Confcommercio Avellino offre assistenza legale

Confcommercio Avellino offre assistenza legale

I legali messi a disposizione dalla Confcommercio di Avellino hanno ipotizzato soluzioni in merito alla gestione dei canoni di locazione non versati e da versare.

Per info e prenotazioni è possibile contattare il seguente numero: 0825 781956 o inviare una mail al seguente indirizzo: avellino@confcommercio.it.

Emergenza Covid-19: ecco le aziende irpine che non lavorano in sicurezza

Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil, comunica che nonostante sia passato un mese e mezzo dalla dichiarazione di stato emergenza per la pandemia legata al Covid-19, continuano ad arrivare segnalazioni che riguardano gravi criticità da parte di svariati “imprenditori” della nostra Provincia: CoFren (Avellino), Aurubis (Avellino), Ims (Morra de Sanctis mai fatto ciclo continuo), Lmp (Avellino), Vitillo Group (Ariano Irpino e Lacedonia), Targetti (Nusco), Irpinia Zinco (Lacedonia). E ancora: Lfi (Vallata e Lacedonia), Hpd (Lacedonia), Redam (Lacedonia) e PoEma.

Irregolarità di alcune aziende irpine nonostante lo stato dichiarato di pandemia

Irregolarità di alcune aziende irpine nonostante lo stato dichiarato di pandemia

Franco Fiordellisi afferma:

Denunciamo, in particolare, la mancanza di sicurezza per lavoratori e lavoratrici, la mancata costituzione in ogni azienda del Comitato per le Regole di Sicurezza che veda la partecipazione pro-attiva del sindacato e dei delegati aziendali. In molte realtà la distanza di sicurezza non è rispettata, così come la pulizia sistemica degli strumenti o luoghi di lavoro usati da più lavoratori, così come i prodotti di protezione individuale (mascherine, guanti, occhiali, tute, camici, etc conformi alle norme) non sono verificati o disponibili.

Le sollecitazioni a confrontarsi fatti dalla scrivente O.S., prima di adire ad azioni sindacali o denunce, anche penali, sono dettate dalla convinzione che nel confronto, vero e preventivo, si possa far capire che il contrasto alla diffusione del virus è fondamentale, che quindi la rimodulazione dei livelli produttivi, con la parziale o totale sospensione delle attività non indispensabili è possibile solo con il coinvolgimento delle Oo.SS e dei delegati/lavoratori perché le aziende le vivono, ed in esse rischiano se non ci sono tutte le condizioni di sicurezza, rischiano i lavoratori ma anche la collettività, e questo è inaccettabile.

La regola per tutte le aziende che intendono produrre o che stanno producendo difformemente da quanto previsto dalle regole di buon senso e di sicurezza per tutti. In considerazione di ciò sarebbe opportuno predisporre le verifiche necessarie, e se del caso, in accordo con i Sindaci e la Protezione Civile prevedere la sospensione temporanea delle produzioni per le aziende inadempienti del Protocollo di Sicurezza.

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