4 metà: il film che confuta l’esistenza dell’anima gemella

Da sempre ci si chiede se esiste davvero l’anima gemella. C’è chi è fermamente convinto che nel mondo esiste la metà della mela perfettamente aderente ad un’altra, chi ci spera e chi cinicamente sorride all’idea di questa ipotesi azzardata e romantica. A prescindere dal filone in cui si crede, sono in molti, se non tutti, ad essere attanagliati dall’idea e dalla paura di scegliere o innamorarsi di qualcuno che poi si rivelerà sbagliato.

4 metà (2022) di Alessio Maria Federici è un film che ci mostra proprio questo, confutando l’idea e l’esistenza dell’anima gemella.

Il lungometraggio entra nelle dinamiche sentimentali e veloci del nostro tempo che, spesso, non lasciano lo spazio per la riflessione, a causa di eventi che possono capovolgere completamente la nostra percezione dell’altro o per altre motivazioni dettate dalla casualità, che si mescola all’imprevedibilità degli eventi.

4 metà: il trailer

Il film di Alessio Maria Federici

Il film mostra quante porte scorrevoli possono esistere in una combinazione composta da 4 persone (due donne e due uomini) e, a prescindere dalla scelta che ciascun protagonista effettuerà, non necessariamente si nasconde una delusione o una relazione fallimentare.

In 4 metà fa capolino il concetto di amore e le varie sfaccettature che ha: esiste quello che nasce dalla diversità che arricchisce, quello che affascina persone simili, quello che viene alimentato dalla sfida e quello che si costruisce sulla fiducia e sul bene che, col tempo, diventa affezione.

Se da sempre ci si interroga sull’anima gemella e sull’amore significa che una sola risposta assoluta non esiste: nel mondo esistono diverse combinazioni ma nessuna è sbagliata o è migliore di altre.

Il film di Alessio Maria Federici

Una commedia romantica dai tratti contemporanei

4 metà: la trama

Siamo a Roma, una coppia appena sposata decide di fare un esperimento, facendo incontrare quattro amici (due donne e due uomini) single. I prescelti sono molto diversi tra loro ma i novelli sposi nutrono la curiosità e la speranza che possano nascere delle nuove coppie.

Chiara (Ilaria Pastorelli) è un medico che ha una visione dell’amore romantica e non più mordi e fuggi. Dopo varie esperienze collezionate nella vita, cerca un uomo che sia capace di dare amore, vicinanza e calore umano. In breve, cerca la storia della vita perché sente che la sua non è completamente piena, le manca l’amore e una famiglia.

Giulia (Matilde Gioli) lavora in ambito finanziario, è una donna ambiziosa e proiettata sul suo lavoro e sulla sua carriera. Non è in cerca dell’amore, non è una sua priorità. Le sue storie sono brevi e senza preamboli inutili perché non ha voglia o la pazienza di essere corteggiata quando la sua finalità è la stessa dell’uomo di turno.

Matteo (Matteo Martani) lavora in una casa editrice, è un uomo ironico, colto, di sani principi e sempre con la battuta pronta. Non colleziona donne infatti ha difficoltà nell’approccio più semplice e in alcune situazioni si sente impacciato. Non sembra cercare l’amore o l’anima gemella ma non sembra neanche dispiacergli l’idea contraria.

Dario (Giuseppe Maggio) è un avvocato concentrato sui propri affari e su stesso. Le donne sono un passatempo, che durano il tempo della conquista. Non cerca l’amore, non gli interessa o semplicemente non ha ancora trovato la persona giusta.

I quattro single si incontrano e iniziano a conoscersi. Da qui Alessio Maria Federici inizia a creare le diverse coppie che possono formarsi: Chiara con Matteo, Giulia con Dario, Chiara con Dario e Giulia con Matteo.

Le prime due coppie (Chiara e Matteo, Giulia e Dario) rappresentano l’incontro che segue il filone dell’attrazione per somiglianza, rappresentato con i suoi pro e i suoi contro. Chiara e Matteo sono simili nel modo di vedere la vita, creano subito una sintonia ma alcune situazioni capovolgeranno l’equilibrio e la strada sentimentale.

Per Giulia e Dario il percorso non è poi tanto diverso perché il regista sembra voler sottolineare che, a prescindere dalle affinità intellettive e da ciò che si ritiene giusto per se stessi, quando ci si relaziona con un’altra entità basta poco per confondere le carte in tavola e seguire una strada diversa da quella si pensava essere la migliore.

Le altre due combinazioni (Giulia e Matteo, Chiara e Dario) sembrano quelle più improbabili, se si pensa alla teoria della metà della mela ma, tutto sommato sono ugualmente credibili, sembrano essere complete allo stesso modo della prima combinazione delle coppie.

4 metà in questo modo riesce a confutare l’esistenza dell’anima gemella e, in alcune situazioni, a smascherare quel romanticismo che appartiene all’amore perché amare, in fondo, significa fidarsi, scegliendo di intraprendere un percorso con qualcuno.

La vita spesso ci pone davanti a degli imprevisti, creando nuove situazioni perché nulla si può prevedere quando si vive e tutto può accadere. Non esiste l’amore perfetto, la coppia perfetta o l’anima gemella perché è tutto mutevole e in continuo movimento.

Ci si può innamorare all’istante, per sfida, per maturità, per responsabilità ma ciascun sentire non è meno nobile di un altro.

Per scoprire meglio il senso di queste parole non vi resta che guardare 4 metà, in programmazione su Netflix.

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