Cultura

Falso movimento di Franco Moretti

Diagrammi, serie temporali, reti, istogrammi… Dieci o quindici anni fa, negli articoli di cinema e musica, di letteratura e arti visive, non si trovava niente di tutto questo. Adesso sì, in abbondanza, e anzi, è proprio quello che distingue immediatamente le digital humanities dalle “altre” discipline umanistiche.

Nei saggi che seguono, la distinzione tra la fase iniziale e la situazione odierna prende a volte la forma di una contrapposizione tra “studio quantitativo della letteratura” e digital humanities. Inutile dire che tra le
due cose esiste una larga area in comune. Ma c’è anche una differenza importante.

Le digital humanities hanno portato il lato statistico del lavoro a un livello di competenza professionale che va molto al di là di quel che si sapeva fare anche solo pochi anni fa; allora, però, si conservava un legame con la teoria letteraria del Novecento che oggi è stato reciso. Non era inevitabile, questo trade-off tra i due lati del lavoro. Ma così è stato. E a farne le spese, è stato il concetto di forma.

In questo libro Franco Moretti riflette su alcune premesse di questa nuova prassi d’indagine, nella convinzione che la pratica ha delle fortissime implicazioni teoriche, che guidano, di fatto, il processo di ricerca.

Falso movimento di Franco Moretti

Falso movimento di Franco Moretti

Falso movimento offre così un bilancio critico, tanto onesto quanto esigente, della svolta detta “quantitativa” nello studio della letteratura, svolta a cui proprio l’autore ha dato un impulso decisivo nei suoi anni a Stanford, fondando nel 2010 il Literary Lab. E la sintesi, allineando gli elementi via via scoperti lungo l’itinerario di ricerca tracciato dai saggi qui raccolti, apre a nuove domande e a “una gran bella scommessa” su un nodo strategico: l’immaginazione scientifica nello studio letterario.

Di una teoria c’è sempre bisogno. Ma non tutte le teorie sono state create uguali. Alcune spiegano piuttosto bene la realtà, e altre no. Per quel che mi riguarda, è ormai da molto tempo che l’ispirazione principale mi viene dalle scienze naturali. All’inizio fu soprattutto la teoria dell’evoluzione, che gettava una luce nuova su come pensare ai generi letterari e alle trasformazioni morfologiche; più tardi, nel riflettere sui risultati raggiunti, sono passate in primo piano l’epistemologia e la storia della scienza. E così, i nomi di Georges Canguilhem e Alexandre Koyré, Ernst Mayr e Thomas Kuhn si incontreranno in queste pagine più
spesso di quelli di molti critici letterari.

Il senso di Hitler di Petra Epperleine e Michael Tucker

In occasione del Giorno della Memoria arriva nelle sale italiane Il senso di Hitler, un film di Petra Epperleine e Michael Tucker in uscita esclusiva solo il 27 gennaio!
Il senso di Hitler: il trailer

Il documentario su Hitler

 

A partire dal libro mai pubblicato in Italia “The Meaning of Hitler” di Sebastian Haffner, volto a smantellare i miti e le idee comuni su Hitler e la sua ascesa al potere, critici e storici rispondono a una domanda fortemente attuale:
Hitler continuerà ad essere sempre più influente per le nuove generazioni?
Girato in nove Paesi, il docu-film ripercorre i movimenti di Hitler, la sua ascesa al potere e le scene dei suoi crimini dal punto di vista di storici e scrittori che esaminano l’impatto che ha avuto e che continua ad avere oggi l’ideologia violenta di Hitler sulla società.
Il documentario, analizzando diversi aspetti, esplora i vari modi in cui la tossicità di Hitler ha continuato a diffondersi dopo la sua morte attraverso le pagine di storia, i social media, il cinema, l’arte e la politica contemporanea.
Un’indagine alternativa e rivoluzionaria sull’influenza che Adolf Hitler continua ad esercitare ancora oggi sulla società: da immagini dell’epoca nazista e documenti storici ad un’analisi approfondita del fenomeno anche attraverso i media e i social network di oggi, come Tik Tok e Twitch.

Brevi interviste con uomini schifosi di David Foster Wallace al Teatro San Ferdinando

L’ironia irresistibile di Wallace tratta la natura umana con una suprema abilità nel descrivere il quotidiano; il suo è uno humor talmente intriso di drammaticità da rasentare il sadismo.

Attraverso una rosa di racconti tratti dalle Brevi interviste con uomini schifosi, Veronese traccia una propria linea drammaturgica che racconta di uomini incapaci di avere relazioni armoniche con le donne, e ci invita a osservarli da vicino.

Brevi interviste con uomini schifosi di David Foster Wallace va in scena a teatro

Brevi interviste con uomini schifosi di David Foster Wallace di Daniel Veronese

C’è l’uomo che insulta la moglie che lo sta lasciando, la disprezza e la deride, come una cosetta incapace di vivere senza lui accanto a sostenerla; c’è l’uomo che vanta la propria infallibilità nel riconoscere la donna che ci sta senza fare storie; c’è quello che usa una propria deformazione per portarsi a letto quante più donne gli riesce; quello che rimorchia in aeroporto una giovane in lacrime perché appena abbandonata dall’amato: una galleria impietosa di mostri.

Daniel Veronese traspone queste voci, scritte da Wallace in forma di monologo al maschile, in dialoghi tra un uomo e una donna. In scena però chiama a interpretarli due uomini, che si alternano nei due ruoli maschile e femminile, in una dialettica che mette in luce tutte le fragilità, le gelosie, il desiderio di possesso, la violenza, il cinismo insiti nei rapporti affettivi.

Il drammaturgo e regista Daniel Veronese, maestro indiscusso del teatro argentino, porta in scena Brevi interviste con uomini schifosi di David Foster Wallace, dando vita, con sguardo feroce e molto humor, a uno zibaldone di perversioni e meschinità, che ritraggono il maschio contemporaneo come un essere debole, che ricorre al cinismo se non alla violenza come principale modalità relazionale con l’altro sesso.

Veronese traspone le voci scritte da Wallace in forma di monologo al maschile, in dialoghi tra un uomo e una donna. In scena però chiama a interpretarli due uomini, che si alternano nei due ruoli maschile e femminile, in una dialettica che mette in luce tutte le fragilità, le gelosie, il desiderio di possesso, la violenza, il cinismo insiti nei rapporti affettivi. Il risultato è comico e disturbante al tempo stesso.

Dall’ 1 al 6 febbraio al Teatro San Ferdinando Brevi interviste con uomini schifosi di David Foster Wallace regia e drammaturgia Daniel Veronese con Lino Musella e Paolo Mazzarelli.

Il genere è fluido? di Sally Hines e Matthew Taylor

Quando nasciamo, siamo tutti assegnati a un genere biologico sulla base della nostra anatomia fisica. Ma perché alcune persone sperimentano una forte dissonanza fra il loro sesso biologico e la loro identità interiore?

Il genere è quello che siamo o quello che facciamo? La nostra espressione di genere è innata o si sviluppa mentre cresciamo? I tradizionali ruoli binari maschio/femmina sono rilevanti in un mondo sempre più fluido e flessibile? Questo libro, acuto e stimolante, valuta le connessioni fra genere, psicologia, cultura e sessualità e rivela come gli atteggiamenti individuali e sociali si siano evoluti nel corso dei secoli.

Il genere è fluido? il libro

Il genere è fluido?

Sally Hines

Sally Hines è professore associato di Sociologia e studi di genere all’Università di Leeds, dove è stata anche direttrice del Center for Interdisciplinary Gender Studies dal 2009 al 2014. Ha pubblicato numerosi articoli sul tema della diversità e identità di genere, oltre a quattro libri di cui il più recente è Gender, Society and Culture. È co-fondatrice e co-conduttrice di “Sexgen” una rete interdisciplinare che riunisce centri studi sul genere. È la Principal Investigator del progetto internazionale triennale Pregnant Men: An International Exploration of Trans Male Experiences and Practices of Reproduction, con co-investigatori di Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Polonia e Italia.

Matthew Taylor

Matthew Taylor è amministratore delegato della RSA, istituzione inglese attiva da 250 anni, oggi impegnata nell’arricchimento della società con idee e azioni, per un illuminismo del XXI secolo. Autore, presentatore, oratore, ha scritto moltissimi articoli sulla politica, riforma del servizio pubblico e teoria della cultura. Assiduo ospite di Newsnight e The Daily Politics oltre che delle trasmissioni radio Today e The Moral Maze. È stato segretario generale e amministratore delegato dell’Institute for Public Policy Research, il principale centro studi della Gran Bretagna.

Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2022

Fabrizio Venturi, Direttore Artistico del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2022, considerata l’elevatissima qualità delle 24 canzoni degli artisti in gara, ha istituito altri quattro prestigiosi premi del Maestro Michele Affidato, orafo ufficiale del Festival della Canzone Italiana.

Sarà davvero difficile per la Giuria esprimere il verdetto, in quanto tutte le canzoni in gara sono eccelse, soprattutto per il Presidente della Giuria, il produttore discografico Gianni Testa, voluto da Fabrizio Venturi per le sue capacità artistiche, ma soprattutto per la grande affinità che ci unisce, la grande Fede in Dio e la Grande voglia di evangelizzare il Nome di Nostro Signore con la musica ha dichiarato Venturi, il quale ha aggiunto:

È arrivato anche il super ospite, che valorizzerà ancor di più il cast del Festival. Ci siamo già sentiti telefonicamente e mi ha confermato la sua presenza. Mi riservo di comunicare il suo nominativo tra qualche giorno.

Il Festival si terrà a Sanremo, nel pomeriggio, dalle 14,30 alle 19,30, nei giorni 3, 4 e 5 febbraio 2022, nell’Auditorium di Villa Santa Clotilde, Opera Don Orione di Sanremo.

L’evento musicale, organizzato dal Cantautore e Direttore artistico Fabrizio Venturi, con il Patrocinio del Comune di Sanremo e la collaborazione della Diocesi di Ventimiglia Sanremo, si prefigge l’intento di diffondere e far conoscere, in modo più approfondito, la canzone di ispirazione cristiana o Christian music, genere che canta il rendimento di grazie a Dio e la gioia della fede.

Tra gli ospiti della manifestazione, oltre a Giuseppe Cionfoli, vi sarà Vittorio Sgarbi, che, sul palco dell’Auditorium di Villa Santa Clotilde, Opera Don Orione, venerdì 4 febbraio 2022, offrirà una lettura critica della canzone di ispirazione cristiana, per evidenziarne le peculiarità che la caratterizzano come forma d’arte.

La coreografa e danzatrice Ilaria Sambucci, che ha partecipato nel prestigioso corpo di ballo della 71esima Edizione del Festival di Sanremo, danzando, nel Teatro Ariston, al fianco di Fiorello e di Amadeus, ballerà la sigla ufficiale del Festival composta dal Cantautore Fabrizio Venturi.

Inoltre ha sottolineato Fabrizio Venturi:

Come ho sempre dichiarato, sono fermamente convinto del fatto che la musica abbia anche una missione educativa e migliorativa della realtà, soprattutto in una società, come quella attuale, che sta smarrendo i suoi valori umani, così importanti per vivere in modo dignitoso, ancor più in questo tempo doloroso, perché pervaso dalla pandemia.

Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2022

Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2022

Artisti in gara:

Alex Cadili – “Per te Gesù”

Antonio Labate – “Gli angeli”

Beppe Bianco – “Nel tuo sorriso la speranza”

Carmela Iacono – “Preghiera dei vincenziani”

Cantammo a Gesù – “Tu sei l’eternità”

Dino Santonico – “Amami come solo sai far tu”

Fra Vinicius- “Vale la pena”

Elisa De Marco – “Libera di andare”

Marta Falcone – “Ho sentito parlare di te”

Dajana e Erminio Sinni – “Padre nostro”

Isaura Nencini – “Per essere felice”

Karen Marra – “Vento”

iKaktus – “Come se piovesse cielo”

Letizia Mariotti – “Ecco, la conversione”

Marco Tanduo – “Grazie mio Dio”

Mariarosaria Finocchiaro – “Sopra le bretelle”

Pier Didoni – “Ti cerco”

Daniela Donatone, D’Anì – “A mezzo fiato”

Shoek – “Nuova Razza”

Stella Sorrentino, Meissa – “Lui è l’amore”

Tony Nevoso – “Mai più”

Loide – “Risciò”

Gionathan – “Tu mi hai amato per primo”

Letizia Centorbi – “Tu sei tutto per me”

100 anni dalla morte di Sir Ernest Shackleton

Ricorre quest’anno il centenario della morte dell’esploratore polare Sir Ernest Shackleton, scomparso il 5 gennaio 1922 all’età di 47 anni, a bordo della nave da esplorazioni Quest nel corso di quella che sarebbe stata l’ultima delle sue spedizioni antartiche.

Ernest Shackleton (1874-1922) visse da protagonista l’epoca d’oro delle spedizioni antartiche. Prese parte al viaggio della Discovery guidata da Scott, poi comandò la Nimrod nella spedizione culminata con il Farthest South, il record di avvicinamento al polo Sud, l’ultimo prima della definitiva conquista da parte di Amundsen. L’impresa gli valse gloria e riconoscimenti in patria, accresciuti dalla sfortunata ed eroica impresa dell’Endurance che Shackleton stesso raccontò in Sud.

Sir Ernest Shackleton

Sir Ernest Shackleton

Quello inseguito dagli esploratori antartici è un luogo geometrico, un punto originato dalla forma sferica della Terra e dalla cartografia che ha cercato di misurare il pianeta: il punto d’incontro tra la natura, la scienza geografica e la resistenza umana. Dopo aver letto questi diari d’esplorazione forse il lettore avrà più chiaro l’obiettivo e il senso di quell’andare, fino al punto estremo:  il centro del continente antartico.

La spedizione dell’Endurance partita da Plymouth nel 1914 fallì quasi prima di iniziare. La nave rimase presto bloccata, stritolata dai ghiacci polari. Shackleton si lanciò allora nella più grande e disperata delle avventure: trarre in salvo i ventisette uomini che erano con lui.
Sud è il resoconto di quei tremendi anni sul ghiaccio: gli accampamenti improvvisati sulla banchisa alla deriva, la fuga per mare a bordo delle tre scialuppe di salvataggio, l’incredibile traversata verso la Georgia del Sud.

Nottetempo cambia faccia

Nel 2022 Nottetempo cambia faccia!

Ha deciso di rivoluzionare la veste grafica dei suoi libri affidando il progetto a Giovanni e Cecilia di Paper Paper, che ne raccontano così la realizzazione:

Quando abbiamo iniziato a lavorare alla nuova grafica delle collane nottetempo abbiamo cercato da subito di trovare un elemento identificativo che diventasse la firma e che enfatizzasse le caratteristiche di ciascuna di esse. Allo stesso tempo, volevamo che tutte le collane avessero un tratto comune che le rendesse immediatamente riconoscibili come appartenenti a nottetempo. Da questa esigenza è sorta la decisione di disporre la tipografia di copertina in verticale, ruotandola di 90 gradi in senso antiorario.

Grazie alla disposizione verticale, la titolazione dei saggi (composta con la versione stencil del carattere Nocturno della fonderia Typotheque, che accomuna tutte le collane ridisegnate) è in grado di sfruttare al meglio la superficie della copertina, enfatizzando l’impatto dell’iconico impianto grafico originale ideato da Dario Zannier.

Nella collana Figure la tipografia della cover dialoga con il testo in quarta e sulle bandelle, invitando il lettore a dispiegare la copertina come fosse un manifesto.

Nella collana Terra, ogni titolo è rappresentato da un’illustrazione che affianca la tipografia in prima e diventa unica protagonista della quarta  a tutti gli effetti una copertina alternativa.

Nottetempo cambia faccia

Nottetempo cambia faccia

Nei romanzi la tipografia si riduce, ancorata all’angolo superiore sinistro della cover. Sotto di essa si stende una sfumatura di colore, cifra distintiva della collana, che dal dorso si dissolve nell’immagine di copertina.

Extrema ratio nottetempo

Extrema ratio nottetempo

Non solo una rivoluzione grafica, con l’anno nuovo arriva anche una nuova serie di saggi dedicata alla critica e alla teoria letteraria: extrema ratio.

Questo nuovo filone si propone di pubblicare alcuni fra i più importanti testi di teoria e critica letteraria usciti nel Novecento, accanto a saggi inediti scritti da grandi figure della critica contemporanea e a opere importanti di giovani studiosi e studiose.

Il comitato direttivo di Extrema Ratio è composto da: Federico Bertoni (Università di Bologna), Francesco de Cristofaro (Università di Napoli Federico II), Daniele Giglioli (Università di Trento), Guido Mazzoni (Università di Siena), Donata Meneghelli (Università di Bologna), Simona Micali (Università di Siena), Franco Moretti (Institute for Advanced Studies, Berlin) e Pierluigi Pellini (Università di Siena).

Fabiana Martone: prossimi appuntamenti live

Pubblicato il mese scorso dalla label newyorkese Inner Circle Music “Living in shadows and light” è quarto lavoro discografico da solista di Fabiana Martone conosciuta per essere anche la voce del collettivo retro-futurista Nu Genea e front woman della Uanema Swing Orchestra e del quartetto SeSèMaMà.

La cantante napoletana si esibirà per la prima volta, in questo inizio anno, mercoledi 26 gennaio presso il Teatro TAM di Napoli (biglietto euro 12 al botteghino – inizio concerto ore 21) presentando così il suo ultimo lavoro scritto e interpretato per omaggiare la folk singer canadese Joni Mitchell. L’artista sarà accompagnata dal vivo da Luigi Esposito al piano, Francesco Fabiani alle chitarre, Umberto Lepore al contrabasso e Marco Castaldo alla batteria ed eseguirà anche brani dal suo ampio repertorio da solista.

Sarà un concerto di matrice jazz-cantautorale che oltre a ruotare intorno l’enorme spessore artistico della Mitchell vivrà di intensi momenti ricchi di blues e folk senza disdegnare la tradizione partenopea.

Per Fabiana Martone sono previsti altri appuntamenti live: sabato 19 Febbraio presso il Teatro Summarte di Somma Vesuviana (ingresso con tavolo euro 21.50 – poltrona ero 11.50 + d.p. prevendita qui) mentre il 10 Marzo sarà di scena al Teatro Sancarluccio di Napoli (posto unico euro 15+d.p. prevendita qui)

Fabiana Martone

Fabiana Martone

Fabiana Martone: biografia

Fabiana Martone, cantante e compositrice napoletana, ha all’attivo quattro lavori discografici.

Insieme al violinista e compositore Lino Cannavacciuolo è co-produttrice di un nuovo progetto discografico, nato a seguito di una brillante collaborazione per la realizzazione di brani per colonne sonore di produzioni Rai. Contestualmente lavora alle produzioni da solista: è la cantante della Uanema Swing Orchestra ed è -con Brunella Selo, Annalisa Madonna e Elisabetta Serio – membro fondatore ed autrice di testi e musiche delle SeSèMaMà. Nel 2018 è tra i finalisti del Festival Musicultura ma nello stesso anno entra a far parte del collettivo Nu Genea (ex Nu Guinea), Fabiana è stata fortemente influenzata dalla musica jazz avendo studiato musica con alcuni dei più noti nomi della scena jazz napoletana.

Ha condiviso il palco con importanti artisti dell’ambiente jazz nazionale e internazionale (Famoudou Don Moye degli art ensemble of chicago, Renato Sellani, Aldo Vigorito, Dario Deidda, Baba Sissoko, Maurizio Capone, Piero de Asmundis, Amedeo Tommasi, Marco Pezzenati… ); e ha avuto esperienze in molti altri ambiti musicali: dal gospel al folk, dalla classica napoletana alla musica sperimentale.

Degni di nota sono anche i suoi lavori teatrali come attrice e cantante al fianco di Nino D’Angelo, Carlo Croccolo, G. Miale di Mauro, N. di Pinto, T. Femiano, e molti altri.

A cinquant’anni dal Bloody Sunday, per non dimenticare

Il 30 gennaio del 1972 si consumava uno dei più gravi massacri compiuti dall’esercito britannico in Irlanda del Nord. Arriva ora in Italia il memoir di Tony Doherty Il piccolo di papà.

Il libro sarà presentato a Roma sabato 22 gennaio insieme a Scritti dal carcere di Bobby Sands (paginauno).

Interverranno Andrea Binelli, curatore del progetto di traduzione, Riccardo Michelucci, autore della prefazione, e il traduttore e irlandesista Enrico Terrinoni.

L’appuntamento, preceduto dal restauro del murale di Via San Nemesio, è alle ore 17:00 presso Villetta Social Lab, Via degli Armatori 3.

Il piccolo di papà di Tony Doherty

Il piccolo di papà di Tony Doherty

Il piccolo di papà: trama

Tony Doherty entrò nell’Ira e conobbe presto il carcere. Una volta in libertà, divenne promotore di una campagna popolare senza precedenti, ottenendo finalmente nel 2010 il riconoscimento dell’innocenza delle vittime. L’impegno politico dell’autore trova qui una declinazione più personale, in cui si trovano l’uno accanto all’altro biglie, tamburelli di latta e un compagno di classe travolto da un blindato.

Tony Doherty aveva nove anni quando il suo amatissimo padre cadde sotto il fuoco dei parà inglesi, entrando nell’elenco delle 14 vittime del Bloody Sunday. Una strage di cittadini inermi commessa alla luce del sole, durante una marcia pacifica del Movimento per i diritti civili.
A cinquant’anni dal brutale massacro di cui si macchiò l’esercito britannico in Irlanda del Nord, Doherty racconta nel suo memoir Il piccolo di papà, in uscita il prossimo 20 gennaio, l’Irlanda in cui è cresciuto e in cui gradualmente si è insinuato il conflitto.
Primo libro di una trilogia dedicata alla città di Derry e al padre scomparso, Il piccolo di papà è un memoir e allo stesso tempo una saga familiare, epica dell’infanzia e testimonianza da un mondo vicino al punto di rottura. Partendo dalla
storia della sua famiglia, risalendo all’incontro tra i genitori e fino alle vicende altalenanti dei bisnonni, Doherty narra la vita quotidiana di un bambino nella Derry operaia degli anni Settanta, un mondo fatto di giochi, intimità familiare, piccole e grandi scoperte, di tutta una comunità di personaggi particolari e indimenticabili. In questo mondo intimo, si insinuano gradualmente gli scontri e il pericolo, mentre il giovanissimo protagonista si trova a dover imparare parole nuove, come B-men, Ira, informatore, per descrivere una realtà che non capisce ancora.

Lo sguardo del bambino, in cui si trasfigura la consapevolezza dell’adulto, dona luce e calore a un passato amaro, superando non solo il dolore, ma soprattutto il silenzio che troppo a lungo ha continuato a cancellare tanto i morti quanto i sopravvissuti.

Tony Doherty: biografia

Tony Doherty (1963) ha avuto un ruolo chiave nella campagna che ha portato alle scuse del governo britannico e alla
riabilitazione dei quattordici innocenti uccisi dai militari inglesi durante il Bloody Sunday. Dopo essere entrato per qualche tempo nell’Ira, e aver conosciuto anche il carcere, oggi lavora per l’Healthy Living Center Alliance e per la riforma del sistema sanitario pubblico nord-irlandese.

Napoli, ultimo weekend per la mostra di Frida Kahlo

Sessantamila visitatori in meno di cinque mesi, questi ad oggi i sorprendenti numeri della mostra napoletana su Frida Kahlo. L’esposizione multimediale dedicata alla vita e all’arte della grande pittrice messicana, in corso a Palazzo Fondi a Napoli, dal titolo Frida Kahlo – Il Caos Dentro, chiuderà le visite domenica 23 gennaio.

Frida Kahlo

Frida Kahlo

Afferma l’organizzatore e promoter della mostra, Salvatore Lacagnina:

Il successo di questa mostra non mi stupisce, nonostante abbia già avuto luogo a Roma e Milano. Frida Kahlo, figura storica, grande artista ed icona nel mondo, è stata raccontata in tanti modi, ma la nostra modalità espositiva, multimediale ed immersiva, ha fatto sì che fosse avvicinabile da chiunque. Per questo motivo le oltre 60mila presenze non sono una novità ma, anzi, una conferma che l’arte va raccontata in maniera semplice e non deve essere solo feudo di pochi.

L’esposizione, che si svolge negli oltre 700 metri quadri del monumentale Palazzo Fondi, ospita riproduzioni in dimensioni reali degli ambienti quotidiani di Casa Azul, dove Frida visse sino alla morte. Abiti, accessori e oggetti amati e usati da Frida introducono il pubblico al clima culturale, politico, e familiare del Messico in cui Frida si formò. L’espressione di quel mondo interiorizzato e mescolato alla sensibilità ferita ma appassionata di Frida troverà, poi, rappresentazione nei dipinti esposti: l’originale Piden aeroplanos y les dan alas de petate, un olio su cartone del 1938 proveniente da una collezione privata di Madrid, e 15 celebri autoritratti riprodotti in formato digitale con tecnica modlight e animati.

Questi gli orari nel weekend conclusivo della mostra: sabato 22 e domenica 23 apertura alle 9.30 e chiusura alle 21.00 (orario continuato), mentre il biglietto intero costerà 14 euro. L’accesso all’esposizione non prevede prenotazione ma, seguendo le nuove regole di prevenzione volute dal Governo, ricorda a tutti che è obbligatorio l’uso della mascherina FFP2.

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